Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado di Empoli che hanno partecipato al percorso educativo sulla memoria poseranno le prime pietre di inciampo in città.
Le pietre di inciampo sono piccoli blocchi quadrati di pietra (10×10 cm), ricoperti di ottone lucente, posto davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti. Ne riportano nome, anno di nascita, giorno e luogo di deportazione, data della morte. In Europa ne sono state installate già oltre 70.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995.
Altre ne arriveranno a Empoli per il Giorno della Memoria 2022, in memoria dei 21 deportati della ex Vetreria Taddei che furono condotti nei campi di sterminio nazisti l’8 marzo 1944.
Ad installarle anche le ragazze ed i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado che hanno affrontato nelle scorse settimane il tema della Memoria. Fra le diverse opportunità di approfondimento offerte nell’ambito delle proposte educative di Unicoop Firenze, infatti, storicamente ampio spazio è dedicato alla conoscenza del passato più recente, della memoria come “ciò che permette alla comunità di costruire gli strumenti per rimanere liberi. Ma anche come identità individuale, sociale, storica e culturale e materia prima dei valori collettivi e dell’identità sociale di tutti“.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa a Empoli che ha visto la partecipazione del sindaco Brenda Barnini, di Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze e del presidente del Consiglio comunale di Empoli Alessio Mantellassi.
La proposta educativa sulla Memoria nel dettaglio nasce dalla collaborazione di Unicoop Firenze con realtà culturali come l’Istituto storico della Resistenza, i Musei della Memoria e altre istituzioni di storia locale.
Il progetto memoria a Empoli
A Empoli, parti attive del progetto sono state ANED e l’associazione Investire in Democrazia.
Il progetto di Empoli è uno dei 13 percorsi che nei prossimi mesi vedranno protagoniste le scuole toscane all’interno del “Progetto Memoria” delle proposte di cittadinanza consapevole di Unicoop Firenze. Gli studenti delle scuole superiori saranno guidati nella costruzione di un percorso che li porterà a conoscere e rivivere i fatti tragici della storia della Resistenza, con la collaborazione delle sezioni soci Coop, delle istituzioni e delle realtà culturali delle diverse province toscane.
«Un bellissimo progetto di cui io ringrazio il presidente del Consiglio comunale Alessio Mantellassi per questo grande lavoro di ricerca per continuare a costruire la memoria in maniera condivisa nella nostra città – dichiara il sindaco di Empoli, Brenda Barnini -. Soltanto nel 2018 Empoli ha visto il conferimento dal Presidente della Repubblica della Medaglia d’Oro al valor civile per il contributo dato dai nostri cittadini nella guerra di liberazione, nella Resistenza e anche nella sofferenza della deportazione. Questa medaglia non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Ecco che Pietre d’Inciampo sono uno strumento fisico con cui segnare tanti punti della nostra città ricordando che in quel punto abitava in questo caso uno dei nostri deportati. È un modo per non abbandonare mai l’impegno nei confronti della memoria e quindi anche per fare in modo che all’interno della nostra città, ci siano sempre più segni con cui richiamarci a quella che è la storia della nostra comunità. Chi non conosce il proprio passato e che non studia le vicende del nostro passato, difficilmente riesce anche a vivere a pieno la propria parte di vita e assolutamente non riesce a immaginare un futuro. Presentiamo questa iniziativa proprio oggi a pochissimi giorni dalla scomparsa di David Sassoli, il Presidente del Parlamento Europeo e in qualche modo mi piace pensare che sia un modo che ci collega in maniera fisica a una mentalità di costruire memoria condivisa a livello europeo ed è emozionante perché anche in questo modo noi possiamo ricordarlo».
