Ha compiuto cento anni tondi tondi alla fine di agosto e poche settimane fa era in prima fila alla sfilata che la maison Gucci ha organizzato sull’Hollywood Boulevard per festeggiare, guarda caso, anche lei i suoi primi cento anni.
La storia di Iris Apfel è arcinota. Lei, ironicamente, si fa chiamare “icona geriatrica”: «Mi rifiuto di diventare una vecchia bacucca: mi sono autoproclamata l’Adolescente più attempata del mondo e ho intenzione di continuare così». Rossetto rosso fuoco, capelli cortissimi bianchi, megaocchiali tondi (ne ha una collezione), Iris certo si farebbe una bella risata se qualcuno osasse chiamarla Befana. Lei, che per decenni ha arredato la Casa Bianca con la sua estrosa azienda di tessuti, ha effettivamente la forza, l’intelligenza, l’ironia e la voglia di vivere di una ragazzina (guardare il documentario Iris di Albert Maysles o la recente biografia Iris Apfel, icona per caso).
Se da una parte l’arguta Iris dichiara: «More is more, less is a bore» (che si potrebbe tradurre in “molto è bello, poco è una noia”), dall’altra non disdegna il ruolo di Befana moderna che invece di portare i regali invita a comprarli: non solo le è stata dedicata una Barbie, ma ha ottenuto una cattedra in Texas, ha firmato una linea di cosmetici per la Mac, nel 2016 ha recitato in uno spot per la Citroen DS3 e nel febbraio 2019 ha firmato un contratto con l’agenzia americana Img Models per curare la propria immagine.
Il suo segreto? «Per essere interessanti bisogna avere interessi. Conservare lo stupore, non prendersi troppo sul serio ed essere curiosi: ecco il mio elisir di lunga vita. Così ci si mantiene giovani, un po’ bambini, aperti alle novità e pronti a un’altra avventura». Un’avventura che si chiama nuove tecnologie e social network, dai quali i nuovi nonni sembrano essere sempre più affascinati.
Non crediate che Iris sia una rara avis (un uccello raro), così come recitava la sua mostra al Moma di New York. Abbondano sui social network figure di nonagenarie brillanti e socialmente attive. È il caso di Licia Ferz, novantunenne istriana trapiantata a Viterbo. A lanciare la nonna su Instagram è stato il nipote trentacinquenne, Emanuele Usai, esperto di digital marketing. L’obiettivo non era certo far diventare nonna Licia un’icona geriatrica, ma sollevarla dalla depressione in cui era caduta dopo la morte di nonno Aldo. In breve Licia ha collezionato quasi 210.000 follower, diventando così l’influencer più anziana d’Italia. Schiettezza e ironia sono le sue armi segrete. Chi sono i suoi follower? «L’età va dai 18 agli over 65 e più dell’80% sono donne – risponde pronta -. Tra i Paesi, oltre l’Italia, Stati Uniti, Brasile, Russia, Inghilterra, Francia, Germania, Australia e Canada». Una nonna italiana che coinvolge australiani e canadesi avrà sicuramente un segreto. «Il segreto? Dico sempre cosa penso. Mi propongo come sono, non c’è niente di studiato. E poi i follower conoscono la mia storia. Nella vita ne ho passate un bel po’. Ho perso mia figlia Marina, la mamma di Emanuele, quando lui era molto piccolo e nel 2017 è mancato mio marito dopo una lunga malattia e più di sessant’anni insieme. Caduta in depressione, mi sono rialzata con l’aiuto di Emanuele». Una storia forte, che ispira e solleva molti di coloro che la seguono. La ringraziano dell’esempio, del modello di vecchiaia positiva che riesce a trasmettere. «La terza età non è stare appartati, vestiti di nero – avverte Licia – può al contrario essere una fase meravigliosa, piena di colori, molto divertente, e questo modo di affrontarla piace tanto anche ai giovanissimi. La cosa che mi dà più soddisfazione è quando proprio loro ci contattano per dire che, dopo aver visto me, hanno sentito il desiderio di passare più tempo con i nonni».