Fior di curcuma

Come coltivarla e sfruttarne le tante qualità

Tutti conosciamo la curcuma, spezia esotica che ormai trova spesso posto anche nella nostra cucina di tutti i giorni; forse però non tutti sanno che è anche una bella pianta ornamentale adatta a essere coltivata, con qualche accortezza, in terrazzo o in giardino.

Specie tuberosa e perenne, appartiene, con il nome scientifico di Curcuma longa, alla famiglia delle Zingiberaceae. Il suo nome deriva dalla parola araba kurkum il cui significato è zafferano: infatti, uno dei nomi popolari della curcuma, dalla cui radice si ricava la nota polvere arancione simile allo zafferano, è proprio Zafferano dell’India.

Originaria dell’Asia meridionale, cresce nei suoi habitat naturali, ai margini delle foreste e lungo le rive dei fiumi; ama i climi tropicali in cui vive, quindi aria umida e calda.

In cucina e in medicina

Conosciuta anche con il nome di Turmerico, la curcuma occupa un posto particolare nella cultura asiatica: in India dai tempi più antichi si usa sia nell’alimentazione sia in medicina ayurvedica; se ne trovano, fra l’altro, tracce anche nei Veda, le sacre scritture induiste di più di duemila anni fa.

Come specie tropicale, nel coltivarla, dobbiamo assicurarle condizioni tali da evitare il freddo ed esposizioni prive di luce; ciò significa che alle nostre latitudini bisognerà coltivarla in vaso, in modo da poterla spostare all’occorrenza durante l’anno. Il terriccio adatto alla curcuma è ricco di sostanza organica, fertile, piuttosto profondo e non compatto.

Siccome predilige il calore, la pianta va sistemata al sole avendo cura di irrigare, specie quando il clima è più fresco, con acqua a temperatura ambiente, meglio se messa a riposo per qualche ora prima di usarla.

La pianta ha lunghi steli e su questi nascono infiorescenze composte da una serie di brattee intrecciate fra loro, che da verdi divengono piano piano del tipico colore rosa acceso caratteristico di questa specie. I veri fiori sono però altri: piccoli, giallo-arancio, si sviluppano nelle sacche formate dalle brattee.

Una buona abitudine per mantenere la curcuma in salute è quella di annaffiarla spesso con acqua nebulizzata quando l’aria è troppo secca, a patto che sia acqua piovana o priva di calcare. L’assenza di umidità, infatti, fa seccare le foglie sulle estremità. Altra cura utile è quella di togliere ogni erba infestante dal terreno circostante.

Fiorisce dall’estate a novembre

La fioritura di questa specie inizia in piena estate e si protrae fino a novembre; quando questa fase si conclude, la parte aerea comincia a seccarsi e le radici iniziano il loro riposo stagionale. In questo periodo, ovviamente, le irrigazioni si sospendono.

Il vaso con la curcuma si può esporre all’esterno in genere da aprile fino a ottobre, ma bisogna controllare le temperature: non devono scendere sotto i 12-15°C.

Attenzione agli afidi, che potrebbero colpire la curcuma; se accadesse, utilizziamo repellenti naturali da preparare con ortica, aglio o peperoncino, specialmente se volessimo estrarre i rizomi da usare poi come spezia; questi sono rossicci e di forma quasi cilindrica e li possiamo conservare freschi, in frigorifero, per qualche settimana.

La radice di curcuma contiene la sostanza gialla denominata curcumina, che colora le pietanze di quel bel tono giallo acceso, ed è una componente del famoso curry. Potente antiossidante, la curcuma ha proprietà antinfiammatorie, digestive ed epatoprotettrici: quindi si trova anche in preparazioni fitoterapiche, come l’estratto secco e le tinture madre.

Curiosità

Il significato simbolico di questa bella pianta tropicale è “gioia immensa”.

La polvere gialla che si ricava dalla radice si usa anche per tingere fibre tessili o per dare un tono dorato ai capelli.

Per una tisana rinfrescante mettere qualche pezzetto del rizoma fresco in una tazza di acqua bollente per alcuni minuti.

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