Papa Francesco riceve in udienza riservata Unicoop Firenze e la Fondazione Il Cuore si scioglie

L’incontro si è svolto il 5 gennaio nell’Aula Paolo VI e ha visto la partecipazione 4mila soci Unicoop Firenze. Solidarietà, importanza della cooperazione, sostegno alla povertà alcuni dei temi toccati nel discorso del Pontefice

Venerdì 5 gennaio, Papa Francesco ha ricevuto in udienza riservata Unicoop Firenze e la Fondazione Il Cuore si scioglie: l’incontro si è svolto nell’Aula Paolo VI e ha visto la partecipazione di oltre 4mila persone, fra soci e dipendenti di Unicoop Firenze e volontari delle associazioni del territorio che collaborano con le sezioni soci Coop.

Una giornata speciale e una grande emozione per i partecipanti che, da tutta la Toscana, hanno raggiunto Roma con 90 bus organizzati dalla Cooperativa per dare la possibilità di incontrare il Pontefice: in tanti hanno gremito la Sala Nervi, con le prime file occupate dai rappresentanti della cooperativa e della Fondazione il Cuore si scioglie che hanno consegnato al Pontefice alcuni doni.

Oltre che per il Cinquantesimo della Cooperativa, l’udienza è stata concessa alla Cooperativa e alla Fondazione in seguito alla collaborazione nata dal 2020 con l’Elemosineria del Papa: le missioni in Vaticano sono state organizzate dopo che l’elemosiniere del Papa aveva evidenziato la necessità di generi alimentari per sostenere le famiglie povere e chi non ha una casa e dorme nelle stazioni della capitale. La cooperativa e la Fondazione hanno raccolto le richieste di intervento donando cibo e coperte, organizzando raccolte alimentari nei supermercati di zona e inviando un tir destinato ai profughi della guerra in Ucraina.

L’incontro

Papa Francesco ha accolto la delegazione con un ringraziamento per l’impegno solidale e per la testimonianza fatta da una cooperativa che ha saputo andare avanti, raggiungendo l’importante traguardo dei cinquanta anni di storia e azione. Qui di seguito il discorso integrale del Pontefice.

Per conoscere, dobbiamo conoscere con la mente, con il cuore e poi fare con le mani” (Papa Francesco)

