Originaria delle zone temperate di America, Asia e Australia, la Portulaca conta circa cento specie diverse, benché molto simili tra loro. Diffusa e venduta in tutto il mondo come pianta ornamentale per il suo aspetto vivace e luminoso, gode di successo anche per la facilità di coltivazione e per il costo contenuto.
Appartiene alla famiglia delle Portulacacee ed è una pianta succulenta di piccole dimensioni che raggiunge al massimo venti cm di altezza. Il suo portamento prostrato, infatti, la rende ideale per un uso tappezzante, spesso all’interno di giardini rocciosi.
I fusti sono rossicci, le foglie carnose; i fiori possono essere bianchi o colorati (a volte anche bicolore) e sfoggiano ogni tonalità di rosa, rosso e arancio. Specie rustica, sopporta le elevate temperature, ma non il freddo intenso, e cresce bene in terreni poveri di sostanza organica, ben drenati.
Tollera il caldo, ma non il freddo
Ama il sole e predilige posizioni molto luminose; tollerando bene la calura estiva, si rivela una pianta ideale per questa stagione. In genere, la si coltiva in vaso: appesa ai balconi, li decora con abbondanti e allegre fioriture. La coltivazione della portulaca in piena terra richiede una certa attenzione, perché è una pianta che tende a espandersi moltissimo: se trova un ambiente adatto alla sua crescita rischiamo di ritrovarcela ovunque, come una vera e propria specie infestante.
Per favorire la buona salute della portulaca e garantire belle fioriture si suggerisce di irrigare regolarmente ma senza eccedere e di nutrire ogni due-tre settimane con concime liquido per piante succulente.
La Portulaca grandiflora è una delle specie più comuni in commercio; è conosciuta anche come Portulaca umbraticola eproduce fiori vistosi dai petali arrotondati che sbocciano all’apice del fusto. Sono fiori piccoli ma davvero decorativi, con un aspetto delicato, quasi da sembrare di carta. Una loro caratteristica è quella di schiudersi con la luce del sole, per richiudersi quando inizia a farsi scuro.
C’è anche spontanea
Interessante sapere che la portulaca spontanea, Portulaca oleracea, è commestibile e possiede caratteristiche degne di nota. Ricca di potassio, calcio e ferro, contiene vitamina C e Omega 3 e quindi è un buon antiossidante. Ha proprietà rinfrescanti, diuretiche e depurative ma è bene consumarla in ridotte quantità, evitandola del tutto in gravidanza o se soffriamo di calcoli renali.
Un tempo questa pianticella, molto diffusa in Italia, trovava comunemente posto sul desco dei ceti meno abbienti e ancora oggi, specie in Lazio e Sicilia, resta l’usanza di consumarla in pietanze tradizionali quali la misticanza romana o l’insalata ferragostana, ricetta tipica della grande isola. Passata di moda negli anni del boom economico, oggi con il ritorno a una cultura più vicina alle radici contadine del nostro Paese, la si trova addirittura nei vivai e c’è chi la coltiva insieme ad altre essenze utili in cucina.
Della portulaca spontanea, detta anche erba grassa o erba porcellana, si mangia tutto: le piccole foglie carnose, i fusti, i fiorellini gialli e i minuscoli semi neri. Le foglie, così come le altre parti della pianta, si consumano anche crude in insalate di vario tipo e cotte in minestre, stufati o salse, così come le altre parti della pianta. La portulaca spontanea si presta anche a divenire un sott’olio originale. Raccogliamola nei momenti più caldi della giornata, così che possa restituirci tutta la potente energia del sole.
Curiosità
Nei tempi passati si coltivava la portulaca come mangime per i maiali. La portulaca è stata usata per millenni anche nella medicina tradizionale cinese. In Sud America è chiamata “cuscino del bambino” per l’aspetto morbido.