Sono da alcuni anni la novità più amata sul mercato delle tecnologie legate alla salute. Nonostante la pandemia, il mercato degli smartwatch ha visto, nel primo semestre 2020, una crescita del 20% con oltre 42 milioni di dispositivi venduti. Le previsioni per i prossimi cinque anni stimano un tasso di crescita annuo del 18,32%.
Battito sotto controllo
Gli orologi da polso multifunzione sono particolarmente apprezzati da chi fa sport, anche a livello amatoriale. Se negli Usa hanno superato le vendite degli orologi tradizionali, viene spontaneo chiedersi se sia una moda o se abbiano invece un’effettiva utilità.
Visto anche il numero rilevante di falsi positivi che registrano, non possono forse ingenerare più preoccupazione che altro? «Tutto dipende da come li si usa» spiega il professor Francesco Fattirolli, cardiologo e professore associato all’Università di Firenze. Come? «C’è una grossa differenza se li si adopera come strumento di tipo sanitario o semplicemente come supporto per fare sport, per verificare la pressione e il battito cardiaco. Nel primo caso dovrà essere monitorato con il cardiologo, e i dati condivisi e letti insieme in tempo reale, poi riconfermati a livello clinico».
Attenzione, dunque, al fai da te. Bisogna sempre avere l’accortezza di rivolgersi ad un professionista se l’orologio segnala qualcosa che non va. «È capitato che persone sane abbiano scoperto, attraverso questi strumenti, di avere aritmie che altrimenti non avrebbero rilevato – continua Fattirolli -. Se ben usato, lo ripeto, può essere un ottimo supporto sanitario da remoto, per monitorare la salute del paziente attraverso la app collegata sullo smartphone e condivisa con il proprio medico».
Oltre la musica
Le principali funzioni, oltre a quelle classiche di Gps e per ascoltare la musica, garantiscono il tracciamento e la misurazione di alcuni parametri relativi all’attività fisica e sportiva, come ad esempio il tempo, la distanza, le calorie bruciate, il dislivello; la rilevazione del battito e la frequenza cardiaca, il grado di saturazione dell’ossigeno nel sangue, la frequenza respiratoria, la pressione arteriosa, il massimo volume di ossigeno consumato per minuto, la temperatura cutanea, i cicli del sonno. Alcuni modelli sono in grado di registrare un elettrocardiogramma a una derivazione, cioè solo dal polso. Tutti i modelli si connettono a un’app che consente di consultare ed eventualmente condividere i propri dati con altri (medici, familiari, amici).
C’è poi la funzione che monitora la saturazione di ossigeno, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e il movimento per tutta la notte. Attraverso un algoritmo, ScanWatch è in grado di misurare i disturbi respiratori, che sono un indicatore dell’apnea del sonno. Questa funzione è in corso di certificazione come dispositivo medico.
Utili per diagnosi precoci
Gli sforzi dei maggiori produttori di smartwatch sono rivolti a rendere questi dispositivi utili per una diagnosi precoce di alcune patologie, come ad esempio la fibrillazione atriale, che in Europa riguarda circa il 2% della popolazione e 1 anziano over 65 su 12, o le apnee notturne. Questa capacità è stata testata in alcuni studi clinici, nei quali a pazienti con Apple Watch che ricevevano notifiche di irregolarità del battito cardiaco è stato fornito un dispositivo medico per una verifica. Su 450 casi esaminati, nel 34% la diagnosi di fibrillazione atriale è stata confermata.
L’elevato numero di falsi positivi fa riflettere, ma l’utilità dello strumento è comunque appurata. Fosse anche per salvare un solo paziente.