Triangle of sadness

Quarto appuntamento della rubrica dell’Informatore online dedicata al cinema, realizzata in collaborazione con lo Spazio Alfieri di Firenze, nell’ambito del “Premio Claudio Carabba”. Pubblichiamo la recensione di "Triangle of sadness" di Daniele Noferi, concorrente premio Claudio Carabba 2023

Con questo quarto appuntamento prosegue la rubrica dell’Informatore online dedicata al cinema, realizzata in collaborazione con lo Spazio Alfieri di Firenze, nell’ambito del “Premio Claudio Carabba”, giunto ormai alla seconda edizione, indetto dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Gruppo Toscano (SNCCI), dallo Spazio Alfieri, il programma Lanterne Magiche FST, con il supporto di Unicoop Firenze.

Gli autori dei migliori elaborati dell’edizione 2023 saranno premiati con un soggiorno di cinque giorni alla Mostra del Cinema di Venezia, che quest’anno si svolgerà dal 30 agosto al 9 settembre. Racconteremo le loro impressioni e recensioni “in diretta” sui canali social dell’Informatore online.

Nell’attesa del Festival di Venezia pubblichiamo la recensione del film Triangle of sadness del regista di Ruben Östlund, scritta di Daniele Noferi, concorrente premio Claudio Carabba 2023.

La recensione

Esistono principi morali in una società capitalistica caratterizzata da differenza di classe e fondata sulla drammatica connessione tra apparire ed avere? Questo è il tema che il regista svedese Ruben Östlund ci pone in maniera schietta e aspra all’interno del suo film del 2022,vincitore della Palma d’oro al 75° Festival di Cannes.
Triangle of Sadness è un film politico nel quale il regista evidenzia la sfiducia nel genere umano, aggiungendo un tono umoristico affidato al costante bisogno di voler spingere tutto verso i limiti più estremi.

Il film, diviso in tre capitoli, si apre con una relazione instabile tra una influencer e un modello. Carl, il modello, si trova ad affrontare un periodo di crisi della sua carriera e il fatto che la compagna guadagni più di lui lo rende ancora più insicuro. Yaya, modella e influencer, sembra non considerare la loro una relazione vera, ma è interessata per lo più ai follower.
Cosa attira di più il pubblico del mondo dei social, se non una coppia perfetta di giovani vip?Entrambi svolgono un lavoro che permette il sostentamento grazie all’utilizzo della propria immagine. Questa scelta rimanda alla mente le opere dell’artista pop americano Andy Warhol, in particolare con il “Dittico di Marilyn”, del 1962. L’artista, attraverso questo dipinto serigrafico, mette in luce quelli che sono gli elementi della sua cultura. Non si sa se c’è un intento polemico verso il consumismo o verso l’arte precedente. Il prodotto della società dei consumi rimane comunque una testimonianza della cultura del suo tempo. In questa società anche i vip diventano elementi di consumo, perché la ridondanza della loro immagine viene messa da Warhol sullo stesso piano degli oggetti. Non c’è più distinzione: vip, modelli, influencer e prodotti di consumo entrano a far parte della società capitalistica,alienandosi da se stessi.

Carl e Yaya non sembrano però essere gli unici a subire un medesimo destino crudele. Nel secondo capitolo veniamo catapultati all’interno di un lussuoso yatch colmo di miliardari, strutturato secondo una gerarchia piramidale, dove nel punto più alto troviamo passeggeri facoltosi, i ricchi, mentre nel punto più basso gli inservienti, i poveri.
Tra questi si contraddistinguono due figure insolite: Dimitrij, un capitalista russo magnate del fertilizzante, e il capitano Thomas, interpretato da Woody Harrelson, americano e profondamente marxista.

La genialità del regista sta nel ribaltamento dei luoghi comuni tra capitalismo e socialismo, riuscendo allo stesso tempo a far comunicare tra loro questi due mondi, in una discussione che avviene all’interno di una scena apocalittica, dove i miliardari, a causa del maremoto, si ritrovano letteralmente a navigare nel proprio vomito e nella propria merda.
Il film, quindi, è una satira della società contemporanea che è caratterizzata dal capitalismo e dal consumismo, due delle più grandi minacce di Karl Marx. La sua filosofia parla dell’alienazione economica. Quest’ultima si tratta della condizione storica in cui versa l’operaio nella società capitalistica industriale, che si trova estraniato dal proprio lavoro rispetto al prodotto della sua attività, alla sua stessa attività, alla propria essenza e ai propri simili. Per Marx il superamento dell’alienazione può avvenire non con una riconciliazione ideale con la realtà, bensì con il suo cambiamento reale.

Nel terzo capitolo, dopo la distruzione del lussuoso yacht da parte dei pirati, i protagonisti naufragano su un’isola deserta. Abituati ad avere tutto dalla vita, i ricchi si trovano obbligati a dover obbedire a l’unica inserviente sopravvissuta al naufragio, Abigail, la quale è la sola in grado di cacciare il cibo e accendere il fuoco e perciò instaura un regime dittatoriale con lei al comando. A Östlund, proprio come a Marx, piace l’idea di ribaltare la gerarchia del mondo.
Secondo il marxismo, infatti, il capitalismo sarebbe destinato a soccombere a causa di se stesso, causando una rivoluzione che porterà dapprima ad una dittatura del proletariato e successivamente ad un annullamento dello Stato e della Società gerarchica.

L’unico che rimane isolato, da questo scambio di ruoli, è il modello Carl, perché, proprio come all’inizio, si trova costretto a vendere la propria immagine per sopravvivere, diventando il “bambolotto di svago” della nuova dittatrice.

Il regista ci lascia un finale con dilemma in sospeso, ciò spinge lo spettatore a voler entrare nelle menti dei personaggi, ma allo stesso tempo, involontariamente, sono loro che entrano nelle nostre, tormentandoci, quasi come a voler risolvere un rompicapo, dove però non esiste un’unica soluzione e l’unico mezzo che abbiamo a disposizione è la nostra immaginazione.
Voto: 4/5

Sinossi del film

Triangle of sadness
di Ruben Östlund (Svezia 2022)
con Harris Dickinson, Charlbi Dean Kriek, Woody Harrelson, Vicki Berlin, Henrik Dorsin

Genere: satirico
Durata: 149 minuti
Palma d’Oro al Festival di Cannes

Una fiaba dark sul narcisismo e il cinismo della società contemporanea e sul disfacimento fisico e morale di ogni classe sociale. Lo spietato ritratto di un mondo che affonda e che in maniera ancor più grottesca cerca di salvarsi.

Una coppia di modelli, Carl e Yaya, partecipa a una crociera di lusso insieme a un bizzarro gruppo di super ricchi e a un comandante con il debole per gli alcolici e Karl Marx. Tutto all’inizio sembra piacevole e “instagrammabile”, ma un evento catastrofico trasforma il viaggio in un’avventura in cui ogni gerarchia viene capovolta.

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