«Questa messa in opera delle Pietre d’Inciampo sia un patrimonio di tutta la città – dichiara Alessio Mantellassi, presidente del Consiglio comunale di Empoli -. Per questo abbiamo chiesto a tutte le scuole superiori di Empoli, statali e paritarie, che ringrazio, di con le loro classi adottare qualcuno di questi nomi. Hanno approfondito le biografie, cosa sono le pietre d’inciampo, cosa è stata la deportazione a Empoli e poi quando le ‘pietre’ verranno incastonate, saranno queste ragazze e ragazzi a raccontare chi erano queste persone e coinvolgeremo anche i bambini e le bambine delle scuole primarie. Saranno questi giovani cittadini che dovranno proteggere queste pietre e questa memoria con la loro partecipazione e attenzione. Le prime 21 pietre d’inciampo saranno presenti nel centro storico di Empoli, a Santa Maria, a Cortenuova, a Pontorme, a Ponzano, a Avane, a Pozzale, quindi saranno memoria diffusa su territorio. Nel 2023 ne metteremo le restanti pietre. Abbiamo bisogno che a distanza di tanto tempo, questi valori devono siano sempre più parte della nostra coscienza civile di cittadini democratici. Ringrazio Aned, le scuole, gli altri comuni e Unicoop Firenze per la collaborazione su questo bellissimo progetto».
“Ogni anno il Giorno della Memoria ci chiama ad una riflessione sull’importanza di ricordare quello che è accaduto, perché non succeda più. Lo scorso anno donammo a tutti i ragazzi delle scuole toscane il messaggio di pace e di speranza di Liliana Segre. Quest’anno siamo partiti fin dall’inizio della scuola con dei percorsi concreti e tangibili che hanno portato ragazze e ragazzi a confrontarsi con i testimoni del periodo più buio del secolo scorso. Gli studenti hanno frequentato i luoghi della Resistenza e conosciuto dalle fonti primarie la storia recente. Con la posa delle pietre d’inciampo a Empoli la comunità tutta compie un’azione importante per non dimenticare quello che è stato e rende i più giovani protagonisti di un’esperienza che potrà aiutarli a capire cosa è stata la Shoah, perché la conoscenza è alla base della crescita di cittadini consapevoli e capaci di scegliere. Il nostro scopo infatti è far emergere tante storie che ci invitano a non restare indifferenti, a coltivarne la Memoria, «vaccino prezioso contro l’indifferenza che ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare», come affermò Liliana Segre” afferma Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze.
«Le iniziative per la commemorazione del Giorno della Memoria sono caratterizzate, quest’anno, dalla cerimonia di posa delle Pietre d’Inciampo. Esse hanno il merito di dare concretezza e fisicità ad una commemorazione, non si tratta semplicemente di un rito, ma di un momento di alto valore civile, che va a restituire dignità, identità, umanità, ma anche un nome a quei cittadini empolesi che hanno perso la vita negli orrori dei campi di concentramento. La memoria deve rimanere un elemento fondamentale della nostra vita sociale, culturale, civile, ma anche personale. Quella delle pietre d’inciampo è una forma di memoria molto particolare, che tiene viva la memoria delle singole persone oltre che della tragedia collettiva.In questo modo, oltre a non dimenticare queste persone, la memoria ci aiuta a capire come vogliamo sia il nostro futuro», il commento di Roberto Bagnoli, presidente dell’Aned Empolese Valdelsa.
Il progetto memoria in Toscana
Fra le diverse collaborazioni sul territorio toscano, si possono citare anche quelle con il Museo delle miniere di Cavriglia, gli Istituti Storici della Resistenza e dell’Età Contemporanea, fra cui quello di Pistoia e le Stanze della Memoria di Siena, costola dell’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea, nonché l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano ad Arezzo, l’Istituto del Nastro Azzurro di Montevarchi, l’Anpi a Figline e Incisa Valdarno e a Campi, oltre che a Pontassieve insieme al Gruppo trekking Geo, il Comune e l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea a Lucca, la Biblioteca Franco Serrantini a Pisa, l’Anpi a Colle di Val d’Elsa e l’Archivio Cgil a Poggibonsi.