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Più sani e più longevi

Migliora l'aspettativa e la qualità della vita in Toscana: lo dice l'Agenzia regionale sanitaria

In Toscana si vive di più e meglio. Lo dice l’Ars, l’Agenzia regionale sanitaria, che ha diffuso i risultati dello studio Welfare e salute. I dati demografici confermano una dinamica strutturalmente sbilanciata: la popolazione con più di 64 anni rappresenta ormai oltre un quarto dei toscani, con i grandi anziani in crescita, mentre la natalità si attesta sui minimi storici.

Dal 2019 al 2024 l’aspettativa di vita è cresciuta fino ad arrivare a quota 84 anni, superando in media di oltre mezzo anno quella nazionale e collocando la regione al 3° posto in Italia per longevità maschile (82,2) e al 4° per quella femminile (86,1).

Si vive meglio, dicevamo, e infatti aumentano gli anni trascorsi in buone condizioni fisiche dopo i 65: fra il 2009 e il 2022 la percentuale è salita dal 36% al 46% negli uomini e dal 28% al 38% nelle donne, valori tra i più alti d’Italia. Il 98% dei 65-74enni è infatti autonomo nelle attività quotidiane.

Dal 2019 al 2024 i ricoveri per infarto miocardico acuto sono scesi del 24% negli uomini e del 35% nelle donne, per l’ictus ischemico il calo supera il 25% per entrambi i generi.

Quali sono i motivi degli andamenti epidemiologici della mortalità? Secondo l’Ars è un mix di fattori: in alcuni luoghi pesa di più la situazione socio-economica, in altri quella ambientale, o l’accesso alle cure e gli stili di vita. L’accesso alle cure incide particolarmente sulla mortalità per cause cardiovascolari che è minore nelle città capoluogo e più alta nelle aree periferiche: la media toscana è di 245 morti per 100 mila abitanti, a Firenze il dato migliore con 208, in Lunigiana invece si supera quota 300.

Andamento in miglioramento anche per la mortalità da tumori: nel 2022 ci sono stati 11.572 decessi, 6364 tra gli uomini (-1% rispetto all’anno precedente) e 5208 tra le donne (-4% rispetto al 2021). Fra gli uomini il 22% è dovuto al tumore del polmone, il 9% al tumore del colon-retto, l’8% al tumore della prostata. Tra le donne il 15% è rappresentato dal tumore della mammella, il 13% dal tumore del polmone, il 10% dal tumore del colon-retto.

Anche in questo caso le grandi città registrano risultati mediamente superiori per aspettativa di vita e minori ospedalizzazioni, ma le differenze con le zone periferiche sono meno marcate. Anzi, i numeri migliori riguardano un’area lontana dai grandi centri, la Valtiberina, con 214 decessi per 100mila abitanti contro una media regionale di 236, mentre i peggiori si registrano nella Valle del Serchio.

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