Parole semplici, concrete, che non conoscono scadenze perché parlano di umanità e diritti fondamentali. Sono quelle della grande eredità lasciata da Nelson Mandela che, con un impegno durato tutta la vita e con i suoi 27 anni di carcere, ci lascia un esempio di battaglia contro ogni sopraffazione dell’uomo sull’uomo.
A ricordare il suo messaggio, è Sello Hatang, presidente della Fondazione Nelson Mandela, che in questi giorni è stato in Toscana, per ricordare il grande Madiba proprio a sei anni dalla sua scomparsa avvenuta il 5 dicembre 2013.
Fra le tappe della sua visita anche un incontro nella sezione soci Coop Firenze Sud Ovest e un evento pubblico al Coop.fi di piazza Leopoldo, dove è avvenuto l’incontro simbolico fra la Fondazione Nelson Mandela e la Fondazione Il Cuore si scioglie.
Spunto dell’incontro la nuova campagna di street art della Fondazione Il Cuore si scioglie #ilmomentoèadesso che, fra i protagonisti dei murales, vede anche il volto di Martin Luther King, che giovedì 12 dicembre è apparso sui muri di piazza Leopoldo a Firenze in un abbraccio simbolico con Nelson Mandela, che dal novembre 2018 guarda la piazza dal grande murales disegnato da Jorit.
Con questo evento la Fondazione Il Cuore si scioglie ha voluto rimarcare il suo No al razzismo, e l’impegno a lottare per i diritti e l’uguaglianza.
Abbiamo bisogno di grandi leader
“Penso che sia importante ricordare queste due figure e il loro sacrificio – Martin Luther King con la sua vita, Madiba con tanti anni di prigione – in nome del valore della solidarietà. Viviamo in tempi in cui vogliamo tutto per noi, senza condividere. Le persone oggi danno più valore alla ricompensa che al servizio, l’individuo conta più della comunità. In questi tempi abbiamo bisogno di avere grandi leader per guidare grandi Paesi, invece di leader mediocri che guidano Paesi ed economie molto forti. Martin Luther King e Nelson Mandela hanno guidato i loro popoli con compassione e avevano cura delle persone più povere e umili. L’esempio di entrambi ci deve guidare nel futuro” – ha affermato Sello Hatang nel suo intervento in piazza Lepoldo.
Di fronte ai segnali di oggi, la battaglia per i diritti è più che mai attuale. Come combatterla nel quotidiano?
La battaglia per i diritti e contro ogni forma di discriminazione continua e ognuno è responsabile di combatterla. E’ l’unica strada per costruire un mondo diverso. Non possiamo lasciare che i diritti fondamentali vengano sopraffatti, ogni giorno, in molte parti del mondo.
La battaglia comincia proprio dai più giovani e con i più giovani: occorre affrontare il tema, confrontarsi con loro, attivare le scuole, piantare semi di tolleranza e solidarietà proprio nelle nuove generazioni. I più giovani devono sapere che sono loro la generazione che deve reinventare se stessa in un modo diverso. E, attraverso loro, dobbiamo coinvolgere le famiglie e le persone più adulte che a volte sono più resistenti dei giovani stessi.
Lei è spesso in Toscana e a Firenze, che le ha consegnato lo scorso anno le chiavi della città. Che legame ha con questo territorio?
La Fondazione e io stesso abbiamo un legame speciale Firenze e la Toscana. Una parte del mio cuore appartiene alla Toscana. Negli ultimi 11 anni, sono venuto molte volte qui a Firenze e in Toscana e la sento come la mia seconda casa.
Qui come Fondazione negli anni abbiamo incontrato migliaia di ragazzi, di scuole, associazioni e la città ci ha sempre supportato nella nostra azione di divulgazione dell’eredità di Nelson Mandela e il lavoro che facciamo in Sud Africa. Per questo voglio esprimere la mia profonda gratitudine alla città di Firenze e a chi qui ci ha accolto: a questa città auguro di continuare ad essere così accogliente e calorosa, non solo con me per il ruolo che ho, ma a tutti quelli che bussano alla porta. Che la città possa continuare a celebrare la differenza, come qualcosa che arricchisce il grande patrimonio storico e culturale che Firenze racchiude. E, spero ovviamente, che la città continui a ricevere anche me con il calore che ho sempre trovato.
Qual’ è l’eredità più importante che Nelson Mandela ci ha lasciato?
Tra le tante cose, indubbiamente l’attenzione che per tutta la vita ha dedicato ai più vulnerabili. Come ha combattuto contro ogni ingiustizia. La sua eredità morale è complessiva, non si può essere selettivi rispetto ai valori che incarna la sua figura.
Direi che il suo esempio è questo: combattere, anche contro le difficoltà più grandi, per affermare l’uguaglianza di tutti rispetto ai diritti fondamentali di ogni uomo. E’ in questo modo che ha costruito una “cultura dell’essere umano” basata su valori di solidarietà.
Cosa fa la vostra Fondazione per portare avanti l’eredità di Nelson Mandela?
Ogni giorno incontriamo persone, visitiamo Paesi, città e luoghi per tenere vivo il ricordo e raccontare cosa Nelson Mandela ha fatto e con quali obiettivi. Raccogliamo fondi a sostegno della Fondazione il cui obiettivo è di mettere a disposizione di tutti, anche con sistemi digitali e strumenti on line, tutto il nostro patrimonio e i nostri archivi su Nelson Mandela.
Non muri ma ponti: come costruirli?
Dobbiamo essere consapevoli che l’animo umano non è stato creato per stare in catene. Ovunque ci sia povertà, disuguaglianza, discriminazione, repressione politica e privazione di libertà, nessun essere umano si arrende e rimane incatenato. Più alti sono i muri, più alto è il salto che le persone sono disposte a fare per liberarsi e conquistare una vita dignitosa.
Non importa quanto è profondo il mare, le persone continueranno a attraversarlo se dall’altra parte c’è il miraggio della libertà. Quindi ognuno di noi deve aprire il cuore e essere pronto a ricevere l’altro e gli altri. Non solo a tollerare, ma proprio ad accogliere, senza resistenze ai cambiamenti globali in corso nel mondo.
Quale qualità ha reso Nelson Mandela il grande uomo che è stato?
La grande qualità di Nelson Mandela è stata la forza d’animo, la fermezza: la capacità di restare saldo anche se tutto intorno sembrava crollare o andare male. Non ha mai sacrificato i suoi valori per un guadagno temporaneo. Da lui ho imparato a stare calmo e a mantenere salda la visione e a non lasciarmi andare mai di fronte alle difficoltà.