Sono un vecchio fornaio. Ogni volta che vado a fare la spesa, mi fermo al banco del pane e rimango entusiasta nel vedere le molte qualità di pane: biologico, farina italiana, Dop, grani antichi, molino a pietra, pane con certi buchi che ci coverebbe un passerotto, fatto a mano (io in 40 anni di lavoro con i piedi non l’ho mai fatto), cotto a legna (negli anni ’70 i forni a riscaldamento diretto, legna compresa, furono aboliti). Io non lavoro più, altrimenti avrei fatto il pane che faceva mio babbo in tempo di guerra. Il Comune mandava la farina di grano, granturco e patate, che andavano lessate e poi panificate. E mentre guardo tutte quelle specialità, mi torna in mente il pane di una volta che panificavano con farina di tipo 1: profumava e si manteneva per alcuni giorni.
Luciano C. – Barberino Tavarnelle (FI)
Quando abbiamo ricevuto la lettera di Luciano, scritta a mano come si faceva una volta, abbiamo voluto incontrarlo. Ci ha raccontato la sua esperienza di fornaio e i segreti del mestiere: da chi ha fatto il fornaio per 40 anni c’è sempre da imparare!