“Sono nel vento”
Attraverso la voce di un bambino, così Francesco Guccini decise di mettere in musica la tragedia della Shoah, scrivendo una delle sue canzoni più delicate e commoventi. Perché la scrisse? Quale fu la molla? La risposta nelle parole del cantautore che abbiamo raggiunto via telefono nella sua casa di Pàvana sull’Appennino pistoiese.
“Non ricordo bene quale fu la molla per scriverla, ricordo, però, che era un pomeriggio di una giornata grigia d’autunno e stavo preparando l’esame di latino, uno dei quattro che dovevo sostenere all’Università. Era un esame enorme e ogni tanto, per rilassarmi durante lo studio, mi appartavo per suonare la chitarra, quel giorno è uscita Auschwitz. Ancora oggi sul taccuino che usavo per lo studio si può vedere un disegnino che avevo fatto per aiutarmi a trovare le parole.”
Ha ancora quel taccuino?
Sì, stranamente c’è ancora, per la maggior parte i pezzi originali delle mie canzoni sono spariti, ma quello c’è ancora grazie a mia moglie
Anche Lager era dedicata alla Shoah?
Sì e no. Lager voleva ricordare i tanti lager reali o solo morali che ci sono nel mondo. Volevo raccontare che i lager non erano finiti con la fine del nazismo, ma che ce ne sono sparsi in tutto il mondo. Ultimo esempio i lager che ci sono in Libia, dove torturano e seviziano i migranti che vogliono imbarcarsi.
E l’Italia respingendo i barconi si rende responsabile?
Certo, dobbiamo accollarci anche questa colpa.
Lei vive in un piccolo paese di montagna, trova che ci sia più solidarietà che altrove?
C’è molta solidarietà fra di noi, anche perché siamo sempre meno, ogni tanto muore qualcuno. Non c’è una gran gioventù. Solidarietà per chi vien di fuori? Non sono così sicuro, ho sentito frasi e opinioni velate di razzismo.
Ci sono immigrati nel suo paese?
Sì alcuni e questi anche ben integrati. Qualche anno fa a un torneo di briscola hanno vinto due marocchini, che invece di farsi i segni, parlavano in arabo per confrontarsi sulle carte. Hanno vinto il torneo, ma visto che il premio era un prosciutto l’hanno rifiutato e hanno preso un pezzo di formaggio. È integrazione anche questa.
Che ne pensa delle canzoni rap che spopolano fra i ragazzi, con le parole che hanno il sopravvento sulla musica?
Per quanto riguarda questa nuova ondata di canzoni, io mi astengo, perché non ascolto più niente. Quindi non posso giudicare.
Davvero non ascolta più musica?
Non ascolto più niente.