Il nostro viaggio attraverso le tendenze culinarie è arrivato all’oggi. Negli ultimi venticinque anni, la cucina ha vissuto una metamorfosi profonda, diventando non solo un gesto quotidiano, ma un fenomeno culturale, estetico e mediatico. Dai primi anni 2000 fino a oggi, le tendenze gastronomiche raccontano la storia di una società in continuo movimento, sospesa fra il desiderio di autenticità e la fascinazione per la novità.
Parallelamente, la figura dello chef-star esplode, e la cucina diventa spettacolo: programmi TV come MasterChef e La prova del cuoco trasformano il cibo in intrattenimento, mentre gli italiani imparano a riconoscere ingredienti e tecniche prima riservate ai professionisti. In questa fase, il cibo inizia a raccontare storie sia di viaggi che di territori e identità. E il piatto si fa narrazione.
In questo periodo cresce l’attenzione per la provenienza degli ingredienti, per le produzioni genuine. Fra le ultime tendenze, ci sono le pizze gourmet, preparate con farine speciali, impasti a lunga lievitazione e farciture d’autore: granelle di pistacchi di Bronte, stracciatella di burrata, pomodorini confit, olio evo monovarietà.
Il piatto non è più solo buono: è anche elegante, calibrato, pensato. E mentre la filosofia del “km zero” conquista i ristoranti e le cucine di casa, gli ingredienti esotici come l’avocado e le bacche di goji si diffondono grazie alla globalizzazione del gusto e al desiderio di uno stile di vita più sano.
Il sushi – entrato nelle nostre città, almeno in quelle più grandi e alla moda, già all’inizio del millennio -, simbolo di leggerezza, eleganza e modernità, conquista anche i palati più diffidenti: i ristoranti giapponesi (o pseudo tali) si moltiplicano e il pesce crudo diventa un’abitudine, persino casalinga.
Social food
Negli ultimi anni, il cibo è diventato protagonista assoluto dei social media. Su piattaforme come Instagram, TikTok e YouTube, il cibo si trasforma in contenuto visivo e virale. Non si cucina più solo per mangiare, ma per mostrare: la presentazione, il colore e soprattutto la texture, ovvero la consistenza, diventano elementi centrali.
Nasce così la moda del food porn: primi piatti extra cremosi, con fili di formaggio che si allungano, tuorli che colano e salse lucide che avvolgono la pasta. Classici come la carbonara o la cacio e pepe vengono reinterpretati in versioni più ricche, più dense, più spettacolari, pensate per stupire sullo schermo prima ancora che al palato.
Accanto alla cremosità, prende piede la tendenza opposta e complementare: il “crunch”, ovvero il croccante. Dalle chips di verdure alla granella di frutta secca, dal pangrattato tostato alle croste di formaggio, ogni piatto deve offrire un contrasto di consistenze. Il suono del morso, catturato nei video e amplificato dai microfoni, diventa parte integrante dell’esperienza gastronomica.
Cucina del presente
Fra contaminazioni globali e ritorno al territorio, la cucina del presente vive di equilibrio: valorizza i prodotti italiani come burrata, pistacchi, agrumi, erbe spontanee, ma li rilegge in chiave estetica e sensoriale. Ingredienti come la salicornia, legata al mare e alla sostenibilità, si affermano come simboli di una cucina consapevole e naturale.
Oggi cucinare è un atto che unisce tradizione, creatività e comunicazione. È un linguaggio universale che viaggia attraverso le immagini e i suoni dei social, ma che continua a celebrare la materia prima e il gusto autentico. Dal sushi all’avocado, dalla burrata alla carbonara “cremosa”, la cucina dal 2000 ad oggi racconta il nostro modo di vivere: più visivo, più connesso, più attento alle sensazioni.
Il cibo è diventato un’esperienza multisensoriale, un racconto da condividere, un gesto che unisce memoria e futuro. E mentre il cremoso e il croccante si contendono la scena, una cosa resta immutata: il piacere di sedersi a tavola e riconoscersi in un sapore.