L’inflazione non è uguale per tutti: colpisce di più le famiglie con redditi modesti, che già venivano da anni di difficoltà da cui non si sono mai risollevate. Lo conferma Linda Laura Sabbadini, direttrice dell’Istat: «Una serie di crisi successive si sono sovrapposte negli anni. Dunque, l’Italia ha accumulato problemi strutturali su problemi strutturali e le disuguaglianze si sono aggravate proprio laddove erano già molto elevate. La pandemia ha accentuato ulteriormente queste disuguaglianze».
Fra i più colpiti donne e giovani…
In Italia ancora la metà delle donne non riesce a essere economicamente indipendente, giacché non ha neppure un lavoro, e di conseguenza è più esposta ai rischi di violenza, soprattutto domestica. Poi, siamo un Paese che non riesce a investire sui propri giovani e a valorizzarne il capitale umano, visto che non offre a ragazzi e ragazze possibilità di lavoro – ancora oggi i livelli di occupazione di chi ha tra i 25 e i 34 anni sono inferiori di oltre 6 punti percentuali rispetto al 2008 -, ma neppure istruzione e formazione adeguate. Abbiamo meno laureati fra i 30 e i 34 anni degli altri Paesi europei, mentre i dati Invalsi ci dicono che anche i risultati degli studenti sono inferiori. Con la pandemia il peggioramento è stato trasversale, ma è stato molto più accentuato nelle famiglie a basso reddito.
Il tema più urgente sembra essere quello dei prezzi e dell’inflazione…
L’aumento dei prezzi, iniziato già alla fine del 2021, si è via via accentuato. Un problema che ha colpito tutti, ma ancora di più i nuclei familiari a basso reddito: nel loro bilancio il peso dei generi alimentari da una parte e delle bollette dell’energia dall’altro è molto più alto, dal momento che destinano a queste voci la gran parte delle loro entrate. Fra gli interventi più urgenti e necessari ci sono proprio quelli per dare un supporto sia alle famiglie che alle imprese, di fronte a una crisi energetica così violenta, e trovare le strade per garantire l’abbassamento del livello dei prezzi, compresa la riduzione dell’Iva sui beni alimentari di prima necessità.
Anche chi ha un lavoro è in difficoltà?
In Italia persiste il problema dei lavoratori poveri: oggi 4 milioni di persone hanno un reddito da lavoro che è inferiore a 12mila euro lordi l’anno. Si tratta di un fenomeno grave, dovuto sia a salari bassi, inferiori agli 8 euro l’ora, sia soprattutto a un basso numero di ore lavorate, cioè a contratti brevi, precari e part-time involontari, che riguardano soprattutto le donne. Bisogna rifuggire da formule semplici, non si può affrontare un problema per volta e non basta abbassare le bollette per risolvere la crisi del Paese. È giusto affrontare il tema dell’energia, ma senza dimenticare il complesso delle disuguaglianze che sono cresciute e quello che abbiamo imparato dalla pandemia.