Unicoop Firenze contribuisce al Pil regionale per 1 miliardo di euro

Presentati al Teatro della Pergola i risultati di due ricerche curate da Nomisma per Unicoop Firenze nell'ambito del convegno "La Toscana e Noi".

Come va l’economia toscana? Quale è il contributo di Unicoop Firenze all’economia regionale e alla valorizzazione del territorio? Come cambiano i consumi dei toscani e che valore acquista la sostenibilità ambientale nelle scelte dei consumatori? Queste le domande a cui risponde la quinta edizione del convegno La Toscana e Noi, che si è tenuto questa mattina al Teatro della Pergola a Firenze.  

Due le ricerche illustrate, entrambe curate da Nomisma per Unicoop Firenze, per fare luce sul futuro dell’economia, sul valore aggiunto della presenza e delle attività di Unicoop Firenze e per approfondire le nuove tendenze di consumo in Toscana, alla luce da un lato della pandemia, dall’altro della sempre maggiore rilevanza del tema ambientale.  

Il convegno è stato introdotto da un saluto del sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha rilanciato, chiamando all’impegno anche i soci e tutta Unicoop Firenze, l’idea che le grandi città e quelle che attraggono imponenti flussi turistici possano utilizzare il loro potere di acquisto per decidere di comprare più locale, stagionale e biologico e diventare protagoniste delle politiche alimentari. È inoltre intervenuto l’antropologo Marino Niola e a seguire la presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze, Daniela Mori.  

Intervento di Marino Niola

Il cibo, elemento identitario ed emblema di sostenibilità

Dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia, torna anche l’appuntamento La Toscana e noi, che per noi rappresenta il momento per incontrare il territorio, i nostri soci, i portatori di interesse e le istituzioni. La Toscana e noi è anche l’occasione per fare il punto sulla nostra presenza nella regione, che resta salda sui numeri pre-pandemia, con un contributo al PIL di circa un miliardo di euro e di oltre 13mila unità di lavoro solo in Toscana. Anche quest’anno il focus è sul cibo, come elemento identitario e come emblema della sostenibilità. Attorno al cibo ruotano le parole chiave del nostro impegno: ambiente, filiere, territorio, lavoro, salute ma anche convivialità e socialità. Vediamo dalla ricerca presentata oggi che i toscani ed i nostri soci sono già su questa strada”, afferma Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze.

Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze

“Come presidente della Regione Toscana posso affermare che non avremmo una regione che si presenta così se non avessimo sul territorio una realtà come Unicoop Firenze che svolge una attività fondamentale di distribuzione, nel commercio, ma anche che fornisce servizi alla comunità alle migliori condizioni possibili, una realtà che nasce dall’incontro di più cooperative tocane, dalla possibilità di mettere su il primo supermercato e poi diventare uno dei principali attori dell’economia non solo toscana, mettendo al primo posto la qualità del cibo, le filiere e il risparmio delle famiglie, ma anche rispetto degli altri e attenzione alla propria terra”, sottolinea Eugenio Giani, presidente Regione Toscana.

Nardella: una nuova agenda per il cibo

“La mia proposta è quella di scrivere – insieme i sindaci delle città italiane, attori del mondo dell’economia dell’alimentazione, e il governo nazionale – una agenda per il cibo, che metta al centro la promozione delle filiere corte, la redazione di piani urbani per le politiche alimentari che riguardino l’educazione alimentare nelle scuole, il rapporto tra la campagna e la città, una rigenerazione urbana sostenibile improntata alla promozione degli spazi verdi, la realizzazione di orti sociali in tutte le nostre città. Questa agenda può diventare il nucleo di una legge nazionale sul cibo, che stabilisca priorità valori metodi e politiche per un nuovo modello di sostenibilità alimentare. La Coop può essere l’attore principale che coordina la rete delle imprese, creando collegamenti con i cittadini e le istituzioni nazionali. Possiamo inoltre coinvolgere la FAO che ha la sede internazionale proprio in Italia a Roma, con la quale, in occasione dell’ultimo G20 dell’agricoltura a Firenze, abbiamo stabilito di avviare una collaborazione su questi temi”, dichiara Dario Nardella, sindaco di Firenze.

La ricerca di Nomisma

L’analisi di Nomisma presentata oggi al Teatro della Pergola parte dall’illustrazione del quadro macroeconomico, che vede una economia mondiale che torna a crescere, anche se con un recupero asimmetrico fra i Paesi, con l’Italia che, si stima, nel 2021 arriverà a segnare un +6,1% del PIL. La situazione toscana si delinea con la regione che avrà anch’essa un trend crescente, ma in maniera più leggera a causa della frenata del turismo estero che penalizza l’economia regionale e non viene compensato dal seppur deciso aumento del turismo interno. Quinta regione italiana per esportazioni, la Toscana arriva nell’export a superare i livelli pre-pandemia mettendo a segno un +33% nei primi sei mesi del 2021 rispetto al 2020 (+10% rispetto al 2019).  

