Tartare, trippa, carne salada e arrosto freddo

Le molte proposte nei banchi carni dei punti vendita Coop.fi . E tra le novità, in arrivo le vaschette ecologiche, con un contenuto di materiale riciclato post consumo del 50% e, a loro volta, interamente riciclabili

L’estate arriva a tavola con una ventata di novità, nel contenuto e nel contenitore. Da giugno, sui banchi del reparto carni Coop.fi, fanno ingresso le prime vaschette con un contenuto di materiale riciclato post consumo del 50% e, a loro volta, interamente riciclabili: non più usa e getta, ma un imballaggio “a tempo indeterminato” che, se correttamente smaltito – e qui sta al consumatore -, potrà essere usato come materia per realizzare nuovi imballaggi.

A parità di sicurezza alimentare, funzionalità e costo, si calcola che questa vaschetta possa ridurre l’impatto ambientale dell’imballaggio del 50% in termini di Gwp (acronimo di Global Warming Potential), ovvero quel potenziale di riscaldamento globale misurato in emissioni di CO₂ che il consumo di un prodotto genera.

Dopo l’inserimento delle casse in plastica per il trasporto di carne e pesce e il progetto di riciclo delle casse di polistirolo utilizzate in pescheria del 2019, Unicoop Firenze segna un nuovo traguardo sul consumo sostenibile con questo progetto che, entro la fine del 2022, punta a sostituire le vaschette utilizzate nei reparti carni e pesce di tutti i Coop.fi.

Apri e gusta

Sì ai consumi che raffreddano, non solo il pianeta, ma anche la cucina di casa: in estate il menù cambia d’abito, con piatti che scansano forno e fornelli, all’insegna del fresco, veloce e pronto da mangiare, a tavola, come all’aperto. Per tutti quelli che “con il caldo non cucino”, il piatto giusto è una tartare, come quella Fior fiore Coop monoporzione (160 grammi) o in formato mini (45 grammi x 4), pronta da servire, arricchita magari con un condimento di olio e limone o aceto balsamico.

Per gli amanti del “taglio grosso”, da provare la battuta di fassona piemontese tagliata a mano e proposta in tante versioni: classica, al limone, aglio e pepe e aromatizzata al tartufo.

Di casa nostra

Toscani sempre, ma soprattutto a tavola: la scelta non può che cadere, allora, sulla tartare di carne chianina Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp, certificato di eccellenza e garanzia di qualità, prodotta dal salumificio toscano Sandri e pronta per allestire, in pochi minuti, un piatto tenero e gustoso, per palati gourmet.

Se dici Toscana, dici anche trippa, che è buona in tutti i modi, persino in insalata: “bell’e cotta” e pronta in vaschetta, già condita con peperoni, olive nere, salsa verde e aceto, richiede solo lo sforzo di essere mangiata, con un buon accompagnamento di pane e vino, toscani, naturalmente.

Gusto salato

Pronta in fetta, ma non cotta, anche la notissima carne salada, figlia di un’antica tradizione del Trentino risalente addirittura al ‘700. A metà fra carne e salume – perché in effetti è preparata solo da salumerie trentine -, si adatta perfettamente ai tempi moderni e all’esigenza di cibi proteici, con pochi grassi e carboidrati zero: in carpaccio con insalata e fettine di mela, come base per una tartare, in involtino ripieno di ricotta o formaggio caprino o, più semplicemente, nel panino, si farà riconoscere per il mix inconfondibile di aglio, alloro, coriandolo e rosmarino con cui il trancio di manzo viene essiccato.

Arrosto sì, ma…

Anche l’arrosto freddo è un secondo classico dell’estate, perfetto per i pranzi di festa ma, se avanza, adatto anche per i panini del giorno dopo. L’arista, cotta al forno o in padella, può diventare più fresca se accompagnata con una salsa alla menta e – per l’occhio che vuole la sua parte – servita con qualche fogliolina di menta e basilico.

Il fratello, altrettanto versatile e buono per più giorni, è il vitello tonnato, noto già al maestro di cucina Artusi che consigliava, ai tempi, di realizzarlo con “vitella di latte, nella coscia o nel culaccio”: il cosiddetto magatello, o girello, che per la sua forma tonda si presta a fettine regolari, da bollire a fuoco lentissimo, usando poi il brodo per fare la salsa.

Bene a sapersi

Dove butto la vaschetta

Eliminate la pellicola che la ricopre – perché altrimenti impedirebbe agli impianti di riciclaggio di smistare il polistirolo – e gettatela nella plastica. Togliete il pezzetto di panno a contatto con l’alimento, ripulite da eventuali residui di cibo e infine, buttate la vaschetta nella plastica. All’esterno un triangolo indica che il materiale può essere riciclato e il numero 6 identifica il polistirolo.

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