La carne biologica con filiera italiana e tutta certificata
Polli e tacchini sono liberi di razzolare anche all’aperto, i bovini hanno più spazio per pascolare e i vitelli vengono lasciati con la madre fino allo svezzamento, perché crescano sani e forti grazie al latte materno.
Per tutti il mangime è controllato: via libera a materie prime vegetali solo da coltivazioni bio, come cereali e legumi, mentre sono banditi Ogm, prodotti di sintesi e tutte le sostanze usate per accelerare la crescita.
Ecco cosa vuol dire “carne biologica”, un disciplinare preciso e una garanzia di genuinità per il consumatore, anche con una particolare attenzione all’impatto sull’ambiente. Una filosofia che mette al centro l’ambiente, il benessere animale e le garanzie sul prodotto finale.
Carne biologica: una nicchia in espansione
Ancora di nicchia ma con vendite in crescita, la carne biologica si fa largo anche sui banchi di Unicoop Firenze, che ha aumentato l’offerta con un tris certificato: oltre al pollo biologico Vivi verde, nei punti vendita più grandi sono disponibili anche gli impanati di pollo Fileni, la fesa di tacchino a marchio Vivi verde e una maggiore scelta di tagli di vitellone in arrivo da due fornitori del Mugello. In tutti i casi si tratta di animali nati, allevati e macellati in Italia.
«Negli ultimi due anni l’attenzione di soci e clienti verso il biologico è cresciuta – spiega Simone Trucioni, responsabile acquisti carni di Unicoop Firenze -. Per questo abbiamo deciso di ampliare l’assortimento con varie novità e di introdurlo in più punti vendita. I consumatori sono attenti alle garanzie offerte dai prodotti e questo vale soprattutto per la carne: tracciabilità e qualità sono due elementi imprescindibili quando si fa la spesa».
Come riconoscere la carne biologica
Nei reparti macelleria dei grandi supermercati e dei superstore è presente l’angolo del biologico, che raggruppa in un unico punto la gamma, disponibile in vaschetta. L’assortimento varia a seconda del punto vendita e comprende carne biologica di pollo (petto a fette, fusi, sovracosce, hamburger, oltre agli impanati come crocchette, cotolette e bastoncini), tacchino (fesa a fette e hamburger) e vitellone.
Il segno distintivo è il marchio con la fogliolina verde composta da dodici stelle, simbolo europeo della certificazione biologica.
Ma non è solo una questione di etichetta. Dietro al logo ci sono i controlli svolti da enti esterni alle aziende produttrici, per verificare il rispetto delle norme sul benessere animale e sull’intera filiera biologica, dal foraggio alla confezione finale.
I tagli del bovino tutti toscani
La carne biologica di vitellone, disponibile nei superstore e nei supermercati più grandi, arriva da due fornitori del Mugello: Caf, Cooperativa agricola Firenzuola e Abf di Londa. All’hamburger e al macinato, già presenti nei reparti macelleria, si sono aggiunti nuovi tagli: filetto, bistecca, fettine da fare all’olio o per involtini e infine il carpaccio.
Secondo dati dell’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica, nel 2017 le vendite di prodotti biologici in Europa hanno superato 37 miliardi di euro (+10,5% sul 2016), con l’Ue secondo mercato al mondo dietro agli Usa.