Può sembrare un paradosso ma, se ciascuno di noi organizzasse i propri spazi in casa secondo logica e buon senso, arriveremmo a risparmiare anche il 40% in un anno. È una delle scoperte che si fanno chiacchierando con Lucia Larese, un passato da manager ad altissimi livelli e un presente dedicato ad aiutare gli altri a liberarsi delle cose inutili, per vivere meglio e, soprattutto, pensare meglio.
No, il metodo elaborato da Lucia non è affatto rigido e impositivo come quello della giapponese Marie Kondo, che stabilisce regole talmente drastiche sul buttare via ciò che indica come superfluo da aver creato anche qualche piccolo trauma.
«Non impongo niente – dice Lucia Larese -. Quello che faccio insieme alle persone è un percorso di consapevolezza su ciò che ci fa stare bene e su quello che invece ci opprime. Ciascuno ha il proprio vissuto e la propria sensibilità, sono faccende delicate, da rispettare». E poi Larese ha iniziato con il metodo space clearing (arte di fare spazio), che è una costola del feng shui, la disciplina orientale che insegna come disporre gli oggetti nelle case in modo che tutto sia in armonia, molti anni prima della Kondo e del suo metodo del riordino.
E anche molto prima che alcuni influencer si inventassero il decluttering (dall’inglese, sgomberare) a domicilio, andando a riordinare gli armadi dei loro clienti. Lo space clearing, secondo il metodo di Lucia, nasce nel 2001 con corsi, consulenze a singoli e ad aziende, e poi libri, interviste, pubblicazioni.
Bazar casalinghi
Tra giornali, libri, vestiti, scarpe e ninnoli le nostre case sono spesso un bazar. Ed è provato che l’80% di questi oggetti non viene mai usato, mentre liberarsi di queste cianfrusaglie aiuta a vivere più leggeri e organizzati. E spesso, insieme agli oggetti inutili, spariscono anche le emozioni negative.
Iniziare a liberarsi del superfluo, però, può sembrare impossibile. Farlo insieme a qualcuno, spiega Lucia, aiuta a vedere le cose con una prospettiva diversa. Oggetti che ci hanno regalato e che non ci sono mai piaciuti, collezioni di riviste e soprammobili cattura polvere sono i primi a poter essere tranquillamente eliminati, donandoli ad amici o ad associazioni, vendendoli oppure buttandoli via se non è possibile fare altrimenti.
… e gli abiti?
Con gli abiti l’approccio deve essere pratico ma anche emotivo: se un vestito non ti sta più ma non vuoi liberartene perché ti ricorda qualcosa o qualcuno, allora si può cercare di trasformarlo in qualcos’altro, come la copertina di un album di foto o un pupazzo, qualcosa che te lo faccia sentire ancora vicino. In un armadio caotico si interviene analizzando ogni parte, dividendo per stagioni e soprattutto scoprendo se un capo ci sta ancora o no, se un colore ci dona o meno. Se sono anni che non lo indossiamo, forse è il caso di lasciarlo andare. Lo stesso dicasi per scarpe, monili, oggettistica di vario genere. Anche per i libri Lucia ha una soluzione: «I libri sono come maestri, donarli a qualcun altro è un modo per far sì che la loro sapienza non vada dispersa».
E aggiunge: «Fare spazio intorno a noi significa fare spazio dentro se stessi e capire cosa desideriamo davvero. Fra chi ha seguito il mio metodo qualcuno ha cambiato lavoro, qualcun altro la casa, altri ancora si sono separati o sposati». Certo, bisogna iniziare per gradi, rivoluzionare il proprio stile di vita è un impegno serio. E l’attaccamento agli oggetti spesso è morboso. Ma con calma, promette, ce la possiamo fare.
Info: www.lucialarese.com
In pillole
- Prendete nota su un blocco delle zone critiche della casa
- Approfittate del cambio degli armadi per fare pulizia
- Se avete accumulato troppo, serviranno più sedute prima di essere pronti a disfarvi degli oggetti.
Info: www.spaceclearing.it