Durante la gravidanza è necessario fare un po’ più di attenzione a cosa si mette in tavola. Ad aiutare le donne incinte a fare chiarezza su cosa sia importante mangiare e cosa sia meglio ridurre durante i nove mesi, ci pensa un team di ricerca composto da giovani specializzandi e medici dell’Azienda Ospedaliera di Careggi, guidato dalla dottoressa Mariarosaria Di Tommaso del Dipartimento Assistenziale Materno Infantile.
Perché è interessante il target delle donne gestanti quando si parla di alimentazione?
«Il target delle donne incita è molto interessante per ragioni diverse, in primis per la tutela della gravidanza: una buona alimentazione comporta un buon decorso della gravidanza che per noi vuol dire limitare l’insorgenza di patologie e assicurare il benessere del feto. La gravidanza è un periodo della vita in cui le donne sono molto più disposte a cambiare lo stile di vita, ad esempio eliminando il fumo e l’alcol. A volte quindi la gravidanza può essere la spinta a modificare abitudini alimentari sbagliate, anche dopo la nascita del bambino. Inoltre, se in una famiglia c’è un elemento che ha nuove e più corrette abitudini alimentari è più facile che, a cascata, le trasferisca anche sugli altri membri. Infine, l’interesse per l’alimentazione delle gestanti è dovuto anche da una scoperta avvenuta negli ultimi dieci anni: le patologie che insorgono in gravidanza possono fare da spia a quella che sarà la salute futura della donna. E poiché molte patologie che insorgono nella gravidanza sono comunque condizionate, anche se non sempre indotte, dall’alimentazione è chiaro che questo target sia importantissimo per il nostro lavoro».
Come e cosa mangiano le donne incinte?
«Ci sono le donne che hanno sofferto di problemi alimentari e che in gravidanza, terrorizzate dall’idea di prendere peso, si limitano nell’alimentazione e si sottoalimentano in maniera preoccupante. Perché se da un lato è corretto abolire i dolci, è dannoso demonizzare completamente tutti i carboidrati, che vanno solo scelti bene, magari preferendo l’integrale. Poi ci sono donne che approfittando della gravidanza cedono a ogni freno inibitorio, abbandonandosi a qualsiasi cibo giustificando che l’aumento del peso è legato alla gravidanza. Molte di loro mangiano però oltre che a quantitativamente anche qualitativamente male: questo problema è anche legato alle abitudini di vita di molti di noi, come l’acquisizione di cibi già precotti o l’accesso ai fast food».
Quanto è difficile agire sui comportamenti alimentari sbagliati?
«È sempre complesso modificare comportamenti alimentari scorretti ma noi sfruttiamo il fatto che in gravidanza c’è un’attenzione diversa alla propria salute perché si è consapevoli che dalla propria salute dipende anche quella del feto. Le donne gestanti sono ovviamente più sensibilizzate a modificare le abitudini ed è in questo senso che il nostro team di ricerca ha attivato un progetto di ricerca promosso dell’Azienda Ospedaliera Careggi che prevede l’erogazione di un questionario alimentare nel primo trimestre di gravidanza. Dopo il questionario, alla donna viene fatta una lezione online della durata di due ore, in cui si parla non soltanto delle corrette abitudini alimentari da acquisire in gravidanza e dei corretti stili di vita, ma anche della modalità con cui, semplicemente, fare la spesa. Una serie di indicazioni pratiche quindi per orientarsi mentre si fanno acquisti alla Coop. Dopo la lezione alla donna viene riproposto il questionario che a noi serve per valutare quanto è stato efficace la lezione. Sulla base di questa efficacia poi valutiamo l’esito sia della gravidanza (cioè se sono insorte patologie come il diabete gestazionale o l’obesità, ma anche esiti fetali come il parto prematuro o la macrosomia fetale). Il nostro scopo è proprio quello di quantificare e studiare scientificamente il legame fra una buona alimentazione in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, e il tipo di ripercussione sulla salute della donna e del bambino».
Perché la prima fase è quella fondamentale per il benessere della donna e del feto…
«Si, è proprio nei primi tre mesi della gravidanza che è utile modificare gli stili di vita e l’alimentazione, perché è nel primo trimestre che si mettono le basi per la salute futura del bambino. Gli addetti ai lavori conosceranno le ultime informazioni sulla gravidanza del collega inglese Kypros Nicolaides che parla di “piramide rovesciata”, spiegando come sia proprio nel primo trimestre di gravidanza che si può avere uno sguardo generale di tutta la durata della gestazione».