Francesco Tullio-Altan, classe 1942. Più semplicemente, Altan. Matita acuta, con punta tagliente, tratto versatile, in grado di parlare a pubblici diversi: adulti, bambini, adulti tornati bambini, politici, decisori e scrittori, di cui ha illustrato diverse opere.
Un uomo a colori, sempre vivaci, e dalle linee morbide, a dispetto dell’ironia sagace, Altan ha raccontato quasi cinquant’anni di storia italiana, dagli anni Settanta a oggi, con la “ferocia affettuosa” del suo sguardo e i suoi personaggi senza tempo.
Un talento con molte sfaccettature, come quello di Milo Manara: dal fumetto per adulti alla satira politica e di costume, dalla produzione per bambini alle vignette di impegno ambientale, ci ricorda come eravamo e come siamo, con poche parole. Le frasi lapidarie dei suoi personaggi, le risposte asciutte alle nostre domande e quella piccola firma in basso a destra: Altan. Punto.
Da passione a mestiere
Caso, talento o destino: com’è iniziata la sua storia da vignettista?
Disegno da sempre, da quando ero piccolissimo: a quei tempi non c’era molto altro da fare, né la tv né i videogiochi. Disegnavo delle storielline per i miei compagni, poi ho cominciato a vedere cosa facevano i grandi, a imitarli e poi il resto è storia.
Quasi 50 anni di immagini e oltre 7000 vignette: cosa ha raccontato con le creazioni della sua matita?
Dagli anni ’70 a oggi, un bel pezzo di storia di questo Paese e della sua politica e, purtroppo, alcune vecchie vignette funzionano ancora benissimo: quindi 50 anni in cui le cose sono cambiate poco.
Buona musica, una sedia comoda, una matita ben appuntita: cosa le occorre quando disegna?
Esattamente questo.
Saper disegnare: talento o tecnica? Passione o metodo?
Un po’ tutte queste cose. All’inizio è solo il piacere di disegnare. Poi è tecnica, esperienza. E idee da mettere su carta.
Satira per sorridere, ridere o riflettere?
Tutte e tre e, in più, per farci sentire meno soli, se troviamo qualcuno che esprime dubbi, rabbie, speranze, in una forma più compiuta. È una maniera di ritrovarsi e stare “connessi”, per quelli che la pensano allo stesso modo.
Se la satira fosse uno sport, sarebbe la scherma, la boxe o una partita a scacchi?
Un po’ di scacchi e un po’ di scherma. Boxe, sicuramente, no.
Tre ingredienti per fare satira?
Attenzione, un po’ di umorismo ed esperienza, che aiuta a farsi venire in mente le cose.
Cibo, risorse, ambiente
Ha partecipato alla Giornata mondiale dell’alimentazione 2018: perché?
Mi sono avvicinato al tema dopo avere conosciuto Andrea Segrè e poi Massimo Cirri, che mi hanno proposto di intervenire in una conferenza spettacolo: cibo, scadenze, supermercati e molti altri spunti sui quali ho cercato di dare un contributo ironico. Le questioni sono molto serie, per questo bisogna sorriderci un po’.
Quale il messaggio della raccolta di vignette realizzate per il G7 sull’ambiente di Bologna?
Non ho scelto un tema in particolare, perché sono i tanti problemi a generare un’unica emergenza: quella ambientale, che ogni giorno distrugge un po’ il nostro pianeta.
Spreco di cibo, acqua, energia: a cosa dedicherebbe la vignetta dell’anno 2019?
Al lato più bello dello spreco: che, recuperando, si può aiutare e dare da mangiare a chi ne ha bisogno. Un modo per riequilibrare un po’ questo mondo scombinato.
Anche Pimpa ama la natura. È un messaggio ambientalista per i più piccoli?
Pimpa è nata con mia figlia di due anni sulle ginocchia, per farla divertire, semplicemente. Non avevo nessun messaggio in bottiglia, volevo solo giocare con lei. Da lì viene anche una certa longevità del personaggio, perché è semplice e per tutti. Pimpa parla con tutto e tutti, chiunque è un amico possibile: è aperta a tutti e questo forse è il messaggio più bello.
Dopo tanti anni di attività, Pimpa è andata in pensione?
No e non ci andrà perché non raggiungerà mai… quota 100.
E Altan?
Sì, ora, solo perché a un certo punto ti danno la pensione, ma la mia matita, no, non ci è andata e forse non ci andrà mai.
Di cosa e a chi parlano le sue immagini oggi?
Mi sono sempre occupato poco dei politici, salvo due o tre casi in cui mi sono sentito costretto dall’invadenza di certi personaggi. Mi è sempre interessato di più l’elettore dell’eletto: certi personaggi sono lì perché qualcuno li ha scelti. Questo è il vero problema.
In tutti questi anni di lavoro, società e politica sono cambiate. La satira anche? E come?
Spesso con satira si copre una varietà enorme e diversa di mestieri diversi fra loro. È cambiata nel senso che oggi molta satira passa per i social, con immagini e fotomontaggi dove la satira assomiglia a quella dei bar, dove la satira di battute si è sempre fatta, senza che nessuno si prendesse la briga di trascriverla.
Pungente con la satira e delicato con i bambini. C’è un legame fra le due anime di Altan?
C’è un legame nel senso che il mondo della Pimpa è il mondo come mi piacerebbe che fosse e l’altro è il mondo come purtroppo è.
Dialogo immaginario: se Pimpa e Cipputi si incontrassero, cosa si direbbero?
Andrebbero a spasso insieme, senza chiacchierare molto.