La vita si sveglia presto sui campi di Toscana: oggi l’alba è quella che spunta a pochi chilometri da Venturina, nel livornese, dove il lavoro prosegue anche il tempo di Coronavirus, per far arrivare ogni giorno i prodotti della terra sui banchi dei Coop.fi.
Qui ci si sveglia presto e alle 7 c’è già qualche prodotto nelle cassette: sembrerebbe una giornata come le altre, se non fosse per le mascherine, la divisa si questa nuova normalità, a differenza dei guanti che venivano usati anche prima. A guardare bene, sul campo chi raccoglie è sparso qua e là, a debita distanza perché ora si lavora lontani e in squadre con turni diversi per non incrociare i colleghi. Qui il coronavirus non ha mai bloccato tutto e il lavoro è proseguito ogni giorno, fin dall’inizio dell’emergenza, per garantire i prodotti ai consumatori e il lavoro agli addetti dell’azienda. L’emergenza si è fatta sentire, certo, ma tutto sommato l’organizzazione ha retto.
Una storia di filiera
Del resto la filiera non è nata oggi ma è una storia lunga e rodata, nata anni fa da un progetto sviluppato con Unicoop Firenze: la filiera corta della zucchina, dal campo al supermercato, è cresciuta grazie a una quindicina di produttori toscani e si è rivelata un’ancora di salvezza, anche in questi mesi di emergenza. Ogni mattina è continuata la raccolta e, con la stessa puntualità di sempre, i prodotti sono stati consegnati nell’arco di 24 ore.
Da una parte prodotti di qualità, freschi e locali per soci e clienti, dall’altro un guadagno assicurato per chi lavora sui campi, come spiega Massimiliano Ercolani, titolare dell’azienda agricola Lauro Ercolani: “In questo momento di coronavirus Unicoop Firenze ci ha dato la possibilità di continuare a lavorare, cosa non da poco visto che il momento è difficile per tutti e il lavoro scarseggia ovunque. La cooperativa ci ha confermato gli ordini giornalmente quindi sia per noi che per i nostri dipendenti che per tutto l’indotto intorno, il lavoro è proseguito regolarmente. Non abbiamo risentito troppo dell’emergenza, eccetto che per la parte organizzativa e delle misure di sicurezza che abbiamo attuato all’interno dell’azienda”.
Se l’emergenza è il meteo
Massimiliano rappresenta la terza generazione di agricoltori: suo nonno ha fondato questa azienda nel ’57. Oggi sono una ventina i lavoratori, nelle ultime settimane la paura non ha diminuito la manodopera, come altrove. In tutto l’azienda coltiva circa 65 ettari: zucchine ma non solo perché in questi terreni della Val di Cornia cresce anche il grano per una pasta di filiera corta, quella utilizzata per produrre la Pasta Tosca sviluppata sempre insieme a Unicoop Firenze.
Nelle serre crescono i pomodori che arriveranno in tavola tra poco, mentre fuori si raccolgono gli ultimi carciofi di una stagione non troppo fortunata, perché il mondo agricolo da anni lotta anche contro un’altra emergenza, come racconta Massimiliano Ercolani: “Tra gli ultimi di marzo e i primi di aprile per un paio di notti la temperatura è andata sotto zero e ciò ha comportato la perdita del 50% del raccolto di carciofi. Questo ci ha danneggiato più del Coronavirus”.
L’alba di domani
Freddo, siccità, incertezze del meteo e tutti gli imprevisti di natura sono l’emergenza con cui ogni giorno, gli agricoltori fanno i conti. Oggi si lavora con la mascherina e guardandosi in lontananza, ma la speranza per il domani resta: “Domani – continua Ercolani – non sarà facile ma noi seminiamo comunque e guardiamo al domani con speranza.
Il rapporto con Unicoop Firenze è un punto fermo, ci dà tranquillità: quella di poter pianificare e fare investimenti con la certezza che il prodotto servirà, verrà ritirato e arriverà alla vendita e sulla tavola di tanti consumatori toscani. L’emergenza c’è e non finirà subito, forse ma mangiare è un’esigenza di tutti, sempre e comunque e la terra è il bene più prezioso, garanzia del futuro di tutti e del nostro lavoro”.