Fermi tutti, questo è un piatto che in Toscana ce lo stiamo dimenticando… eppure in passato ha levato la fame a tanti dei nostri nonni! C’è chi lo chiamava polenta incatenata, l’incavolata, l’intruglia, Farinata con le leghe, bordatino… tanti nomi, tante varianti, ma due punti fermi: il cavolo nero coi fagioli, e la polenta con l’olio bono. Questa polentona è buona appena fatta mangiata calda, con un filo d’olio a crudo e una macinata di pepe nero. Se vi avanza, però è ancora più buona: versatela ancora calda in in uno stampo e una volta raffreddata sformatela, tagliatela a fette, ripassatela in padella con un non nulla d’olio e vi leccherete i baffi.
Buona polenta della memoria a tutti,
la vostra Luisanna
Ingredienti (x10 persone)
Tempo di preparazione: 40 minuti
- Un paio di palmine di cavolo nero
- 1 porro
- Fagioli cannellini lessati Coop
- Fagioli borlotti lessati Coop
- 1/4 di verza
- 500 g di minestrone surgelato Coop
- 250 g di polenta istantanea Coop
- 200 g di rigatino (facoltativo)
- Olio extravergine
- Sale e pepe nero
- 1 cucchiaio di doppio concentrato Coop
- 1,5 litri di brodo vegetale
La preparazione
- Tagliate a pezzetti il rigatino e rosolatelo con un filo di olio, il concentrato e il porro fatto a rondelline. Aggiungete la verza e il cavolo nero puliti e tagliati grossolanamente: lasciatene 4 foglie da parte che sbollenterete poi per qualche minuto.
- Aggiungete il brodo vegetale caldo, il minestrone surgelato, aggiustate di sale e pepe
e unite i fagioli sciacquati dal liquido. Senza arrivare ad ebollizione versate, a pioggia, la farina di mais e girate via via lasciando cuocere per una decina di minuti. - Prendete uno stampo da plumcake (o rotondo a piacere) ungetelo e rivestitelo con le foglie intere di cavolo nero e versate la polentina. Compattatela e fatela raffreddare per ben sformarla su un tagliere: fatela a fette, che potrete mangiare così, con un filo di olio crudo, oppure rosolatele con un filo di olio in padella per scaldarle e renderle croccanti.
