Luce sulle bollette

Dal 1° luglio cessa di esistere il mercato tutelato garantito dal Servizio Elettrico Nazionale. I consigli di Gabriele Mori di Federconsumatori Toscana

Dopo il gas, tocca alla luce. Dal 1° luglio per milioni di famiglie cesserà di esistere il mercato tutelato, finora garantito dal Servizio Elettrico Nazionale: addio alle tariffe fissate dall’autorità statale di regolazione, l’Arera, che resteranno solo per i clienti vulnerabili.

Gli altri faranno i conti con il mercato libero, scegliendo tra le società private l’offerta migliore. «Gli utenti sono disorientati, per i prezzi non facilmente comparabili e una giungla di 360 venditori attivi solo in Toscana, con proposte molto diverse tra loro, alcune salatissime e altre convenienti», mette in guardia Gabriele Mori, conciliatore per il settore energetico di Federconsumatori Toscana. Ecco una guida pratica.

Il mercato tutelato scompare?

Dal 1° luglio la Maggiore tutela resterà solo per i clienti vulnerabili, che potranno rientrarci anche dopo questa data: gli ultrasettantacinquenni; chi riceve il bonus sociale; disabili (legge 104); chi ha in casa macchinari salvavita elettrici; chi vive in un’abitazione di emergenza a seguito di calamità o in isole minori non connesse alla rete del continente (in Toscana, Capraia e Giglio). I non vulnerabili già nel mercato libero possono chiedere di tornare nella Maggior tutela fino al 30 giugno e dal 1° luglio passare, senza fare nulla, al sistema misto delle Tutele graduali (vedi sotto).

Se non scelgo, resto senza luce?

Non si resterà al buio. Chi non sceglie un’azienda del mercato libero e non è un utente vulnerabile, dal 1° luglio avrà un paracadute: passerà in automatico al Servizio a Tutele Graduali. Sarà servito dalle imprese individuate dall’asta nazionale: a Firenze da Illumia; ad Arezzo, Lucca e Massa Carrara da Hera; a Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato e Siena da Edison. «Le condizioni contrattuali sono decise dall’Arera e la tariffa è data dal prezzo all’ingrosso dell’elettricità (indice Pun) più un parametro deciso al momento dell’asta, ma che dipende pure da altri coefficienti tecnici», spiega Mori. Le cifre nel dettaglio saranno definite durante questo mese di giugno. Le Tutele graduali scattano inoltre per chi resta senza un contratto di fornitura nel mercato libero, ad esempio per il fallimento dell’operatore o a seguito del recesso da un contratto per motivi diversi dalla morosità.

Come fare un confronto?

Innanzitutto va guardato il costo di commercializzazione e vendita (Ccv), importo fisso da pagare indipendentemente dal consumo. È annuale e viene spalmato nelle varie fatture: ad esempio con un Ccv di 120 euro l’anno, in ogni bolletta bimestrale troveremo addebitati 20 euro, anche se consumiamo zero. C’è poi la spesa per l’elettricità, calcolata per ogni kilowattora usato. Le tariffe fisse lasciano il costo della materia prima fermo per un periodo definito dal contratto, in genere 12-24 mesi; quelle indicizzate variano invece ogni mese in base alla quotazione dell’energia, indicata da un valore medio chiamato Pun (Prezzo Unico Nazionale), al quale ogni fornitore aggiunge un contributo in centesimi di euro ogni kWh, detto spread. Le altre voci (tasse, oneri di sistema ecc.) sono uguali per tutti. Su ilportaleofferte.it dell’Arera è possibile comparare le diverse proposte.

A cosa stare attenti?

Il passaggio da un fornitore all’altro è gratuito (salvo eventuali spese stabilite dal contratto), ma servono circa 2 mesi per cambiare. Attenzione poi ai costi nascosti, come i servizi aggiuntivi che gonfiano le bollette. «La regola d’oro è chiedere, prima di firmare, il documento con le condizioni tecnico economiche (Cte) e controllarlo a fondo», dice Gabriele Mori. Sono in aumento infatti i contratti non richiesti. «Consigliamo di non sottoscriverli telefonicamente perché è difficile comprendere le tariffe. Comunque, una volta stipulato, online, al telefono o di persona, abbiamo 14 giorni per ripensarci e ricordiamo che possiamo chiedere aiuto alle associazioni dei consumatori».

I siti utili

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