Sul grande schermo Gianni Versace da piccolo ha gli occhi profondamente marroni e spalancati sul mondo di Eugenio Caracciolo. Undici anni, nato a New York, con solide e orgogliose origini calabresi, ma da tempo residente a Firenze. Lo ha scelto personalmente il regista Mimmo Calopresti, che è rimasto talmente impressionato da Eugenio da cambiare la trama del docu-film e lasciare più spazio ai ricordi d’infanzia dello stilista, partito da Reggio Calabria per conquistare il mondo della moda.
Gianni Versace. L’imperatore dei sogni (prodotto da Quality film)è stato presentato in anteprima al Film festival di Torino lo scorso novembre e sarà nelle sale italiane dalla fine di gennaio-inizi di febbraio.
Eureka, l’abbiamo trovato
Come sia arrivato a interpretare lo stilista calabrese lo racconta lo stesso Eugenio, con l’entusiasmo tipico dell’età: «Ero al mare in Calabria dai nonni, a Brancaleone, e tutti gli altri bambini giravano un video per partecipare a un film. L’ho voluto fare anche io e con un cugino abbiamo registrato con il telefonino un video di un minuto. L’abbiamo inviato, poi per un po’ non abbiamo saputo più nulla».
E questa storia nata come un gioco è diventata una splendida esperienza. Racconta la mamma Gabriella: «Ci hanno poi detto i produttori che quando hanno visto il provino di Eugenio hanno urlato: “l’abbiamo trovato”». Come gridò eureka (dal greco antico, l’ho trovato) il matematico Archimede, figlio della Magna Grecia, quella stessa terra che ha nutrito anche Gianni Versace. «Infatti gli antichi greci lo hanno ispirato molto» dice Eugenio, che ha studiato non solo il copione, ma anche le passioni dello stilista: la storia della sua terra e il mare, soprattutto il panorama che si apre sul lungomare di Reggio Calabria – pare che la casa di Miami dove fu ucciso nel 1997 avesse un affaccio molto simile -.
«Abbiamo girato alle terme di Reggio proprio dove Gianni vide per la prima volta un disegno della Medusa, che poi è diventata il simbolo della casa di moda – spiega Eugenio -. Ho ripetuto questa scena per quattro ore, per tutto quel tempo dovevo tirare un sasso e giocare a campana, ma alla fine a forza di saltare si sono rotti pure i pantaloni ed è stato un po’ imbarazzante». Anche faticoso, quindi? «Non tanto, perché sono potuto restare al mare più a lungo del previsto e per un mese ho frequentato la scuola a Brancaleone ».
Il cinema per hobby
Accanto a Eugenio Caracciolo, nel film ci sono Vera Dragone, la madre di Gianni, e Leonardo Maltese, che interpreta lo stilista adulto nei momenti di fiction che Calopresti ha voluto ricostruire. Per il resto tanti videodocumenti, come le prime sfilate a Palazzo Pitti a Firenze e interviste di persone a lui care. Chiude il film una canzone della modella Carla Bruni, una delle top “inventate” proprio da Gianni Versace.
«Di Eugenio è piaciuta la semplicità e la naturalezza, quella stessa che abbiamo ritrovato noi genitori sullo schermo – racconta il padre Giuseppe -. Infatti non aveva mai preso una lezione, solo qualche recita per la scuola e niente più. Per lui è stata una bella esperienza per conoscere il mondo del cinema. Eugenio fa la prima media e tutte le cose di un bambino della sua età».
Infatti se gli chiedo cosa gli piace di più, risponde: «Colorare, correre e giocare a calcio», e alla più classica delle domande: «Cosa vuoi fare da grande?», la risposta è: «L’ingegnere aerospaziale». E la recitazione? «Quello è un hobby, perché ti puoi divertire a far finta di essere qualcun altro, ma poi ritorno alla mia vita». Ha le idee chiare, il ragazzo! Proprio come Gianni.