In tutte le città e i paesi ci sono dei luoghi speciali: posti dove si va per sentirsi accolti come a casa. Dove c’è qualcosa di caldo per ristorarsi e un bel sorriso. La Pecora Nera a Lucca è uno di questi luoghi: un bar dove passare per la colazione, una merenda o il pranzo e sentirsi al proprio posto. Purtroppo come tante altre attività di questo tipo, a causa della pandemia, ha dovuto chiudere, per poi riaprire e infine chiudere di nuovo.
Ora si trova in una situazione di sospensione in attesa che tutto possa ripartire. Ma c’è una cosa speciale del bar La Pecora Nera: che non è semplicemente un bar. Quasi tutti i suoi dipendenti sono persone con disabilità e l’attività è organizzata in modo da favorire l’inserimento lavorativo e un’alta qualità del servizio.
Solo che con la pandemia si è fermato tutto: non solo l’attività prettamente economica, ma anche quella delle ragazze e dei ragazzi che adesso si trovano a casa, in condizione di disagio. «Il lockdown per i ragazzi disabili è un grosso problema perché hanno bisogno del contatto umano: a casa non hanno gli stessi stimoli e interazioni» spiega Adolfo Ragghianti, consigliere dell’impresa sociale e genitore di uno dei ragazzi. E questa per loro è una situazione difficile visto che sono ragazzi autonomi, «che hanno uno stipendio vero e proprio. E come tutti i lavoratori devono rispettare orari, vanno da soli al lavoro con i mezzi o in bici».
L’affetto della città
Una vera esperienza di vita autonoma. Una dedizione ripagata dalla città. Dopo poco tempo dall’inaugurazione, venendo da una precedente esperienza di ristorazione, il successo è stato enorme: già al secondo anno è stato raggiunto il pareggio di bilancio.
Oltre alle classiche attività del bar, colazioni, pranzo, merende ed aperitivi, La Pecora Nera ha proposto una programmazione settimanale aperta a tutti, fatta di laboratori pratici, concerti, yoga e molto altro. Ovviamente con un occhio di riguardo alla disabilità e ai bambini, con la presenza di uno psicologo e la partecipazione di esperti, medici e musicoterapeuti. A questo si sono aggiunti compleanni, feste di laurea, aperitivi, matrimoni, cresime e diversi catering.
«Quando i ragazzi hanno cominciato questa attività, dovevano scrivere anche gli ordini più semplici – racconta Maria Teresa Baldassari, presidente de La Pecora Nera -, ma con il tempo sono migliorati tantissimo e hanno talmente legato con i clienti che quando li vedono arrivare sanno già cosa preparare e si mettono a chiacchierare con loro. Non solo, lo scorso Natale diversi habitué si sono presentati con un pensierino per i ragazzi». Questo assume ancora maggiore importanza in un territorio dove le esperienze lavorative a contatto diretto con il pubblico non sono molte. «Il normale ciclo produttivo mal si concilia con le esigenze dei nostri ragazzi – spiega Manuel Graziani, direttore Anffas Lucca e consigliere de La Pecora Nera -, e invece le attività lavorative sono preziose per le persone con disabilità».
Proprio per questo ce n’è bisogno. «Come madre di un ragazzo disabile ma anche per l’esperienza maturata nel tempo, posso dire che l’inserimento nel mondo del lavoro è una cosa fondamentale, perché permette di stare al contatto con il pubblico – continua Maria Teresa Baldassarri -. Non è facile: le capacità dei ragazzi sono messe alla prova attraverso l’impatto con le altre persone, ma i risultati sono fantastici, perché si crea quasi sempre una forte empatia». A questo si aggiunge il rapporto di amicizia e complicità che si è formato all’interno dello staff. «Il bar è il nostro centravanti di sfondamento – aggiunge sorridendo il direttore Graziani – l’ultima gemma di una lungimirante idea pionieristica».
Progetti per i ragazzi e le famiglie
La Pecora Nera però non è un’esperienza solitaria, è uno dei progetti di Anffas Lucca (Associazione nazionale di famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) guidata da Gabriele Marchetti. «A Lucca contiamo circa 350 ragazzi con relative famiglie – spiega il presidente Marchetti – che seguiamo attraverso una serie di servizi che eroghiamo tutti i giorni con i centri diurni, semiresidenziali, i progetti di socializzazione e la casa famiglia». A questi si aggiungono l’attività di assistenza scolastica, i laboratori di ceramica e di falegnameria e il negozio collegato.
Infine le attività lavorative nella fattoria didattica Agricola Carraia e al bar La Pecora Nera. «La nostra è un’associazione di genitori di figli disabili – continua Marchetti – ciascuno di noi è profondamente coinvolto. E lo dico da genitore: la soddisfazione di vedere ragazzi come questi lavorare in un bar con tanto entusiasmo e voglia di fare, riempie il cuore».
Nessuno indietro
Alla Pecora Nera serviranno fondi per ripartire, per riprendere le prime forniture e molto altro. «Non siamo un bar di passaggio – spiega Ragghianti – e avremo bisogno di un aiuto per ricominciare». Ed è qui che arriva “Nessuno Indietro”, l’iniziativa di Unicoop Firenze che ha messo in campo un contributo economico di 1 milione e 350.000 euro a sostegno delle associazioni di volontariato del territorio.
Sono 121 i progetti sostenuti in 7 province della Toscana (Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Siena), in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie, per ridurre le conseguenze dell’emergenza Coronavirus, che sta mettendo a dura prova il tessuto sociale ed economico del nostro Paese, amplificando ulteriormente le disuguaglianze tra i cittadini.
Questo bar permette ai ragazzi di affacciarsi alla vita e costruirsi un futuro. Un luogo da cui poter ripartire, tutti insieme.