#CiStoDentro. Resilienza creativa al tempo del Covid 19

Intervista al giornalista Federico Taddia, curatore editoriale del progetto digitale del Ministero per le pari opportunità e la famiglia per fornire strumenti, e consigli di attività da realizzare con i figli

Chiuse scuole, palestre, piscine, campi da calcio, spostamenti limitati all’area intorno a casa, senza possibilità di andare a quel parco che ci piace tanto o al cinema, e allora che fare? Passata l’euforia delle prime settimane viste come una vacanza anticipata, come occupare il tempo in modo costruttivo con i propri figli, soprattutto se piccoli? Come spiegare loro quanto sta accadendo?

Per cercare di dare alle famiglie ma anche ai ragazzi gli strumenti per vivere nella maniera migliore questo momento così complicato, in cui tutto è sospeso o rimandato, arriva dal Ministero delle pari opportunità e della famiglia l’iniziativa #CiStodentro con consigli e suggerimenti per mettere in campo le nostre migliori energie, idee e creatività, sempre nel rispetto delle regole ed in modo responsabile, per la tutela della salute di tutti.

Curatore editoriale del progetto il giornalista e scrittore Federico Taddia, conduttore e autore di vari programmi per bambini e ragazzi in tv e alla radio.

Qual è lo scopo di questa iniziativa?

L’idea è quella di dare strumenti ai bambini e alle bambine, ma anche alle famiglie, per dare un senso a questo tempo perché sono giornate lunghe, anche se già una parte impegnate con il proseguimento dei compiti per la scuola. Ma volevamo dare anche suggerimenti che non fossero necessariamente legati all’attività scolastica o al virtuale. È quella che definiamo resilienza creativa, ovvero impiegare il tempo ritrovato per acquisire nuove competenze, riconquistare attenzione nelle azioni e dare un nuovo significato al tempo che trascorriamo. Il tutto insieme ad una parte informativa che aiutasse i bambini a capire cosa sta succedendo.

Qualche esempio…

I bambini che non possono andare a trovare i nonni in queste settimane perché non vivono in casa con loro possono però continuare a fare tante cose per e con i nonni per mantenere il legame: dalla vecchia telefonata alla videochiamata per salutarli e chiedere loro consigli e suggerimenti, magari farsi insegnare una ricetta o un vecchio gioco di carte. Possono scrivere loro una lettera e spedirla o fare un disegno. Questo aiuta anche i nonni a restare protagonisti e partecipi della vita dei nipoti in questo momento di forzata solitudine. Insomma, anche nella distanza possiamo trovare delle opportunità di incontro.

Altre piccole strategie?

Nella sezione “Tempo liberato” ci sono vari suggerimenti: costruire una clessidra per vedere il tempo che scorre, aprire un cassetto rimasto chiuso non tanto per rimetterlo in ordine, ma per veder cosa c’è, recuperare oggetti per mettere in fila ricordi e bei momenti, che magari nella quotidianità avevamo perduto, oppure creare un dizionario personale di parole belle o che fanno stare bene, per il significato che hanno o per il loro suono, un ricettario di parole che metta allegria e buonumore. Abbiamo chiesto anche ai bambini di raccontarci le loro giornate o cosa faranno appena avranno la possibilità di uscire di casa. In questi pochi giorni già ci sono arrivati disegni, video, foto ad esempio di un bambino che ha fatto un arcobaleno con i giochi o dei biscotti cucinati finalmente con la mamma.

Quali domande sono arrivate in questi giorni nella sezione “Lo chiedo alla Ministra“, dove i bambini hanno la possibilità di fare domande a ruota libera alla Ministra Elena Bonetti ?

Sono arrivate le domande più diverse, tutti problemi pratici legati al quotidiano e alle emozioni che stanno vivendo e i bambini aspettano risposte altrettanto concrete. C’è il bambino che chiede se può abbracciare il papà quando torna dal lavoro, la bambina arrabbiata perché i quaderni non sono considerati un bene di prima necessità, una bimba di 4 anni che chiede se è stata trovata la cura per la bua del “CoronaBirus” perché vuole tornare a pescare.

C’è anche una sezione video interviste Live…

Sì, un’intervista settimanale, ogni giovedì alle 12. Abbiamo aperto con la ministra Bonetti poi ogni settimana avremo un personaggio da intervistare, dallo psicologo al medico sportivo che darà indicazioni su come fare sport in casa, allo scienziato con qualche dritta su esperimenti casalinghi. Insomma mezz’ora di chiacchiere con un linguaggio semplice a misura di bambino, utile anche ai genitori.