«Cari fratelli e sorelle, benvenuti! Saluto la Presidente e tutti voi. Sono contento di incontrarvi, così numerosi, alla vigilia dell’Epifania. Questa Festa, come tutto il Tempo di Natale, ci chiama a celebrare il mistero dell’Incarnazione del Signore: nel Bambino Gesù vediamo come Dio si è fatto vicino a noi nella nostra povertà (cfr Fil 2,6-7), indicandocela come via privilegiata per incontrarlo. E questo contesto spirituale è significativo anche per il vostro impegno, che da 50 anni, come Cooperativa, e da oltre dieci, come Fondazione, è rivolto alle persone più bisognose, in vari ambiti di servizio: all’indigenza economica al bisogno di cultura, dalla solitudine all’esigenza di formazione, utilizzando, oltre ai consueti mezzi di aiuto finanziario e alimentare, tanti altri strumenti, come l’escursionismo, la letteratura, l’arte e la musica. Grazie, grazie di questo. Unicoop Firenze è nata – cito lo Statuto – per «salvaguardare gli interessi dei consumatori, la loro salute e sicurezza anche accrescendone e migliorandone l’informazione e l’educazione» (n. 2).
Così facendo, nel 2010 ha poi dato vita alla Fondazione “Il Cuore si scioglie”, pensata per spingere le persone a fare qualcosa per gli altri: potremmo dire, usando un’espressione biblica, per favorire la formazione di “cuori di carne” al posto di “cuori di pietra” (cfr Ez 36,36). E questa è una cosa molto bella: il cuore è una fonte di conoscenza. Qualcuno mi dirà: “Ma no, Padre, noi conosciamo con la mente, con l’intelletto”. Questa, da sola, è una conoscenza incompleta. Senza il cuore non c’è conoscenza umana. Per conoscere, dobbiamo conoscere con la mente, con il cuore e poi fare con le mani. Non dimenticate i tre linguaggi: che la mente sia unita al cuore e alle mani, che il cuore sia unito alle mani, per fare, e alla mente; e che le mani siano al servizio del cuore e della mente. Non dimenticate questo, nel vostro agire. E vorrei proprio fermarmi un momento a riflettere con voi sul valore di questo cammino. Infatti, considerando fin dall’inizio la tutela del consumatore al di sopra del suo semplice aspetto commerciale, voi siete arrivati a coglierne una dimensione umana fondamentale: quella di aiutare ciascuno a fare qualcosa per gli altri, cioè a vivere la carità, l’amore fattivo (cfr Lett. Enc. Fratelli tutti, 87). In questo modo ricordate che salvaguardare il bene della persona significa non solo prendersi cura di alcuni suoi interessi settoriali, ma promuoverne la piena realizzazione e dignità. E a questo livello l’incontro tra chi ha maggiori possibilità e chi invece è nell’indigenza, lungi dal ridursi a mera filantropia, costituisce sempre la provvidenziale opportunità per un arricchimento reciproco. Proponete così un modello di tutela che unisce i singoli non tanto “contro” la minaccia di un comune avversario, quanto “per” la costruzione di relazioni virtuose di reciproco sostegno (cfr ivi, 215). E tutto questo lo fate con tanta creatività, come avviene quando si lavora insieme animati da un sogno comune. Essere vicino alle persone che noi aiutiamo, essere vicini. Quando, nelle confessioni, a volte domando alle persone: “Lei fa elemosina, aiuta?” – “Sì, sì” – “E mi dica, quando lei fa l’elemosina, guarda negli occhi la persona, tocca la mano, o butta i soldi lì?”. Toccare, toccare l’indigenza, toccare, un cuore che tocca; guardare e capire. Non dimenticatevi questo. Cari amici, grazie per quello che fate, in Italia e all’estero; in particolare, in questo momento drammatico, a sostegno della martoriata Ucraina: è terribile, quello che succede lì! Grazie per la vostra collaborazione con il Dicastero per il Servizio della Carità, le cui attività sostenete da tempo. Continuate a puntare, nel vostro lavoro, allo sviluppo integrale della persona, alla crescita comunitaria nella condivisione di risorse e competenze, all’inclusione valorizzando ciò che ciascuno porta di proprio, per il bene di tutti. Vi benedico e vi auguro ogni bene per l’anno da poco iniziato. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me, pregare a favore, non contro! Grazie».

Il Papa è poi sceso accompagnato nella sua carrozzella, in platea a salutare personalmente i presenti, commosso dal lungo e sentito applauso.

In dono al Papa

Nel momento della consegna dei doni la Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze Daniela Mori ha illustrato quanto portato in dono: «Santo Padre, siamo onorati di consegnarle questi doni come esempio di quanto come Cooperativa e Fondazione Il Cuore si scioglie facciamo: questa cesta contiene alcuni dei prodotti della solidarietà con cui sosteniamo i più fragili e bisognosi. Le consegniamo anche quest’opera del maestro artigiano della tradizione orafa fiorentina Paolo Penko realizzata in occasione del Cinquantesimo di Unicoop Firenze: le mani che si uniscono rappresentano la forza dell’unione e i valori della nostra cooperativa».

Un terzo dono della cooperativa è stata la riproduzione di un’icona della Vergine che scioglie i nodi. Il dipinto rappresenta la Madonna intenta a sciogliere i nodi di un nastro. Da sempre il Papa manifesta una forte devozione verso questa immagine, e ne ha diffuso il culto particolarmente in Argentina. Il Pontefice ha ringraziato, ha commentato che nel presente sono molti i nodi da sciogliere e ha esortato a portare avanti l’impegno solidale e a dare continuità al modello cooperativo.

Oltre che per il Cinquantesimo della Cooperativa, l’udienza è stata concessa alla Cooperativa e alla Fondazione in seguito alla collaborazione nata dal 2020 con l’Elemosineria del Papa: le missioni in Vaticano sono state organizzate dopo che l’elemosiniere del Papa aveva evidenziato la necessità di generi alimentari per sostenere le famiglie povere e chi non ha una casa e dorme nelle stazioni della capitale. La Cooperativa e la Fondazione hanno raccolto le richieste di intervento donando cibo e coperte, organizzando raccolte alimentari nei supermercati di zona e inviando un tir destinato ai profughi della guerra in Ucraina.    

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