Sempre più cuccioli a quattro zampe nelle case degli italiani. L’amore per gli animali da compagnia non segna il passo. Anzi. Con la pandemia 3,5 milioni di italiani ne hanno adottato uno durante la prima ondata e 4,3 milioni sono gli aspiranti padroni di cani o mici, italiani che non convivono ancora con un animale da compagnia, ma stanno pianificando di prenderne uno, o almeno lo sognano (fonte: Rapporto Coop 2020).
A questi amici dell’uomo, che spesso fanno da contrappeso alle culle sempre più vuote di un’Italia che invecchia a vista d’occhio, è dedicata una parte importante del carrello della spesa. Secondo il Rapporto Coop 2019, nel 2018 la spesa per prodotti per la cura degli animali in Italia era stata pari a 949 milioni di euro, con il 18% di persone in più rispetto al 2015 disposte a spendere ogni mese oltre 50 euro per l’alimentazione e i passatempi degli amici a quattro zampe.
I più viziati sono i gatti, per i quali nel 2018 si è speso 404 milioni di euro, il 57,8% circa della spesa complessiva dei prodotti per animali in Italia. Seguono i cani, con 274 milioni di euro (39,3% del totale), mentre “ci costano” molto meno uccelli (2,9 milioni di euro), roditori (2,7 milioni di euro), pesci e tartarughe (complessivamente 2 milioni di euro). Gran parte di questi milioni di euro vanno per l’acquisto di cibo, ma una buona fetta della spesa viene fatta anche per “viziare” i nostri amici a quattro zampe. Un’abitudine che, complice il confinamento in casa e il ruolo dei cani come passe-partout per la giratina intorno all’isolato, sta prendendo sempre più piede.
Ma quando è giusto premiare i cuccioli di casa? Come fare perché la ricompensa appaghi anche gli animali e non solo gli umani? A che punto il biscottino-premio è di troppo? Ne abbiamo parlato con Corrado Migliorucci, educatore cinofilo della Scuola nazionale Cani Guida per Ciechi di Scandicci. «Capita che scambiamo amore e cibo. Il biscottino o il bocconcino vanno bene per il cane che si è comportato bene. Il premio deve essere qualcosa di diverso dal solito e deve essere contestualizzato rispetto a un comportamento virtuoso, così, oltre che appagare, riusciamo anche a educare – dice Migliorucci – ma attenzione a non esagerare: in situazioni in cui il cane fa poco movimento non si può abbondare con gli snack premio».
Ci sono però altre modalità per fare felice il proprio cane: «Innanzitutto ricordiamoci che un cane felice è quello che ha un padrone coerente. Non possiamo permettere al quattro zampe di stare sul divano e poi non farlo salire se vengono ospiti a casa: il cane deve sapere cosa può fare e cosa no, altrimenti soffre. Stesso discorso per il cibo mentre si mangia: se gli allunghiamo qualcosa ogni tanto, lui si abituerà a chiedere e sarà frustrato quando non riceverà niente».
Oltre il cibo c’è di più? «Regalare un giochino funziona, magari un oggetto che teniamo noi e con cui giochiamo insieme, una pallina o un pupazzino, oltre a quelli che l’animale ha generalmente a disposizione. Anche in questo caso è importante stabilire delle regole, delimitare il tempo del gioco e farlo in spazi adeguati. Però è un modo importante per arricchire la relazione con il padrone o con i suoi familiari».
Infine, il pacchetto sotto l’albero per il prossimo Natale: «Il cane che vive con noi è abituato al Natale, ci vede festeggiare e spacchettare sotto l’albero, perché non coinvolgerlo con un regalino anche per lui? Unica cosa, facciamo in modo che il suo pacchetto sia ben riconoscibile e contestualizziamo il momento, per evitare che il Natale dopo apra anche i nostri regali», conclude Migliorucci.