Come si racconta la malattia, il Coronavirus, ai bambini?

Dicendo la verità, descrivendolo con rigore scientifico e parole semplici : cos’è un virus, come funziona, da dove arriva, come fa a muoversi, frasi brevi ma senza banalità.

In questo momento di sospensione delle “relazioni fisiche” tra pari, cambiamo anche le regole? Più computer, più tv, più cellulare?

Sta nella responsabilità educativa degli adulti dare il giusto equilibrio, anche rinegoziando i tempi e le regole con i propri figli in questo momento di emergenza. Stare al computer per seguire e proseguire la didattica on line è importante, ma lo è anche il videogioco che consente al ragazzo di continuare a socializzare in rete con l’amico, o la televisione che è un modo per mantenere aperta una finestra sul mondo, ma questo non significa che non si possa trovare spazio per fare altro… ad esempio cucinare con i propri genitori, per molti un’esperienza nuova anche di relazione con il cibo e con gli adulti di riferimento, giocare da soli a costruire oggetti, recuperare manualità nel fare anche cose semplici insieme.

Lei ha scritto anche molti libri per ragazzi. Con la serie di volumi “Teste Toste”, che le è valso il premio Andersen nel 2013, ha raccontato la scienza, l’ambiente, la matematica insieme a scienziati come Margherita Hack o Mario Tozzi… Perché è importante leggere per occupare il proprio tempo?

Perché il libro, così come il film o la visita ad una mostra virtuale sono i tanti linguaggi e possibilità di evasione che possiamo proporre ai nostri ragazzi. I giovani negli ultimi anni hanno acquisito una sensibilità ambientale maggiore e quindi sono più interessati verso la scienza, hanno voglia di sapere. In Italia per tradizione si è prediletto la cultura umanistica rispetto a quella scientifica, ma credo che questa tendenza stia cambiando. Io con il mio lavoro cerco di spiegare le cose e farle capire, mi piace farlo per i ragazzi.

Nel portale #Cistodentro c’è una sezione dedicata alle letture. Ogni settimana chiediamo a degli scrittori di dare “delle dritte” consigliando un libro letto da ragazzi da rileggere, un libro scritto da loro e un libro scritto da altri.

E Federico Taddia quale libro vorrebbe rileggere?

In questo momento sto rileggendo “La Grammatica della fantasia” di Gianni Rodari. Un libro che consiglierei è Orzowei di Alberto Manzi, il primo libro letto da ragazzino che mi ha aperto ad altri mondi.

Da giornalista di articoli per “Topolino” ai grandi quotidiani. In quale personaggio di Walt Disney si riconosce?

Sono sempre stato un grande fan di Pippo perché fisicamente un poco mi assomiglia e perché mi piace quel suo essere un po’ distratto e disincantato, anche ingenuo, mi piace il suo sguardo sul mondo.

Su Radio24 conduce “Padrieterni” con Matteo Bussola. Come sono cambiate le dinamiche familiari in queste ultime settimane?

Dalla testimonianze in radio che abbiamo ricevuto la percezione è quella di essere passati dall’euforia iniziale della prima settimana alla preoccupazione vera dei genitori di come gestire i figli e allo sbandamento nei ragazzi e adolescenti che all’inizio è stato un “non sto alle regole e comunque esco“, che poi invece si è tradotto in una assunzione di responsabilità. E poi la difficoltà dell’essere insieme in una modalità nuova. Grandi “sbrocchi” perché prima della pace o del ritrovarsi c’è il punto di rottura, lo sfiorare il non detto o il malinteso che ti porti dietro da mesi e quindi questa situazione li ha fatti esplodere, ma è anche il momento del riconoscimento del problema, anche se non necessariamente della soluzione dello stesso. Abbiamo imparato a conoscere le emozioni, ad ascoltarci.

E lei, come trascorre le sue giornate?

Proseguo nel mio lavoro, leggo, cammino nel mio giardino, sto con i figli che ormai sono grandi.

Qual è la prima cosa che farà una volta finita l’emergenza?

Ora avrei proprio voglia di camminare sapendo che posso andare dove voglio senza girare per il cortile, andrei a trovare i miei parenti anziani.

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