“Ci sono storie che non dovrebbero essere scritte, né lette, perché non dovrebbero esistere. Oggi i miei passi hanno incontrato la storia di un ragazzino, poco più di un bambino. La sua storia, e quella della sua famiglia, è una storia cruda e tagliente, fatta di violenza, diritti negati e indifferenza sistematica“.
Così si legge in un post del 21 gennaio scorso sul profilo Facebook di Nawal Soufi, giovane attivista indipendente per i diritti umani. Catanese di origine marocchina, poco più che trentenne, Nawal da anni presta soccorso ai migranti. Nell’ultimo periodo in particolare il suo impegno è rivolto ai migranti dei campi delle isole greche e sulla rotta balcanica, prestando loro aiuto ma anche voce, denunciandone gli abusi e le violenze.
Fino a poco tempo fa Nawal si trovava nel campo di Kara Tepe, nell’isola greca di Lesbo, un’area sul mare realizzata in uno spazio dove prima c’era un poligono di tiro, costruita dopo l’incendio che ha devastato lo scorso settembre il campo di Moria, e che ad oggi accoglie circa 8mila persone sfollate dal campo incendiato. Donne, uomini e bambini, costretti a vivere in condizioni sotto il limite della dignità umana, senza acqua, luce, scarsi servizi igienici, condizioni rese ancora più difficili e precarie dalla pandemia. La situazione si sta ancora più aggravando in questi mesi invernali, a causa dei temporali e delle fredde temperature. Senza parlare dei molti abusi e le violenze interne al campo. Una situazione gravissima denunciata anche da Oxfam e GRC (Greek Council for Refugees).
A fine dicembre Nawal ha lasciato il campo per intraprendere un viaggio lungo la rotta balcanica con un gruppo di migranti per << difendere i diritti umani mettendo in gioco il proprio corpo>> come lei stessa ha affermato nel suo appello all’Europa ad occuparsi della loro situazione. Dalla sua pagina Facebook continua a denunciare, e lanciare appelli e richieste di aiuto per i suoi compagni di viaggio, chiedendo cibo, vestiti, oppure una semplice ricarica telefonica, consigli sanitari, e sostegno per le tante famiglie di Kara Tepe, con cui è rimasta in contatto tramite altri volontari ancora lì presenti, rivolgendo appelli ad “adottare a distanza” le famiglie dei profughi bloccati in Grecia.
L’appello di Nawal Soufi è stato accolto anche dall’associazione fiorentina Cantering che, nonostante le difficoltà dell’emergenza sanitaria, ha dato vita a raccolte fondi e adottato, in tempi diversi, anche con versamenti volontari, quattro famiglie del campo di Moria, operandosi contemporaneamente in un’azione di sensibilizzazione sul territorio per far conoscere alla comunità e alle altre associazioni la situazione dei profughi nelle isole greche. Di qui l’incontro e la collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie onlus da anni impegnata nelle adozioni a distanza e sensibile al tema dell’emergenza umanitaria migranti con progetti che l’hanno vista a fianco di organizzazioni come Medici Senza Frontiere, Emergency e, recentemente, dell’associazione One Bridge To Idomeni con l’invio a fine novembre di aiuti alimentari ai campi profughi di Atene e Idomeni.
“Cantering è un’associazione di volontariato senza scopo di lucro. Siamo un gruppo di amici, alcuni di noi sono stati compagni scout in gioventù, che hanno deciso di mettersi a disposizione delle altre associazioni di volontariato che desiderano raccogliere contributi a favore di progetti di solidarietà”. Commenta Claudia Russo, presidente dell’associazione. “Per promuovere le nostre attività organizziamo delle cene. Facciamo la spesa, cuciniamo, serviamo ai tavoli, e tra una portata e l’altra, cantiamo per intrattenere gli ospiti, da qui il nostro nome. L’intero ricavato, tolte le spese, va direttamente a finanziare i progetti di solidarietà. Cosa fondamentale, di ciascun progetto: conosciamo le persone responsabili, e possiamo garantire il corretto e completo impiego dei fondi raccolti”. A causa della pandemia nel 2020 le attività in presenza di Cantering si sono dovute fermare, ma l’impegno è proseguito con l’idea di organizzare “cene sospese”. “Abbiamo potuto così continuare a dare aiuto e voce a chi spesso non ne ha”, afferma Claudia.
Come siete venuti in contatto con Nawal Soufi? “Il nome di Nawal ci è stato segnalato da un’associazione fiorentina per una richiesta di raccolta di cibo che poi non è stato possibile consegnare, ma che comunque abbiamo destinato ai migranti di Vicofaro in provincia di Pistoia, accolti nella canonica di via Santa Maria Maggiore da don Massimo Biancalani.”- Prosegue Claudia. – “Abbiamo iniziato a documentarci per saperne di più sulla situazione dei profughi nei campi delle isole greche, e ci siamo messi in contatto con Nawal, restando subito colpiti dal suo impegno. I profughi che arrivano dall’Afghanistan, Iran, Iraq, Siria…arrivati in Turchia vengono bloccati, e così tentano viaggi di fortuna nella vicina Lesbo, e in altri campi, dove restano per mesi in condizioni sotto il limite della dignità umana, in attesa di essere riconosciuti come rifugiati e poter ripartire per i paesi europei nella speranza di rifarsi una vita. Una volta conosciuta questa dura e indicibile realtà, non potevamo restare indifferenti”.
Così l’associazione Cantering ha realizzato una seconda raccolta fondi per il campo profughi di Moria a Lesbo. A dicembre ha realizzato anche un video “Una canzone per Lesbo”, dal brano di Roberto Vecchioni “Ti insegnerò a volare“, che ha permesso di raccogliere altri fondi e attivare altre due adozioni a distanza. “Un fratello e una sorella rimasti soli, nonché un’altra famiglia di cinque persone, di cui tre bimbi piccoli”, spiega la presidente Russo.
E ora all’impegno dell’associazione Cantering si aggiunge anche il supporto della Fondazione Il Cuore si scioglie onlus, per offrire aiuto concreto alle famiglie e ai singoli che stanno affrontando l’inverno nei campi greci con risorse del tutto insufficienti per la sopravvivenza.
Per maggiori informazioni
Sull’Associazione Cantering.
Chi volesse aiutare può farlo andando sul sito di Cantering specificando che sono donazioni a favore dei campi profughi greci o versando su:
- Iban: IT 49 J 08325 02800 000 000 211 688 presso BANCO FIORENTINO CREDITO COOPERATIVO –Mugello – Impruneta – Signa
- oppure tramite conto PayPal: http://paypal.me/cantering; donazioni@cantering.it
Su Nawal Soufi:
Daniele Biella, Nawal – l’angelo dei profughi, Edizioni Paoline (2015)
La sua pagina Facebook: Nawal Soufi