Cos’è?
Tahina, tahin, tahini o tahine, tanti i nomi per questa salsa ottenuta dalla lavorazione dei semi di sesamo, nata oltre 4000 anni fa in Medio Oriente, precisamente fra il Tigri e l’Eufrate dove erano presenti le coltivazioni di sesamo bianco. In diverse varianti si è poi diffusa in tutto il Mediterraneo e oltre, sino a Vietnam, Cina, Giappone e Sud Est Asiatico, ed è giunta in Europa agli inizi del ‘900. Ancor più dei semi interi, la salsa è considerata un superfood perché la macinazione rende i loro nutrienti più facili da assorbire.
Che gusto ha?
Ha un gusto delicato che richiama quello delle noci e una consistenza abbastanza densa, tanto che da noi si chiama anche burro o crema di sesamo; il profumo ricorda quello delle arachidi, con note meno dolci. Il gusto può variare anche in base al tipo: la tahina chiara, ottenuta dai semi decorticati, è più delicata; quella scura, ricavata dai semi interi, ha un sapore più intenso, mentre quella prodotta con sesamo nero, rarissimo da trovare, ha un gusto particolare, simile a quello della nocciola.
Come prepararla in casa?
Si trova in vendita già pronta in vasetti, ma si può preparare anche in casa: basta tostare velocemente in padella i semi di sesamo facendo attenzione che non si brucino, farli raffreddare e poi frullarli (a intermittenza, per non riscaldarli nuovamente) con olio d’oliva, di semi o meglio di sesamo, fino a ridurli in una crema pastosa ed omogenea. I più tradizionalisti possono usare anche il mortaio che, evitando il riscaldamento dei semi di sesamo, ne preserva i principi attivi.
Come consumarla?
Nella cucina mediorientale si usa in molti modi: con la pita, il tipico pane piatto e morbido; con le verdure crude o lessate; per accompagnare i falafel, le polpettine di ceci diffuse da Israele alla Turchia; per insaporire la carne, fritta o grigliata. Senza dimenticare due salse, l’hummus e il babaganoush, di cui la tahina è uno degli ingredienti principali: la prima a base di ceci, la seconda con le melanzane. Per i più golosi, c’è anche una versione dolce, la halva, con zucchero o miele, pistacchi o altro.
Perché fa bene?
Amata da chi segue un’alimentazione vegana, è da consigliare in cucina per i pregi nutrizionali racchiusi nei semi di sesamo: tante proteine, sali minerali, in particolare calcio, fosforo, magnesio e vitamine (B, D ed E). Inoltre, è sì ricca di grassi, ma prevalentemente polinsaturi e monoinsaturi, come gli Omega 3 e gli Omega 6. Di contro, è molto calorica: 100 grammi contengono circa 600 calorie, quindi una porzione media di 10-20 grammi va dalle 65 alle 130 calorie. Gustatela, ma con misura!