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Robert Doisneau

Molto più di un bacio, allo spazio Cambio di Castelfiorentino. Per i soci Unicoop Firenze riduzioni e visite guidate gratuite. Prenotazioni su coopfi.info/eventi

Che tipo strano, questo Doisneau. Appena sveglio, usciva e fotografava: era presto, ma Robert era già sul pezzo, «perché aveva paura di perdere l’ispirazione che sentiva arrivargli di primo mattino», così ci racconta Enea Besciai, educatore museale che ci guida nella visita negli ampi spazi del Centro culturale Cambio di Castelfiorentino (FI) alla scoperta della mostra dedicata al fotografo francese.

Doisneau si diplomò litografo, ma era la fotografia la sua passione e ci si dedicò fin da ragazzino. «Inizialmente era timido e non riusciva a fotografare le persone», prosegue Enea, ma un bel giorno si sbloccò e le persone divennero il soggetto principale della sua arte: da qui la definizione di “fotografo umanista”.

Empatico com’era, riusciva a cogliere l’interiorità dei soggetti ritratti, catturandone lo sguardo, che fossero macellai, operai, bambini, cani, cavalli o personaggi dell’alta società o artisti come Picasso, Giacometti, Moravia, Prévert, Malaparte, Jacques Tati. Le celebrità gliele fece conoscere il suo maestro, André Vigneau, fotografo, cineasta, pittore e scultore: un geniaccio d’altri tempi.

Dalla Renault alla Resistenza

Alla fine dei salmi, Robert Doisneau ci offre uno spaccato della quotidianità, umile o illustre, della Parigi del ‘900, secolo che il fotografo ha conosciuto appieno, essendo nato nel 1912 e morto nel 1994. Con la macchina in mano, lavorò anche alla Renault, che per quattro anni gli assicurò la pagnotta, ma poi lo licenziò per i troppi ritardi nella consegna dei lavori: la priorità di Robert era fotografare, naturalmente all’alba e le persone, non certo le automobili.

Durante la guerra le pellicole costavano tantissimo ed era illegale fotografare in pubblico, ma la passione era troppa e, mettendosi a rischio, Robert continuò a scattare. Collaborò con il Maquis (la Resistenza francese), falsificando i documenti per gli ebrei ricercati, servendosi del diploma conseguito da ragazzino.

Città dell’amore

La caratteristica della fotografia di Doisneau è la spontaneità: la si riscontra anche nei soggetti messi in posa che risultano comunque molto naturali. Un esempio? Il famoso Bacio – in realtà Le baiser de l’Hotel de Ville –, commissionato da “Life”, perché Doisneau collaborò anche con alcune riviste. Besciai ci rivela che il fotografo disse a due attori più o meno queste parole: «Mettetevi lì e baciatevi», altro che spontaneità e naturalezza; ma c’è una spiegazione: «Nella Parigi degli anni ‘50 baciarsi in pubblico era quasi scandaloso e la recita dei due attori fu necessaria. Ma fu questa foto a creare l’immagine di Parigi come città romantica e idilliaca».

Besciai aggiunge una chicca: ai due attori Doisneau regalò la foto originale. Questo fu la sua salvezza, perché in una trasmissione televisiva due ragazzi lo denunciarono, fingendo di essere i protagonisti dello scatto e sostenendo la violazione della privacy. I due attori veri lo salvarono, mostrando la foto originale.

La mostra “Robert Doisneau, il fotografo poeta”, a cura di Patrick Amsellem e Atelier Doisneau, prodotta da Opera Laboratori, sarà aperta fino al 6 gennaio e sta conquistando il pubblico. Per i soci sono previste riduzioni e visite guidate gratuite.

cambiocentroculturale.it

Si cambia!

Inaugurato nel giugno 2024, dopo che Ente Cambiano aveva acquisito l’ex cinema Puccini, Cambio è un polo culturale che ospita mostre ed eventi. Ora Doisneau, ma prima ci sono state mostre dedicate a Banksy e all’astrattismo del ‘900. Sono esposte opere dalle collezioni della Banca Cambiano, e si va dallo Scheggia, fratello di Masaccio, fino a Talani e a ceramiche bellissime e smaglianti.

Dedicato ai soci Unicoop Firenze

Per i soci Unicoop Firenze riduzioni sul bigliettpo di ingresso e visite guidate gratuite il 7,14, 21 e 28 dicembre, con prenotazione su coopfi.info/eventi


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