Ogni anno gettiamo via quasi 590 chili di spazzatura a testa. In Toscana, il 65,68% è raccolto in modo differenziato, stando agli ultimi dati riferiti al 2022. Dividere i rifiuti però può diventare un rompicapo. Certo, un aiuto arriva dall’etichetta ambientale, ormai obbligatoria sulle confezioni, che indica i materiali degli imballaggi.
Tuttavia, le regole di raccolta cambiano da zona a zona, ecco perché è importante fare riferimento sempre al proprio gestore. Esistono comunque dei consigli generali, buoni per tutti.
I bicchieri si buttano nel vetro FALSO
Non è un’idea brillante: solo gli imballaggi (bottiglie e vasetti) sono buoni per la differenziata. Quindi bicchieri in vetro, oggetti in cristallo, lastre delle finestre e specchi si conferiscono nell’indifferenziato o – nel caso siano voluminosi – alle isole ecologiche. E poi, attenzione: ceramica e porcellana devono stare alla larga dalla campana del vetro, perfino un piccolo frammento può danneggiare il riciclo.
I giocattoli vanno nella differenziata FALSO
La regola è la stessa, l’imballo si differenzia, il resto no. Dunque giocattoli, cancelleria (penne, pennarelli e affini), spazzolini e tutti gli oggetti in plastica dura o morbida che usiamo ogni giorno vanno nell’indifferenziato. Seguiranno poi un percorso di recupero distinto.
Non togliere il tappo della bottiglia di plastica VERO
Sebbene siano fabbricati con plastiche diverse, è buona norma lasciare avvitati tappo e bottiglia prima di gettarli (pure i tappi del Tetrapak). La piccola chiusura potrebbe infatti “perdersi” durante la filiera di raccolta, inquinando, per questo una direttiva europea prevede che da luglio tappi e bottiglie di plastica debbano restare attaccati fra loro. Il “galateo” del riciclo suggerisce inoltre di schiacciare la bottiglia sul lato lungo e non dal tappo verso il fondo, per facilitare la selezione dei materiali.
La polvere va nell’organico FALSO
Svuotiamo la paletta con lo sporco nell’indifferenziato. Quando spazziamo, non raccogliamo solo capelli e cellule umane morte, ma anche tante altre sostanze, tra cui fibre tessili e microplastiche. I sassolini delle lettiere degli animali possono andare nell’organico a patto che siano compostabili al 100%, come riportato sulla confezione.
I gusci si riciclano nell’umido VERO e FALSO
Dove buttare i gusci di cozze e vongole? Dipende. È un rifiuto alimentare particolare, formato da pietra calcarea e più duro da recuperare. Non tutti gli impianti sono dotati di tecnologie adeguate, perciò è necessario verificare le regole sul proprio territorio. Alia, il gestore della raccolta in 58 Comuni tra Firenze, Prato e Pistoia, ad esempio li considera rifiuto organico e per i dubbi mette a disposizione un’applicazione per cellulare (Aliapp).
Fazzoletti sporchi nella carta FALSO
Se sporchi di detergenti, cosmetici o di contaminanti biologici (ad esempio se usati per soffiarsi il naso), il giusto posto per fazzoletti e tovaglioli “di carta” è l’indifferenziato. Quelli unti di cibo possono finire nell’umido, accertando però che siano compostabili. Allo stesso modo la parte sporca del cartone della pizza andrà nell’indifferenziato (nell’organico se certificato compostabile), mentre la porzione pulita nella carta. A proposito, un “falso amico” del riciclo è lo scontrino della spesa, per il quale comunemente viene utilizzata carta termica che reagisce al calore e può generare problemi nelle fasi del riciclo. Se non specificato diversamente sul tagliando, non è differenziabile.
Anche il sacchetto è “differenziato” VERO
Occhio al sacco. Per l’umido deve essere compostabile e si possono sfruttare le buste della spesa e dell’ortofrutta in bioplastica. Il vetro invece non vuole il sacchetto: va inserito nelle campane senza. Per la carta via libera a buste in carta o contenitori in cartone.
Gli imballaggi devono essere lavati FALSO
Non è necessario lavare le confezioni prima di buttarle nella pattumiera. Anzi, rappresenta uno spreco di acqua. È sufficiente svuotare i contenitori da eventuali residui alimentari più grossolani, togliere le etichette facilmente asportabili, separare gli imballaggi costituiti da più materiali (levando i punti metallici e i nastri adesivi da carta e cartone) e schiacciarli per ridurne il volume.