L’aceto pulisce? Il bicarbonato disinfetta? I piatti meglio lavarli a mano o in lavastoviglie? Questi sono alcuni fra gli interrogativi che Dario Bressanini, docente universitario di chimica, chiarisce nel suo libro La scienza delle pulizie.
Bressanini da anni si occupa di divulgazione scientifica sulla chimica e sulla sua applicazione quotidiana più usata: la cucina. Ha scritto per anni su “Le Scienze”, “L’Espresso” e poi è arrivato su YouTube – dove conta 500mila iscritti -, su Instagram e adesso è anche su TikTok. Ed ha una missione: spiegare che la chimica è accessibile a tutti e serve anche per fare bene la spesa (e le pulizie). Non sono consigli per gli acquisiti, «ma per aiutare a capire le proprietà chimiche di un prodotto e consentirci di usarlo al meglio e non fare errori» spiega.
Aceto e bicarbonato? Sbagliato usarli insieme
Ad esempio, aceto e bicarbonato: «L’aceto è una soluzione molto diluita di acido acetico e il bicarbonato è idrogenocarbonato di sodio. Mi fa ridere che il bicarbonato sia spesso percepito come naturale, mentre è frutto di un processo industriale complesso – afferma -. L’aceto può eliminare sostanze alcaline come i residui di calcare che si trovano nel bollitore o nel soffione della doccia. Personalmente all’aceto preferisco l’acido citrico perché non lascia odori e non rischia di danneggiare le parti in gomma. Invece, il bicarbonato è alcalino quindi può neutralizzare un acido: lo si può spargere sopra liquidi acidi per assorbirli o usare il suo effetto abrasivo sulle pentole incrostate». Tanti suggeriscono di usarli insieme. «Questa è una sciocchezza, perché si neutralizzano a vicenda: aceto e bicarbonato scompaiono e creano anidride carbonica, cioè bolle d’aria. Ad alcuni piacciono e pensano che servano a pulire, ma in realtà non succede niente».
Un’altra informazione comune è che il bicarbonato disinfetti: «Non è vero, non disinfetta, e per le donne in gravidanza è pericoloso, ma viene spesso consigliato per lavare frutta e verdura». Per scongiurare il rischio toxoplasmosi, meglio usare nelle giuste dosi l’amuchina, che è una variante della candeggina.
A mano o in lavastoviglie?
Uno dei capitoli più lunghi è sulla sfida fra piatti lavati a mano o in lavastoviglie. Bressanini chiarisce: «Tutte le ricerche dicono che dal punto di vista sanitario e del potere lavante la lavastoviglie vince a mani basse, anche solo per una ragione: le temperature raggiunte nella macchina sono molto più elevate di quelle che le nostre mani possono sopportare». Ed è migliore anche per l’ambiente: con l’elettrodomestico si usano 10 litri d’acqua, a mano molti di più e serve molta più energia per scaldare l’acqua. «Cerco di sfatare miti e dicerie che si sono accumulati per anni, nati per caso o per vendere di più. Non sono opinioni personali, ma il risultato di quanto pubblicato su articoli scientifici: ci sono persone che hanno fatto esperimenti per verificarne la veridicità».
Molti anche gli studi sugli aloni sui bicchieri: «Hanno due origini: da corrosione o da calcare. Nel primo caso dipende da un difetto di produzione o da temperature elevate, insieme a detersivi alcalini in polvere. Nel secondo caso sono semplici depositi di calcare e basta aggiungere il sale nell’addolcitore della lavastoviglie». E se si vuole fare le pulizie con attenzione all’ambiente? «Si può scegliere prodotti con l’etichetta Eco Label, una certificazione dell’Unione Europea attendibile e aggiornata. Ma per essere veramente green si dovrebbe scegliere di lavare meno: una maglietta indossata una volta ha solo bisogno di essere arieggiata».