La storia esce dai manuali e diventa protagonista di un grande evento: dal 12 al 14 settembre Empoli (FI) sarà il cuore di /contè.sto/, il primo festival di storia contemporanea della città, promosso dal Comune, con il sostegno di Unicoop Firenze e la direzione scientifica dello storico e scrittore Carlo Greppi.
La manifestazione si snoderà fra piazze e vie della città, con lezioni pubbliche su grandi temi: nazione, rivoluzione, colonialismo, razzismo, terrorismo, democrazia e, inevitabilmente, guerra. Un’occasione per conoscere il passato – quello che va dall’800 agli ultimi decenni – e riflettere sul presente. Fra gli ospiti Alberto Mario Banti, storico dell’Università di Pisa. A introdurre la manifestazione, due giorni fuori /contè.sto/ che si svolgeranno mercoledì 10 e giovedì 11 settembre.
Quando un fatto avvenuto diventa storia?
L’età contemporanea, penso io, arriva fino a due minuti fa! Anche l’assoluta contemporaneità è oggetto della riflessione storica: su questa materia naturalmente le fonti storiche sono più fragili, tutto l’apparato di documentazione non è ancora solido. Ma tutto è esposto all’analisi storica, anche l’oggi, noi adesso.
Partendo dal suo intervento al festival, come si inventa una nazione?
Storicamente, il termine nazione entra nel vocabolario del politico il 26 agosto 1789, quando l’Assemblea Nazionale in Francia approva la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino dove si afferma che il principio di ogni sovranità risiede nella nazione, riconosciuta come soggetto collettivo. L’idea di nazione è quindi un concetto costruito da politici, intellettuali che ne definiscono i contorni.
Eppure sentiamo dire che nazione e patria sono innate nel cuore degli uomini…
Da storico resto sconcertato quando i leader nazionalisti presentano la nazione come un fenomeno biologico e naturale: è come affermare che la Terra è piatta. Nazione, come anche democrazia, feudalesimo, monarchia, sono concetti di fenomeni e pratiche politiche che non esistono in natura.
Qual è il compito dello storico?
Avere un patto con la verità: essere più fedeli possibile alle fonti. Per me – perché non tutti gli storici sono d’accordo – qualsiasi espressione di giudizi di valore esula completamente dal lavoro dello storico. Come storico devo spiegare i fenomeni, non giudicarli.
La storia è una scienza?
Certamente sì. Ovviamente le scienze sociali non possono aspirare alla precisione delle cosiddette “scienze dure” (o scienze esatte, ndr), ma niente può essere detto di serio da uno storico, se non è basato sulle fonti. Ogni storico ha le sue inclinazioni certo, ma ciò non toglie nulla allo status scientifico della storia.
Le bufale diventate storia: qualche esempio?
La più eclatante: ci sono persone che credono che la Shoah non sia mai esistita. Che sia per scarsa conoscenza o per negazionismo, per fortuna l’esempio riguarda pochi.
Settembre, il mese della scuola: che messaggio mandare ai più giovani? Perché studiare la storia?
Conoscere la storia, in particolare contemporanea, consente di interpretare meglio il mondo e l’esperienza quotidiana, di difendersi dalla falsificazione e, quindi, di decidere con consapevolezza. Sarebbe importante che la scuola allargasse lo studio anche ad altri campi di documentazione storica, ad esempio il cinema. Pensiamo ai film del neorealismo o a La dolce vita: lezioni di storia che tanto raccontano del nostro Paese.
Oggi la guerra ci riporta agli orrori della storia. Abbiamo imparato qualcosa dagli errori del passato?
Non tanto. Con troppa leggerezza si parla di guerra, cancellando la memoria della sofferenza che ha procurato. E dimenticando che l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie: ce lo ricorda la nostra Costituzione, nata proprio dalle macerie della guerra.
Gli ospiti
Carlo Greppi, Alessandro Vanoli, Alberto Mario Banti, Bruno Settis, Giulia Albanese, Uoldelul Chelati Dirar, Anna Foa, Isabella Insolvibile, Miguel Gotor, Benedetta Tobagi, Giorgio Zanchini, Giovanni De Luna saranno fra i protagonisti di questa prima edizione del festival a ingresso libero.
Il programma completo su contestofestival.it