Gabriella Greison, la “rockstar della fisica”

Per combattere gli stereotipi di genere che vedono le donne ancora indietro negli studi scientifici servono figure come la Gabriella Greison, definita la "rockstar della fisica"

Chi dice che le ragazze non sono portate per le materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica e aggiungiamoci anche fisica)? Pregiudizi d’altri tempi e lo dimostra Gabriella Greison, fisica e scrittrice che ha fatto della divulgazione di temi scientifici il suo mestiere, dopo il successo del libro L’incredibile cena dei fisici quantistici (ed. Salani), che ha messo poi in scena con Monologo Quantistico.

Il 4 marzo, alle 21, per la rassegna “Arezzo Science Lab”, ha portato sul palco del Teatro Pietro Aretino di Arezzo un’anteprima dell’anteprima dello spettacolo Entangled. Ogni cosa è collegata, che debutterà ufficialmente ad aprile al Teatro Menotti di Milano. Nato dal suo ultimo libro Ogni cosa è collegata (Mondadori), lo spettacolo chiarisce ad un pubblico non specializzato un altro aspetto della materia studiato dai fisici: «L’entanglement – racconta Greison – è un fenomeno quantistico che spiega come nel mondo dell’infinitamente piccolo due sistemi siano collegati e si scambino informazioni continuamente, influenzandosi l’un l’altro». Mescolando fisica e psicologia, partendo dai lavori di uno dei padri della meccanica quantistica, Wolfgang Pauli, premio Nobel nel 1945, per arrivare fino a Jung, Greison dimostra scientificamente come tutto sia collegato: l’amore, la fisica quantistica, la mente, la sincronicità. E tutti lo possono capire, anche chi pensa di non riuscire a farcela.

Dalle aule ai teatri

Dopo la laurea all’Università Statale di Milano, lavora al centro di ricerche École Polytechnique de Palaiseau a Parigi, ma poi diventa direttrice del primo “Festival della Fisica” in Italia, giornalista, scrittrice, drammaturga e attrice teatrale. Il “Corriere della Sera” l’ha definita la “rockstar della fisica”. Da 10 anni gira i teatri italiani, e non solo, per raccontare le storie di uomini e donne di scienza e far conoscere al grande pubblico la fisica quantistica, l’unica capace di spiegare il comportamento della materia nel mondo dell’infinitamente piccolo.

Il suo successo è il risultato di un incessante studio, in continuo dialogo con il mondo scientifico internazionale. «La bellezza della fisica quantistica sta nel fatto che non segue le regole che siamo abituati a seguire per le cose che ci circondano», afferma Greison.

Scienziate che hanno cambiato il mondo

Con l’8 marzo che si avvicina viene spontaneo chiederle un parere sulla questione di genere: «Alle donne, fino a tutto il XX secolo, è stato reso difficile proseguire nel percorso scientifico. Anche io, solo per il fatto di essere donna, ho incontrato tanti ostacoli. Spero che i miei spettacoli possano aiutare a superare la diffidenza ancora diffusa nel nostro Paese e invitare molte più ragazze a intraprendere la carriera scientifica» spiega Greison, che aggiunge: «Molte mi raccontano che hanno trovato il coraggio di iscriversi a fisica anche grazie a me. Ne vado fiera».

Tra i suoi libri, Sei donne che hanno cambiato il mondo, anche questo diventato spettacolo teatrale. «Sei donne straordinarie, che hanno inseguito il sogno di seguire studi scientifici, contro ogni pregiudizio. Tutte e sei siamo noi: Marie Curie, Hedy Lamarr (fu anche una bellissima attrice di Hollywood, ndr), Lise Meitner, Rosalind Franklin, Emmy Noether e Mileva Maric».

Tra i ricordi più belli da fisica e donna di scienza, il Monologo quantistico, in inglese, nella sede dell’Ibm di Zurigo: «Un’ora di racconto in un auditorium con 450 persone, dove la fisica quantistica è usata tutti i giorni per creare il nostro futuro. Gli applausi che ho ricevuto non li dimenticherò mai, e poi la replica davanti a 6000 persone in un palazzetto dello sport. Da brividi!». Dopo tanti traguardi raggiunti, ancora molti sogni nel cassetto: «Un progetto con un gruppo o un cantante rock italiano, parlare di fisica quantistica in prima serata su Rai Uno o magari sul palco di Sanremo, e ancora – conclude – libri, tanto studio, e storie da raccontare».

Ancora in minoranza
Le studentesse universitarie sono una minoranza nei corsi di studio di informatica e tecnologie Ict (13,7%), ingegneria industriale e dell’informazione (26,6%), mentre sono nettamente prevalenti nei settori educazione e formazione (93,1%), lingue (85,1%), psicologia (81,5%), medico-sanitaria (75,6%). (AlmaLaurea, rapporto 2022)

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