Ci avviciniamo alle feste natalizie e, nonostante ormai da diversi mesi il clima internazionale sia gravato da guerre e tensioni, come ogni anno ci aspettiamo di vivere il periodo natalizio serenamente e in compagnia degli amici e degli affetti più cari. Ma quali sono le ultime tendenze in fatto di vini per le Feste? «Il consumo del vino è generalmente in calo – ci dice Martin Rance, delegato Fisar Firenze -, ma il Natale è tradizione, quindi non mancheranno i calici sulle tavole degli italiani: ovviamente continueranno a spopolare le denominazioni più importanti, ma sicuramente si faranno strada i vini a basso tenore alcolico, che sono soprattutto i preferiti delle nuove generazioni. Passando alle bollicine, accanto ai grandi classici come lo Champagne per le pietanze e il Moscato d’Asti per pandori e panettoni, avranno un loro posto d’onore gli spumanti da vitigni autoctoni italiani, che sempre più incuriosiscono gli appassionati. L’invito per tutti è sempre quello che rivolgo ai nostri soci e corsisti: siate curiosi e sperimentate sempre, l’Italia ha un patrimonio di vitigni e denominazioni che ha pochi uguali nel mondo!».
Si beve meno, si spende di più
In effetti anche se le “bollicine italiane” mantengono un trend positivo, specialmente all’estero, il calo dei consumi è una tendenza che va avanti da qualche anno, ma a fronte di un maggiore fatturato dovuto all’aumento dei prezzi. Secondo il sito online I numeri del vino, infatti, «si beve sempre di meno: -2% nel terzo trimestre del 2024 e -1,5% nei primi 9 mesi dell’anno. Se confrontato con il dato 2019, quindi pre-Covid, spendiamo a fine settembre 2024 il 15% in più e beviamo il 4% in meno, per un prezzo cresciuto del 20%. Ma a proposito delle Feste, una novità che sembra piano piano imporsi è nei vini spumanti dove la corsa del Prosecco pare essersi esaurita verso la fine del 2023 e cominciamo a vedere un andamento più positivo per gli spumanti metodo classico». E sempre a proposito di tendenze, gli ultimi dati sulla grande distribuzione dicono che i vini rosati crescono più dei bianchi, a loro volta meglio dei rossi, e i vini Igt meglio dei Doc.
Senza blasone, ma ottimi
Detto questo, come possiamo celebrare, con il vino, le Feste in arrivo? «Questa volta ci leghiamo storicamente all’antica Roma – afferma Roberto Ballini, direttore di Ais Toscana – e a quel certo senso di sovversione delle regole che era ammesso nel mese di dicembre. La prima regola, della non regola, per gioire con il vino nella convivialità dicembrina potrebbe essere quella di giocherellare con i vini ottenuti dai vitigni autoctoni non blasonati, scegliendo fra i bianchi ottenuti con la colombana, con il raro orpicchio, la sottostimata ansonica, o rivivere i fasti di un nuovo passato con il mix trebbiano toscano e malvasia bianca. Nel rosso c’è vera abbondanza, con i monovarietali da foglia tonda, pugnitello, sanforte, ciliegiolo, pollera nera, mammolo, barsaglina, nocchianello e colorino». Vini che offrono un rinfrescante flusso odoroso fruttato e floreale, un gusto succoso e un appeal di bevibilità sorprendente.
«Dicembre – continua Ballini – è un mese “dolce”, si pensi al Natale. Per uscire dal luogo comune dello spumante dolce, che è comunque un “obbligo”, perché non provare il Moscadello di Montalcino, i Vin Santo del Chianti e del Chianti Classico, o comunque i Vin Santo prodotti in Toscana: tutti sublimi. Nel caso di preferenze per il vino rosso a gusto dolce, è irrinunciabile l’Elba Aleatico Passito o il Suvereto. Insomma, in fatto di vino, si può trovare il di tutto e il di più, per cui affidatevi al vostro buon istinto».