I premi del Teatro: Scenario, una storia lunga più di 30 anni

Un riconoscimento promosso da un piccolo gruppo di operatori teatrali nel 1987, che scommette sulla creatività giovanile e sulle nuove generazioni

Casateatro
Casateatro
Casateatro è un progetto di Unicoop Firenze realizzato in collaborazione con Murmuris Teatro per creare un gruppo di spettatori consapevoli e promuovere la partecipazione ed il coinvolgimento attivo del pubblico nella vita dei teatri toscani.

Era il 2009 e partecipammo al Premio Scenario. Per una giovane compagnia come la nostra, esistevamo infatti solo da due anni, era un punto di partenza fondamentale: era l’occasione di far vedere quello che stavamo facendo, di mettere alla prova la nostra ricerca, di confrontarci con artisti e critici del panorama nazionale. Avevamo in mano uno spunto molto buono su cui stavamo lavorando da qualche mese.

Il progetto si intitolava Virdzina ed era la storia di un fenomeno che fino a vent’anni prima era presente in Ex-Jugoslavia e in Albania, tra le vette aspre e durissime della penisola balcanica. Una terra in cui il figlio maschio veniva invocato come un raccolto ricco e, nelle famiglie numerose e sfortunate, l’ultima nata femmina, si sacrificava. Non si sopprimeva, perché due braccia servivano e un uomo alla morte del padre, doveva portare avanti la casa. Si sacrificava il suo sesso, la sua identità. La neonata diventava maschio.

Avevamo partecipato alla prima parte della selezione che si svolgeva in Toscana, nella splendida Città del Teatro di Cascina: presentammo come da regolamento 5 minuti di lavoro e poi ne discutemmo con la giuria, che curiosa e attenta ci pose diverse domande.
Poco tempo dopo la notizia che eravamo nella rosa dei semifinalisti insieme ad altre 54 compagnie da tutta Italia che avrebbero dovuto presentare uno spezzone di 20 minuti dello stesso lavoro. La nostra sede di convocazione fu L’Aquila, proprio in questi giorni di aprile circa.

E così ci ritrovammo in una città invasa dal teatro e dai teatranti, che per pochi giorni apriva i suoi teatri a giovani artisti che speranzosi mettevano alla prova il loro lavoro. Tutto avveniva a porte aperte e così, ognuno andava a vedere il lavoro degli altri, a volte per giudicarlo maldestramente, a volte per sentirsi un po’ più sicuro, ma spesso però per sincera curiosità. Era il 2009 e in quei giorni vedemmo affacciarsi sulla scena artisti oggi pienamente riconosciuti, ma allora timidamente emergenti.

Babilonia Teatri – Made in Italy – foto di Malì Erotico- da Press Area associazione Scenario

Ma sicuramente ci saremmo ricordati per sempre di quel Premio Scenario, non solo per la qualità dei lavori, ma anche perché il 6 aprile una scossa sismica molto potente diede il via al terribile terremoto che distrusse parte della città. Il teatro in cui avevamo portato il nostro spezzone di Virdzina era la ex chiesa di San Filippo: un luogo sconsacrato adibito a piccolo auditorium e gestito all’epoca dal Teatro Stabile d’innovazione L’Uovo, uno dei partner del Premio Scenario, oggi fuso con il Teatro Stabile d’Abruzzo
Ecco, il 6 aprile il Teatro San Filippo riportò lesioni gravi di taglio sulle murature e parte della vela campanaria crollò. La facciata esterna subì un distacco dall’edificio, e noi, diciamo così, ci salvammo per poche ore.

Terremoto a L’Aquila un anno dopo. Foto Riccardo Civico, Istituto Nazionale di Geofisicae Vulcanologia, Italia, 2010 (da https://imaggeo.egu.eu/)

Non rientrammo nei finalisti e quell’anno vinsero i Codice Ivan con lo spettacolo Pink, Me & The Roses, un lavoro che indagava l’idea di limite, la soglia tra il corpo del performer in scena e il suo personaggio, tra lo spettacolo come evento linguistico e la sua distruzione.

