Etichette accattivanti che promettono attività benefiche: nel reparto acque minerali sono spuntate come funghi bottiglie all’insegna del gusto e della salute. Ma di cosa si tratta precisamente? Legalmente sono definibili bevande analcoliche, non sono tutte uguali e scegliere non è facile. Nessuna, anche se proposta da aziende leader del settore, può essere definita acqua minerale, perché quest’ultima non può avere nessuna aggiunta, con l’eccezione dell’anidride carbonica.
Secondo la normativa, quelle che contengono aromi di varia origine, con o senza zucchero sono bevande analcoliche aromatizzate, mentre quelle con l’aggiunta di specifici nutrienti ed estratti vegetali appartengono alla categoria degli alimenti funzionali, disciplinati dal reg. Ce n° 1925/2006. Si tratta di alimenti comuni, resi funzionali con l’aggiunta di vitamine, sali, fibre, proteine, che in alti dosaggi hanno una specifica “funzione” per migliorare un aspetto della salute: detossificanti, antifatica, antietà. Le sostanze aggiunte devono essere valutate e documentate e gli effetti dimostrati scientificamente tramite test biologici, fisiologici e biochimici che possano confermare la relazione causa-effetto e accertarne efficacia e sicurezza.
Sempre secondo la normativa, le sostanze aggiunte devono essere chiaramente espresse in etichetta e nella dichiarazione nutrizionale deve essere evidenziata, per ciascuna sostanza, la percentuale del fabbisogno giornaliero che assolvono, indicata come Vnr cioè Valore nutrizionale di riferimento.
Servono davvero?
L’efficacia delle acque funzionali è strettamente legata alle quantità e al tempo del loro uson nessun caso però si può parlare di effetti terapeutici, perché si cadrebbe nella categoria dei farmaci. Piuttosto si può riconoscere un ruolo di prevenzione o sostegno all’alimentazione, con un uso costante nel tempo. In caso di attività fisica intensa, possono rapidamente reintegrare liquidi e minerali appena persi con il sudore.
Per chi segue una dieta varia, che prevede le cinque porzioni di frutta e verdura quotidiane consigliate e la giusta idratazione, sono paragonabili a una bibita sana. Per quanti invece non riescono a essere costanti nell’assunzione di vegetali freschi, le acque funzionali possono contribuire alla qualità della dieta, apportando quantità maggiori di minerali e vitamine importanti per l’organismo. In ogni caso, la crescita costante del consumo di questi prodotti è da valutare come un positivo segnale verso bisogni che riguardano il prendersi cura di sé, anche con prodotti semplici, naturali e facilmente reperibili.
Considerando poi che uno studio condotto dall’Istituto Nazionale della Nutrizione mostra che una larga parte degli italiani non assume la quantità di liquidi necessari per mantenere intatto l’equilibrio idrico, il loro uso può essere un piacevole supporto all’idratazione.
Aromatizzate fai da te
Preparare acque aromatizzate non è difficile e ci sono anche bottiglie con infusore, che permettono di mettere in infusione frutta e acqua. L’importante è che la frutta sia freschissima e si rispettino scrupolose regole igieniche per la conservazione. Per le acque funzionali vere e proprie – dove il carico di vitamine e minerali in aggiunta dovrebbe essere non meno del 15% del fabbisogno – è più complicato, perché bisogna informarsi bene da quale fonte vegetale si può estrarre la sostanza che ci serve e poi capire i tempi e la temperatura per l’infusione, a freddo o a caldo, sopra i 40°C.