La città molto spesso è sinonimo di frenesia. Può succedere di vivere le nostre giornate senza neanche accorgerci delle cose belle che ci circondano, di non fermarci di fronte a posti che meriterebbero di essere conosciuti ma che molte volte sfuggono al nostro sguardo distratto. Luoghi in cui riscoprire l’armonia tra uomo e natura, dove anche la quotidianità può assumere suoni e colori differenti.
Il Giardino Elio Chianesi, soprannominato anche Giardino del Borgo, dietro il cancello che lo delimita cela una storia tutta da scoprire. Situato nel centro storico di Firenze, in Borgo Pinti 76, nel ‘500 era una vasta area verde di proprietà della famiglia Salviati.
Lo spazio che oggi è aperto al pubblico rappresenta circa un terzo del parco originale ed è gestito dalla cooperativa sociale Gaetano Barberi onlus, una realtà nata nel 1990 dall’impegno di alcuni giovani volontari che nei primi anni ‘70, spinti da motivazioni religiose, politiche e sociali, iniziarono ad operare nel quartiere di Santa Croce, offrendo gratuitamente corsi di alfabetizzazione per il conseguimento della licenza elementare e media. «Già allora eravamo convinti che per dare un qualche contributo alla società fosse necessario instaurare un rapporto diretto con le persone» racconta Andrea Mannucci, presidente della cooperativa.
Attenzione per i più fragili
Nel corso degli anni hanno esteso il loro ambito d’intervento per aiutare quanti rischiano di vivere ai margini della società, con un’attenzione particolare al tema della disabilità. A questo scopo sono stati aperti due centri diurni polifunzionali, entrambi accanto al giardino di Borgo Pinti, per offrire a oltre 50 ragazzi e ragazze con disabilità psico-fisica un’occasione per socializzare.
Una parte delle attività ha finalità relazionali ed espressive, come lo sport, la musicoterapia e il teatro; la restante parte si concentra su attività di laboratorio come falegnameria, ceramica e scultura con il fine di sviluppare le abilità manuali, anche in un’ottica lavorativa futura.
Molto importante è il rapporto con le famiglie dei ragazzi, con cui vengono svolti colloqui regolari per fare il punto su miglioramenti e problematiche. «Il confronto con le famiglie è fondamentale – spiega Andrea – per avviare un percorso di autonomia, superando un approccio che tante volte rischia di essere eccessivamente protezionista».
«Lavoriamo molto sull’autodeterminazione – spiega Giulia Mannucci, coordinatrice del centro -. I ragazzi devono sapere cosa vogliono: cosa gli piacerebbe fare e cosa vorrebbero imparare, è una condizione indispensabile per aiutarli a costruirsi un futuro in questa società».
I guardiani del giardino
I ragazzi del centro diurno amano definirsi i “guardiani del giardino”, perché nell’ambito di un progetto d’inserimento socioterapeutico ne gestiscono gli orari d’apertura e chiusura, oltre ad averlo abbellito con i loro manufatti artigianali.
In realtà hanno da tempo un sogno nel cassetto: trasformare il giardino in una biblioteca all’aperto immersa nel verde, inclusiva e accessibile a tutti.
Ed è proprio questo l’obiettivo di Libri DiPinti, il progetto sostenuto dalla campagna di crowdfunding Pensati con il Cuore della Fondazione Il Cuore si scioglie. I ragazzi saranno coinvolti nel progetto fin dalle fasi iniziali, costruendo le librerie in legno, a forma di casetta, insieme al responsabile del laboratorio di falegnameria Stefano Sacchetti.
«Abbiamo previsto per loro anche dei corsi di catalogazione, come dei veri bibliotecari – spiega Stefano Pilato, consulente del progetto di crowdfunding -. I libri verranno catalogati e controllati periodicamente. In questo modo il valore del progetto è doppio: da una parte potenziamo gli inserimenti socio-lavorativi nella gestione di questo spazio, dall’altra offriamo un servizio per la comunità».
Uno spazio che sarà rivoluzionato seguendo i principi dell’universal design, affinché sia liberamente fruibile a prescindere dall’età, dalle abilità e dalla condizione sociale di ciascuno. Ad esempio ci saranno percorsi dedicati a chi ha disabilità motoria, tragitti a filo e una mappa del giardino in Braille. Senza dimenticarsi dei bambini: la casetta con i libri sarà bassa e lunga, così potranno prenderli da soli.
I libri potranno essere presi in prestito gratuitamente, basterà scegliere fra le 8 casette in legno, ciascuna dedicata a una tipologia: dalle fiabe per bambini alla narrativa per ragazzi, dai romanzi in inglese ai testi di poesia e teatro, passando per i fumetti, i gialli e i volumi su Firenze. A questi si aggiungono libri in Braille per le persone con disabilità visiva e i libri in Lingua dei segni Lis per i non udenti.
Crowdfunding per i libri
La campagna di raccolta fondi, aperta fino al 3 maggio, servirà a finanziare la realizzazione delle casette, l’acquisto dei libri e l’allestimento delle aree verdi. Molte persone hanno già teso una mano donando libri, lettori Cd per gli audiolibri e diversi testi in Braille, ma ogni contributo può essere determinante per la buona riuscita del progetto.
La storia racconta che proprio in questo giardino venne coltivato il primo gelsomino della Toscana. Oggi la speranza è che possa sbocciare un’esperienza di autonomia e inclusione sociale che rappresenta un’opportunità per l’intera città.
Ha collaborato all’articolo Francesco Ricceri