Emergenza Covid-19: La “rete” come risposta ai bisogni del territorio

Pubblicato il terzo report di Caritas Firenze che fa il punto sulle nuove povertà

Povertà alimentare in crescita a Firenze. Ma se da una parte aumenta la domanda, di pacchi spesa, di pasti, di generi alimentari negli empori della solidarietà, anche l’offerta incrementa e il territorio non perde occasione per fare rete e dimostrarsi solidale con chi vive sulla propria pelle i segni più forti della crisi economica causata dalla pandemia. È quanto emerge dal report “La Povertà Alimentare. Fare rete per rispondere ai bisogni del territorio
pubblicato oggi, elaborato da Caritas di Firenze in collaborazione con la Fondazione Solidarietà Caritas Onlus e che ha visto in fase di redazione la collaborazione di Unicoop Firenze per quanto riguarda i dati sulle donazioni di generi alimentari e sulle campagne di solidarietà promosse dalla stessa cooperativa.

Nessuno Indietro

La Cooperativa, infatti, in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie, prima con la Spesa Sospesa e poi attraverso la raccolta alimentare, ha sostenuto l’attività della Caritas e delle associazioni di volontariato e coinvolto decine di migliaia di persone in piccoli ma importanti gesti per far sentire meno soli gli ultimi.

Mettere da parte e lasciare per chi ha meno un litro di latte o un chilo di pasta: è quello che hanno fatto soci e clienti di Unicoop Firenze sabato scorso. Il ritorno della raccolta alimentare dopo la pausa dovuta al Coronavirus ha riportato in primo piano la generosità dei toscani. La cooperativa contribuisce anche con la campagna Nessuno Indietro, un milione di euro per ridurre le disuguaglianze, messo a disposizione delle associazioni del territorio impegnate su tematiche sociali e in particolare su povertà, disabilità, violenza di genere e disagio giovanile.

Emergenza alimentare

Tutto questo mentre il rapporto Caritas disegna una realtà con un continuo aumento delle persone che si sono rivolte a Caritas per avere un aiuto alimentare, tanto che i centri di distribuzione aperti a livello diocesano sono in continuo aumento e, al 25 giugno 2020, risultano complessivamente 74. Nello specifico la rete Caritas ha supportato i Comuni di Firenze, Scandicci e Sesto Fiorentino nella distribuzione di oltre 9.500 pacchi acquistati con le risorse messe in campo dai Comuni stessi. Inoltre, tra inizio aprile e metà giugno, i centri parrocchiali hanno distribuito ulteriori 3.400 pacchi viveri a persone e nuclei familiari del territorio diocesano che non potevano usufruire delle misure messe in atto a livello istituzionale.

Per quanto concerne il profilo della povertà alimentare, dal report emerge come il principale fattore di criticità sia il reddito insufficiente a far fronte alle normali esigenze di vita: si tratta di 5.142 richieste tra maggio e giugno, contro le 4.706 dello stesso periodo dello scorso anno, per un totale di 2.085 persone, contro le 2.040 del 2019.

Nuovi poveri

Sul fronte dei “nuovi poveri”, risulta inoltre particolarmente cresciuta la componente degli italiani (+23%) rispetto agli stranieri (+13%), sebbene questi ultimi continuino ad essere la maggior parte, sia tra gli utenti Caritas in generale che tra i beneficiari dei pacchi nello specifico. Riguardo al genere resta prevalente la componente femminile anche se, nei mesi considerati, aumenta lievemente la quota di uomini, soprattutto tra gli stranieri (dal 25,4 al 30,2%).

Il lavoro continua a rappresentare un fattore particolarmente critico, sottolinea Caritas, che, aggravandosi nel corso dell’emergenza Covid19, va ad incidere anche sul bisogno di generi di prima necessità. In generale, nel raffronto con gli stessi mesi del 2019, cresce sia la componente degli occupati (dal 5,8 al 10,9%) che quella dei disoccupati in senso stretto (da 28,2 a 29,9%) per quanto in misura diversa a seconda della nazionalità. Sempre dall’analisi dei dati, emerge poi che la crescita dei disoccupati (dal 21 al 31%) è più alta tra gli italiani mentre quella degli occupati (dal 5,8 all’11,6%) tra gli stranieri.

In conclusione lo studio evidenzia che, se durante la prima fase di lockdown predominante è stato il bisogno di risorse alimentari, in questa seconda fase i Centri d’Ascolto si troveranno ad affrontare l’onda lunga della crisi che già comincia a manifestarsi attraverso sempre più richieste legate al pagamento delle utenze e dell’affitto.

Il report completo è disponibile online al link: www.caritasfirenze.it

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