Babilonia Teatri- made in Italy- Foto di Malì Erotico – 2 luglio 2019 da Press Area Associazione Scenario

Negli anni a seguire, per noi, il Premio Scenario è continuato ad essere un premio di riferimento, a volte siamo stati tra il pubblico dei finalisti e spessissimo abbiamo ospitato nelle nostre stagioni al Teatro Cantiere Florida compagnie vincitrici o segnalate dalla giuria di critici che lo animano. Questo perché riconosciamo a questo progetto una grande attenzione ai nuovi linguaggi “individuando nel rapporto fra le generazioni e nella trasmissione dell’esperienza i fondamenti per la vitalità e lo sviluppo della cultura teatrale.

Da allora la storia del premio ha attraversato molte generazioni di artisti, diverse fasi teatrali, “ondate” di rinnovamento, venti di crisi, assetti istituzionali più o meno favorevoli. Ma Scenario non ha cambiato la formula e l’ispirazione che lo tengono in vita, e nemmeno il ruolo che svolge, seppure in una geografia teatrale profondamente mutata.” (www.associazionescenario.it)

Negli anni l’associazione ha raccolto nuove adesioni, fino a contare attualmente 33 strutture associate (centri, compagnie, teatri, festival, circuiti) che mettono le proprie risorse economiche, umane e professionali, al servizio dei giovani, investendo non solo nei progetti candidati al premio, ma anche nel dialogo con le nuove generazioni.

Tantissimi i progetti vagliati, circa 3000 per oltre 10.000 giovani artisti. Circa 750 sono stati i progetti presentati pubblicamente durante le varie tappe, e più di 200 i progetti finalisti, presentati di fronte a un qualificato pubblico di critici, studiosi, operatori, artisti.

Tanti gli artisti e i progetti che hanno cominciato proprio con il Premio Scenario e che oggi compongono la scena contemporanea di qualità. Pensiamo tra gli altri a Davide Enia, Emma Dante/Compagnia Sud Costa Occidentale, Sotterraneo, Babilonia Teatri, Marta Cuscunà, Anagoor, Caroline Baglioni, DispensaBarzotti, e Liv Ferrachiati.

Mi piace concludere, ricordando le parole di Marco Baliani, ideatore e fondatore di Scenario oggi presieduto da Cristina Valenti:

«In una società dove predominano gli X Factor in ogni disciplina, dal cibo alla scrittura alla musica, Scenario appare sempre più come un’isola a sé, una zona franca, non idilliaca né a tutti i costi priva di posizioni diverse o in contrasto tra loro, un luogo però dove il “noi” prevale ancora sull’“io” individualista ed esasperato che accompagna ogni nostro gesto sociale.

Ma questo non basta a fare di Scenario un esempio unico e finora irripetibile, c’è poi la particolare cura con cui si sceglie davvero di privilegiare le giovani generazioni, giovani non tanto in senso anagrafico quanto giovani nel formarsi dell’idea creativa, nel promuoversi come singolo o come gruppo, nella genesi del percorso che dalle tappe regionali porta poi alle giornate della finale.

La “giovinezza”, dunque, del Premio Scenario sta in questa disposizione d’animo a cogliere non tanto il “nuovo”, termine ormai abusato in tutti i campi, quanto l’originale, l’imprevisto, quello che non ci si aspetta di trovare. Se si scorre l’elenco dei gruppi e degli artisti che negli anni hanno partecipato al premio, si vede che Scenario ha davvero intercettato l’emergere di poetiche e di talenti “alieni”, di percorsi creativi “altri” che hanno poi dato vita nel loro evolversi alla storia stessa del teatro italiano».

Da Un’isola a sé, premessa a C. Valenti (a cura di) Scenari del terzo millennio. L’osservatorio del Premio Scenario sul giovane teatro, Titivillus, 2018, pp. 7-9.

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