Cena galeotta per Casa Marta

Venerdì 16 dicembre con il Cuoco Antonio Geri del Ristorante La Rina 1928 di Cecina e i detenuti della Casa di reclusione di Volterra. Ospite della serata una delegazione della Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze

In cucina il cuoco, di origine volterrana, Antonio Geri del ristorante La Rina 1928 di Cecina e una brigata composta da trenta detenuti del carcere di Volterra: a cena, decine di ospiti che con la loro partecipazione contribuiscono al progetto della Fondazione Casa Marta per la costruzione di una struttura pediatrica che possa accogliere, insieme ai familiari, i bambini che necessitano di cure palliative e assistenza di medici e infermieri formati dall’Ospedale Meyer di Firenze.

Una serata di convivialità e solidarietà che vedrà ospite d’onore una delegazione della Fondazione Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Le cene sono un momento di incontro e socialità, all’insegna dei buoni sapori, che aprono le porte del carcere per valorizzare l’esperienza della Casa di Reclusione di Volterra come luogo di integrazione e solidarietà e punto di riferimento per percorsi rieducativi efficaci che possano permettere ai detenuti di intraprendere nuove strade professionali.  

“Assistiamo ad un grande entusiasmo da parte di tutta la struttura e dei detenuti coinvolti: le cene galeotte hanno sempre avuto questo valore forte di aprire le porte del carcere per farlo diventare un luogo di inclusione e di azioni costruttive:dobbiamo fare tutto il possibile affinché la Fortezza continui ad essere, come prevede la Costituzione, un luogo di recupero e reinserimento sociale delle persone e le Cene galeotte, in questo senso, sono un esempio virtuoso: siamo orgogliosi e commossi di poter contribuire, con questa cena, al progetto Casa Marta dedicato ai piccoli che affrontano gravi malattie e che potranno trovare, insieme alle loro famiglie, cure e conforto”, Maria Grazia Giampiccolo, direttore Casa reclusione di Volterra.

“La cena galeotta di questo 16 dicembre 2022 chiude un anno di forte impegno solidale della Fondazione Il Cuore si scioglie su tutto il territorio toscano: è un’occasione importante per riscoprire la socialità dimenticata nel periodo della pandemia ma anche per unire le forze per una causa importante come il progetto Casa Marta. Ringraziamo la direttrice del carcere, i detenuti, il cuoco e tutti gli ospiti che vorranno partecipare perché grazie a questo impegno di squadra, nascerà un luogo di cura e accoglienza fondamentale per dare sostegno ai bambini con gravi patologie e ai loro familiari”, Sara Biagi, Vicepresidente Fondazione Il Cuore si scioglie.

“Un vero onore per me poter partecipare attivamente ad un evento così ricco di valore: fondere la cucina e la cultura gastronomica tradizionale con la solidarietà e l’integrazione, è un esempio eccezionale che con le cene galeotte si è consolidato nel tempo. Ho raccolto con entusiasmo l’invito a partecipare e sono molto contento di poter dare un contributo al progetto di Casa Marta con la mia cucina e con l’aiuto della brigata di cucina della Casa di reclusione. Sono certo che per me sarà un’esperienza importante e indimenticabile, come lo è stato per tutti i cuochi che mi hanno preceduto e che, a Volterra, hanno lasciato sempre un pezzetto del loro cuore”, Antonio Geri, cuoco del ristorante La Rina 1928 di Cecina.

“La Fisar, delegazione storica di Volterra, collabora con il progetto delle Cene Galeotte fin dal 2007. Il ruolo della Federazione è stato quello di insegnare ad alcuni detenuti l’arte del sommelier e di scegliere le cantine, principalmente toscane, che desideravano contribuire al progetto fornendo le loro etichette per accompagnare i piatti cucinati da chef stellati e dalla brigata di cucina galeotta. L’edizione del 16 dicembre vede in abbinamento vini selezionati di aziende selezionate da Fisar Delegazione di Volterra”, Flavio Nuti, delegato Fisar di Volterra.

Il menù del 16 dicembre   

Un menù all’insegna dei sapori locali, in cui si uniscono sapori di mare e di terra, con un dolce a sorpresa dedicato al Natale.

