Il tempo degli agrumi

Dai limoni fino alle arance italiane, il giusto momento per gustare questi frutti

Dubbi fuori stagione. C’è chi, in piena estate, si chiede perché sui banchi non si trovino i gialli limoni italiani o chi si interroga sulla provenienza estera delle arance settembrine. Ormai siamo abituati a metterli in tavola tutto l’anno, tuttavia questi frutti hanno una loro stagionalità. Certo, la selezione di nuove varietà ha allungato i tempi degli “spicchi” del Belpaese, ma alcuni mesi restano inevitabilmente scoperti da prodotti nazionali.

Un veloce ripasso del momento giusto degli agrumi quindi non è banale. Quelli che si trovano nei Coop.fi provengono principalmente dalla Sicilia, seguita da Calabria e Puglia. Ovviamente si tratta di un calendario di massima, poiché l’andamento climatico può influire sullo sviluppo delle piante e sui quantitativi, che a loro volta condizionano la disponibilità nei punti vendita.

Limoni gialli e verdi

Il limone giallo italiano debutta nei supermercati proprio in questo periodo, a cavallo fra ottobre e novembre, grazie al Femminello, cultivar rifiorente tipica della costa siracusana e della parte orientale dell’isola, che grazie a questa caratteristica garantisce raccolti in diversi momenti dell’anno, fino a giugno. Dopodiché scompare dall’assortimento. Per scegliere un prodotto nostrano in piena estate, c’è però una varietà precoce, il Verdello siciliano, chiamato così per il color smeraldo della sua scorza anche quando è ben maturo. Primizie con numeri più limitati, meno succose rispetto ai “cugini” gialli, ma molto aromatiche.

Una stagione color arancio

Le prime arance bionde italiane, dalla polpa ambrata e dolce, sbarcano sui banchi verso il termine di ottobre per continuare con varie tipologie fino all’inizio dell’estate: la famiglia è quella della Navel, il cui nome deriva dall’escrescenza alla base del frutto simile a un ombelico (in inglese appunto navel). Altro non è che un’arancia “in miniatura”, nata all’interno e che non si è sviluppata. Le rosse di Sicilia, che contengono buone quantità di vitamina C, arrivano a dicembre con le varietà Moro e il pregiato Tarocco.

A marzo-aprile si aggiunge il Sanguinello, mentre altri tipi di Tarocco sono raccolti fino alle porte dell’estate (Ippolito e Lempso tra gennaio e febbraio, Meli da marzo a maggio, Sant’Alfio da maggio a giugno). Ingredienti versatili perché in cucina possono essere impiegati per insalate, primi e addirittura per accompagnare pesce e sushi.

Piccoli e buoni

I più amati dai bambini, forse per la facilità con cui si sbucciano, sono loro: mandarini e clementine. I primi a giungere nei punti vendita fra settembre e ottobre hanno un’origine e un nome orientale, Miyagawa, ma sono ormai coltivati da anni nel Sud d’Italia. La scorza è di un bel verde vivace, che non deve trarre in inganno sul grado di maturazione, mentre la polpa arancio vivo ha note aspre. Da novembre e per buona parte dell’inverno è la volta delle clementine, dolci e senza semi, a differenza del mandarino, più acidulo e dalla buccia tendente al giallo, che segue a ruota. Non tutti sanno che dall’incrocio di quest’ultimo con l’arancio amaro è nata appunto, a inizio Novecento, la clementina. I “ritardatari” sono il mandarino tardivo di Ciaculli, raccolto nel palermitano da febbraio in poi, e l’agrume Nova, un incrocio senza semi che ha il sapore simile a quello dell’arancia, disponibile da dicembre a febbraio. Insomma, fra l’autunno, l’inverno e la primavera, ogni mese ha l’agrume perfetto.

La buccia si può mangiare?

La buccia di tutti gli agrumi italiani in vendita nei Coop.fi può essere usata in cucina, anche per preparare dolci o marmellate, sebbene sul cartellino non sia scritto espressamente. La legge impone infatti che venga riportata la dicitura “non edibile” nel caso di trattamenti superficiali che rendano la scorza inadatta a essere mangiata.

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