Melone o cocomero?

Frutti estivi per eccellenza, ricchi di acqua, vitamine e sali minerali, perfetti per piatti freschi e leggeri 

Angurie, meloni o cocomeri e poponi, come si usa chiamarli in Toscana, nessun altro frutto rimanda di più all’estate, al sole, al caldo. Nonostante il loro aspetto familiare, sono oltre 1200 le varietà di cocomero e numerose quelle di popone.  Entrambi appartengono alla famiglia delle Cucurbitacee (la stessa delle zucche e dei cetrioli)  e sono ricchi d’acqua, vitamine e sali minerali. L’anguria è più ricca d’acqua, e ha un effetto più diuretico e un apporto calorico leggermente inferiore rispetto al melone. Entrambi sono ottimi per reidratarsi nelle calde giornate estive o come ingrediente per piatti freschi e leggeri. 

In cucina

Consolidata negli anni e a prova di buongustaio la combinazione melone e prosciutto crudo, più moderna quella con feta e qualche fogliolina di menta. Il cocomero, invece, simbolo delle feste di Ferragosto, con semi o senza, come lo preferite, si sposa bene con la mozzarella, o le olive nere, magari con qualche foglia di basilico condite con qualche goccia di limone.

Sono ottimi ingredienti per le insalate, ad esempio, per una caprese estiva con palline di melone e foglie di menta, o per spiedini con melone, bocconcini di mozzarella a pomodorini e basilico. Colorano e mettono allegria in tavola nella macedonia combinati con altra frutta fresca di stagione a piacere.

In Toscana

La coltivazione del cocomero in Toscana era già presente a Firenze, capitale del Granducato, nella zona della Pescaia di San Niccolò, come riportato anche in una mappa disegnata da Leonardo da Vinci, citata anche nel XII volume della collana edita da Giunti e realizzata da Unicoop Firenze in collaborazione l’Accademia dei Georgofili dedicata a questi due frutti ed in particolare alle varietà PAT Prodotti Agroalimentari Tradizionali in Toscana.

Tanto era apprezzata la coltivazione del cocomero in questa zona che a Firenze nel XVII secolo fu costruito il Teatro del Cocomero, per ospitare opere di prosa, dal 1861 noto come Teatro Niccolini. Sempre scorrendo le pagine del volume si scoprono tante altre curiosità e anche gustose ricette (nella parte finale del libretto). Molto apprezzati pare siano stati i cocomeri di Pistoia, di forma sferica e seme nero, coltivati fino al XVII secolo, dal sapore molto gradevole.

Un’origine più antica pare averla il melone o popone noto fin dall’età romana, originario della Tartaria o del Caucaso, ovvero le regioni a nord dell’Afghanistan e quelle limitrofe della Russia. La loro fortuna però si ha nel 1600 quando addirittura a Firenze fu scritta una lettera in loro difesa da parte di Lionardo Giachini nel 1527 per difenderne il consumo da attacchi di medici lombardi. 

Ormai però la varietà di cocomeri e poponi che si coltiva in Toscana ha perso le cultivar d’origine, o si è adattata alle cultivar internazionali. 

Pat in Toscana

Tra le varietà di Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Toscana si trovano due varietà di cocomero e una di popone. Tra i cocomeri troviamo quello della Val di Cornia, coltivato nella parte sud della provincia di Livorno, dal gusto molto zuccherino, e quello Gigante della Val di Chiana Aretina, dalla forma sferica leggermente allungata, che può superare anche i 15 kg di peso, dalla buccia verde con striature di verde più chiaro. 

Per il popone, unico Pat è quello della Val di Cornia, coltivato nella bassa provincia di Livorno, dalla forma ovoidale e la buccia tendente al verdastro, e la polpa dolce. 

Consigli per l’acquisto

Non esistono regole infallibili per riconoscere un cocomero o un melone maturo, ma ecco qui qualche suggerimento.

  • Regola valida per entrambi: evitate quelli troppo leggeri o con zone molli.
  • Per il cocomero: bussatelo con le nocche, se il suono è sordo e profondo allora è maturo, se più acuto potrebbe essere acerbo. Osservate la buccia: la parte che poggia a terra dovrebbe avere una macchia gialla, segno di maturazione.
  • Un altro indizio, soprattutto per il melone, è il picciolo: deve essere secco e staccarsi facilmente, se verde e umido potrebbe essere ancora acerbo. Oppure controllate se la parte opposta è più o meno morbida per capire il grado di maturazione.

Il XII volume “Cocomero popone” edito da Giunti, a cura dell’Accademia dei Georgofili, è disponibile nei punti vendita Unicoop Firenze a 1,50 euro, oppure 50 punti della Carta Socio.

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