Dire fare baciare – Insalatina di misticanza con baccalà sottopesto, semi di girasole, zucca e papavero, briciole di bruschetta, ricotta di pecora e petali di mandorla

Quasi inverno – Cubotti di polenta tostata con carpaccio di seppia, pioppini salati in padella e timo

Beata povertà– Pasta e ceci con spezzata di trenette, cozze al vapore, “caviale” di tartufo nero e rosmarino

Passeggiando per Livorno – Triglia fritta con panatura di panko, torta di ceci, pomodoro all’aglio e frutti di cappero

Ottocento – Zuppa inglese in zuccotto da realizzare con pandoro in abbinamento a coulis di lampone, ribes rosso e menta fresca.

Cene Galeotte: numeri e appuntamenti 

Oltre 15mila persone negli scorsi anni sono entrate, dal 2006, nel Carcere di Volterra per partecipare alle Cene galeotte, il progetto ideato dalla direzione della stessa Casa di reclusione e realizzato in collaborazione con Unicoop Firenze e la Fondazione Il Cuore si scioglie. Dopo la pausa imposta dal Covid, la prima Cena galeotta si è svolta il 5 agosto, con un menù a firma di Luisanna Messeri. 

L’esperienza passata ha evidenziato l’importanza della formazione in ambito culinario per i detenuti: i percorsi di apprendimento in cucina, anche in collaborazione con il locale istituto alberghiero, hanno permesso a oltre 40 detenuti di trovare un impiego in ristoranti e strutture esterne, a pena terminata o attraverso l’art. 21 che regolamenta il lavoro al di fuori del carcere. Fra le diverse ed innovative attività c’è anche l’orto: uno spazio dove toccare con mano i frutti del lavoro della terra, che spesso finiscono nelle ricette di pranzo e cena dei detenuti.   

Il progetto Casa Marta 

Una cena importante, non solo per il buon cibo e l’occasione particolare, ma anche perché il ricavato della cena andrà a sostenere un’iniziativa speciale: l’hospice per bambini Casa Marta, un luogo dove i bambini che necessitano di cure e le loro famiglie potranno trovare accoglienza.

Quella di Casa Marta è un’idea nata dalla Fondazione Casa Marta e dalla sua presidente Benedetta Fantugini, che ha avviato il progetto in memoria della sua bimba scomparsa a soli 9 mesi. La prima pietra di Casa Marta è stata posata a luglio scorso e, al momento, sono in corso i lavori di ristrutturazione, resi possibili grazie anche a un finanziamento della Fondazione CR Firenze, partner del progetto, ma sono ancora tanti i fondi necessari per poter aprire entro la fine del 2024.

La struttura, disposta su due piani, ha una superficie di circa 500 metri quadri ed è circondata da un grande giardino pensato per essere vissuto tutto l’anno dai piccoli pazienti, grazie anche a una pergola bioclimatica che percorre il perimetro dell’edificio. Casa Marta ospiterà fino a sei pazienti accompagnati ciascuno da un genitore; nella struttura ci saranno anche una biblioteca, la stanza della musica, una sala dove studiare, ricevere visite, giocare con i propri fratelli e sorelle, con gli amici. La struttura sarà gestita dai medici e infermieri formati dall’Ospedale Meyer e dai volontari della Fondazione Casa Marta.

La struttura, privata ma convenzionata con il pubblico, ospiterà per brevi soggiorni bambini con patologie cronico-complesse, ma anche bambini nella fase terminale della malattia, offrendo l’assistenza medico-infermieristica necessaria per garantire la migliore qualità di vita possibile, grazie alla professionalità di eccellenza del Meyer.

Unicoop Firenze e la Fondazione Il Cuore si scioglie sostengono Casa Marta anche con la vendita del panettone firmato da Luisanna Messeri, in vendita su prenotazione nei Coop.fi e con altre iniziative di raccolta fondi sul territorio con il sostegno delle sezioni soci Coop.  

Info e prenotazioni
entro il 10 dicembre, Consorzio turistico di Volterra 0588 87257 – info@volterratur.it 

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