Quattromila soci nella Sala Nervi in Vaticano per ascoltare in udienza riservata Papa Francesco

Le emozioni della giornata nelle parole di chi ha partecipato

Sono partiti chi alle 4 di mattina chi alle 5, da ogni provincia della Toscana, in quattromila fra soci, dipendenti e rappresentanti delle associazioni che collaborano con Unicoop Firenze, per arrivare a Roma alla vigilia dell’Epifania.

Quasi novanta pullman con destinazione Vaticano, per ascoltare in udienza riservata Papa Francesco che, arrivato in Sala Nervi con l’aiuto di un bastone, ha tenuto un breve ma significativo discorso, che ha toccato i valori fondanti della cooperativa. La commozione suscitata dalle parole del Papa la ritroviamo nei commenti entusiasti che hanno popolato i canali social dell’Informatore e nelle dichiarazioni rilasciate dai soci in piazza San Pietro.

Per Rita, dalla Valtiberina, «è stata un’esperienza meravigliosa. Siamo venuti da diversi comuni della nostra zona, perché il Papa ci dà speranza e forza per portare avanti i nostri progetti in cooperativa». «È stata l’occasione per vedere da vicino il Papa, una persona che apprezzo molto, in un ambiente bello come la Sala Nervi» racconta soddisfatto Andrea da Lucca, mentre Francesco da Firenze aggiunge: «Andando a fare la spesa poco prima di Natale, ho visto la locandina dell’evento e mi è sembrato imperdibile. Da persona di fede ho voluto partecipare».

A qualcuno come a Marta da Lastra a Signa è parso un po’ strano che il Papa ricevesse una delegazione della cooperativa, «ma abbiamo valori comuni come la solidarietà e la pace» ed è vero che «Bergoglio accoglie tutti e lo ha dimostrato anche oggi – precisa Angela da Lucca -. Anche se ci ha dedicato poco tempo, perché sofferente e affaticato, è comunque sceso tra le persone per salutare ed esserci vicino». Sofferenza, quella del pontefice, che per Antonio da Pistoia riempie di ulteriore significato le belle parole «per le azioni di solidarietà messe in atto dalla cooperativa e dalla Fondazione Il Cuore si scioglie».

«Torno a casa con un poco più di serenità e di speranza» commenta Liliana da Sesto Fiorentino.

Dello stesso parere anche Letizia da Siena: «Dopo tanti anni di collaborazioni e di progetti portati avanti insieme dalla Fondazione Il Cuore si scioglie con l’Elemosineria del Papa, questa udienza è una conseguenza logica. Siamo due realtà che amano l’essere umano, vicino e lontano».

E dei passaggi del discorso papale quali hanno impressionato di più? Due, in particolare, hanno messo tutti d’accordo: «Quando ha detto che si deve guardare la sofferenza degli altri negli occhi – racconta Giada da Pistoia – e quindi non limitarsi ad aiutare gli altri semplicemente dando del denaro, ma comprendere la sofferenza, empatizzando».

«Mi ha colpito quando ha detto che dobbiamo toccare l’indigenza, che significa che dobbiamo metterci il cuore» dichiara Marina, arrivata a Roma da Arezzo. E il cuore torna anche nell’altro punto toccato dal pontefice, apprezzato anche da chi si dichiara non credente, ma semplicemente una persona curiosa, come Anna Maria dalla Valdera: «Questo Papa lo ascolto perché mi sembra diverso dagli altri che l’hanno preceduto, è un uomo fra gli uomini e mi sono trovata particolarmente d’accordo quando ha detto che mente, cuore e mani devono agire all’unisono». «Che conoscenza, amore e azione siano presenti nella vita di tutti giorni allo stesso modo è un messaggio che porterò a casa e ne farò tesoro» conclude Maria da Lucca.

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