Mai come adesso sta diventando chiaro a tutti quanto sia importante la ricerca scientifica. Dopo un anno in cui abbiamo affrontato il Covid 19 con metodi tradizionali come la quarantena, le zone rosse e le mascherine, nel corso del 2021 saremo in grado di controllare la pandemia, riguadagnare libertà e tornare a una vita normale grazie ai vaccini, agli anticorpi monoclonali e ai farmaci, che abbiamo a disposizione proprio grazie alla ricerca.
È anche il momento di far capire che la ricerca non è importante solo in caso di pandemia. Lo è sempre. Uno strumento essenziale per curare i tumori, le malattie rare, l’Alzheimer, per risolvere i problemi del nostro pianeta come il riscaldamento globale, la resistenza agli antibiotici, l’inquinamento. La ricerca è anche l’unico strumento che può costruire un futuro sostenibile, creare posti di lavoro qualificati, portare nuove tecnologie nelle imprese, far diventare il nostro un Paese da cui i giovani non siano costretti a fuggire per cercare un lavoro.
Investire in ricerca vuol dire investire sul capitale umano dei giovani. Questo concetto è stato ben compreso dalla Cina che negli ultimi trent’anni è passata da un modello economico basato sul lavoro a basso costo a un altro fondato sulla ricerca, la tecnologia e la conoscenza.
Gli stessi pilastri che hanno permesso agli Stati Uniti di essere la più grande potenza economica mondiale dopo la seconda guerra mondiale e un polo attrattivo per i migliori scienziati europei, fra i quali i premi Nobel italiani Enrico Fermi, Salvatore Luria, Renato Dulbecco, Riccardo Giacconi, Mario Capecchi.
L’Italia di oggi ha tutte le carte in regola per avere una posizione di rilievo nell’economia del futuro e garantire alle nuove generazioni una vita di qualità nel Paese più bello del mondo. I nostri giovani sono bravi e quando vanno all’estero hanno carriere brillanti nelle migliori industrie e università. Dobbiamo creare l’ambiente adatto qua e lo si può fare solo se investiamo in ricerca, tecnologia e conoscenza.
Non è utopia, ma potrà accadere se tutti i cittadini comprendono che è l’unico investimento che può fare dell’Italia un Paese di serie A. Altrimenti, condanneremo figli e nipoti a una vita di serie B. È assolutamente necessario che tutti i cittadini pretendano che politici e governanti facciano della ricerca scientifica una priorità.
Sono molto grato a Unicoop Firenze per la collaborazione in occasione della campagna sugli anticorpi monoclonali per la cura del Covid 19. Un’operazione che non ha solo il pregio di raccogliere fondi per proseguire il lavoro avviato, ma anche il merito di avvicinare il mondo della ricerca a quello dei tanti soci della cooperativa, facendo capire che la ricerca non è un’entità distante e talvolta misteriosa, ma un luogo comune e persino familiare, fatto di volti e di storie, e che può costruire il futuro che il nostro Paese si merita.
Rino Rappuoli, scienziato, coordinatore scientifico del gruppo di ricerca sugli anticorpi monoclonali contro il Covid-19