Scarsità e aumento dei prezzi delle materie prime

A tutti i livelli l’economia si trova a fare i conti con la scarsità e l’aumento dei prezzi delle materie prime, che mettono a rischio la transizione ecologia e digitale, coinvolgono anche l’agroalimentare e arrivano così a pesare sul cibo. Complici anche le difficoltà della logistica, infatti, l’aumento dei prezzi arriva anche sui generi alimentari e le bevande. Sebbene non al livello dell’inflazione su bollette e trasporti, anche l’aumento dell’alimentare rischia di farsi sentire sul potere di acquisto delle famiglie (+0,6% in Toscana, +1,2% a livello italiano la variazione dei prezzi a settembre 2021 rispetto a settembre 2020), specialmente tenendo conto che si tratta di una spesa, quella per il cibo, che costituisce in media il 15% del totale dei consumi.  

In questo contesto Unicoop Firenze continua a generare anche nel 2020, nonostante la pandemia, un valore aggiunto di quasi un miliardo di euro nella sola Toscana. In Italia lo stesso valore arriva a 2,4 mld di euro. Unicoop Firenze, che ha 7.691 lavoratori al 31.12.2020, raggiunge con occupazione indiretta e di filiera 13.300 unità di lavoro in Toscana e 37.000 a livello nazionale. 

Toscani: attenzione all’ambiente e alla sostenibilità

Nel corso della mattinata è stato presentato anche un focus sul consumatore toscano, da cui emerge una spiccata attenzione per la sostenibilità e l’ambiente. Il riferimento è il socio Unicoop Firenze (in oltre l’80% delle famiglie toscane nei territori su cui opera la Cooperativa c’è almeno un socio Unicoop Firenze). Se infatti le tematiche ambientali rappresentano una priorità per il 66% degli italiani, questa percentuale sale al 73% fra i toscani. 

L’ambiente è la principale declinazione che i toscani danno al tema della sostenibilità: per il 95% dei toscani essere sostenibili significa garantire la disponibilità e la qualità delle risorse naturali. Tra gli altri aspetti connessi al concetto di sostenibilità anche quello sociale – che collega alla sostenibilità la garanzia di una buona qualità della vita, di sicurezza e di servizi per i cittadini (indicato dal 76% dei toscani), etico e a tutela del benessere dei lavoratori (71%) ed economico (67%)

L’attenzione all’ambiente – finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 – si manifesta con comportamenti e abitudini di acquisto che i toscani mettono in pratica già ora o inizieranno a fare nei prossimi 6 mesi. Tra le abitudini adottate con regolarità dalla maggior parte dei toscani la riduzione o l’eliminazione dello spreco alimentare (il 92% lo fa già quotidianamente e il 6% inizierà a farlo presto). Importanti anche l’impegno a limitare gli sprechi energetici, la riduzione dell’uso di confezioni in plastica vergine e la preferenza per forme di mobilità dolce (spostamenti a piedi e in bicicletta).  

Guardando ai comportamenti di acquisto sostenibili, i toscani propendono per acquistare solo il necessario, preferendo prodotti con poco imballaggio e caratteristiche di sostenibilità. 

Secondo i toscani un prodotto alimentare è sostenibile quando viene prodotto nel rispetto dell’ambiente e limitando l’impatto sull’ecosistema (63%), presenta una confezione realizzata con materiali sostenibili (44%) o senza plastica (22%), deriva da una produzione locale e legata al territorio (33%) e viene proposto ad un prezzo equo che garantisca la giusta remunerazione a tutti gli attori della filiera (24%). 

La sostenibilità a tavola

La sostenibilità a tavola rappresenta un aspetto talmente prioritario per i toscani da rappresentare un importante driver di scelta dei prodotti da acquistare. Al momento di mettere un prodotto nel carrello, infatti, i toscani valutano in prima battuta origine italiana e sostenibilità ambientale, mentre la convenienza arriva come terzo criterio di selezione, seguita da tracciabilità, sostenibilità della confezione e effetti benefici per la salute del dato prodotto.  

Tra le caratteristiche che i toscani ricercheranno con maggior intensità nel 2022 rispetto al pre-Covid quelli di produttori locali, a marchio biologici e tipici regionali.  

Uno sguardo al futuro

Guardando inoltre al 2030, oltre 8 toscani su 10 sono pronti a veder cambiare la propria “tavola”. L’83% dei toscani (il dato italiano è 77%) è infatti convinto che nei prossimi 10 anni mangerà cibi diversi quelli consumati oggi. A guidare il cambiamento saranno soprattutto i nuovi stili di vita, la lotta al cambiamento climatico ma anche la disponibilità delle materie prime – a causa della scomparsa di alcune di queste – o per l’inserimento nella dieta di ingredienti nuovi o alternativi. La tavola del futuro, oltre che più sostenibile, avrà anche un tasso di tecnologia maggiore, considerato che 8 toscani su 10 ritengono che saranno proprio tecnologia e ricerca scientifica a sostenere l’offerta di cibo sostenibile.  

Approfondimenti

Un estratto delle due ricerche.
L’Italia del futuro. La sostenibilità al centro
Lo scenario macroenomico e il ruolo di Unicoop Firenze

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