Il nome non significa “ti sana”, cioè ti guarisce, ma deriva da una parola greca che indica la macerazione dell’orzo in acqua. Attraverso il latino è arrivata a noi a indicare preparazioni a base di erbe o frutti e acqua che, se non guariscono, comunque «alleviano leggeri disagi del nostro organismo» spiega Fabio Firenzuoli, medico e direttore del Cerfit, Centro di riferimento regionale di Fitoterapia all’Ospedale Careggi di Firenze, il primo a livello nazionale in ambito pubblico. Firenzuoli aiuta a fare chiarezza, a partire dalle differenze tra infuso, decotto e macerato che non consistono nella formulazione monocomponente o di miscela, «ma nella modalità di preparazione».
Partiamo dall’infuso…
Le foglie o i fiori restano in acqua, dopo averla bollita, solo per pochi minuti, per non distruggere con l’eccesso di calore sostanze benefiche particolarmente labili: questo è il procedimento adatto, per esempio, a camomilla, melissa, menta ed eucalipto.
Per decotto cosa si intende, invece?
Quando la parte vegetale bolle in acqua per un tempo prolungato, circa quindici minuti o più, e poi viene lasciata a riposo, per estrarre le sostanze, come i tannini e i polisaccaridi, che altrimenti resterebbero “intrappolate” nelle parti più robuste della pianta, come corteccia, semi o radici.
E i macerati?
Gli estratti della pianta vengono tenuti in acqua fredda per qualche ora o anche tutta la notte, e poi viene filtrata. Agendo così, si estraggono altri principi attivi.
In vista dell’estate, molti ricorreranno alle tisane snellenti: sono efficaci?
L’effetto diuretico dovuto all’assunzione di liquidi viene amplificata da determinati principi attivi contenuti, ad esempio, nella betulla o nell’equiseto, spesso presenti nelle miscele drenanti. Le tisane di questo tipo sono utili in particolari momenti della vita della donna, quando gli squilibri ormonali della menopausa o del periodo premestruale, ma anche patologie della tiroide, favoriscono la ritenzione idrica. Non si perde grasso, ma i liquidi in eccesso, con due-tre tazze al giorno, sì.
Durante i passaggi di stagione sono utili le miscele di erbe “detox”?
I nostri organi provvedono già a depurare l’organismo: pelle, reni, fegato lo fanno abitualmente. D’altronde siamo immersi in un microclima, dovuto all’inquinamento, all’abuso di certi alimenti, al consumo di alcol o al fumo, che rende difficile il loro lavoro. Ci sono piante che possono aiutare: a partire dal carciofo, più che il frutto le foglie, il rosmarino o la rosa canina, che svolgono un’azione antinfiammatoria e antiossidante, e quindi “detox”.
Ci sono controindicazioni?
Le tisane sono preparati leggeri che non hanno controindicazioni, però possiamo dare qualche avvertenza per evitare un uso improprio: ad esempio è sconsigliato berle prima di andare a letto, soprattutto per i cardiopatici e per chi soffre di ipertrofia prostatica. Inoltre, è bene fare attenzione alle tisane lassative: se usate in maniera continuativa, oltre le due settimane, provocano infiammazione intestinale.
L’ora delle tisana
Il 40% degli italiani dichiara di farne uso: a che scopo? Rilassarsi, ma anche per rinvigorire le difese immunitarie o per ridurre i liquidi in eccesso, e qualche etto di troppo, in vista dell’estate. Accanto alle classiche tisane della linea Bene.sì, Coop propone formulazioni ad effetto snellente (finocchio, zenzero, tè verde, menta, anice, cannella e lavanda), detox (ortica, cicoria, tarassaco, sambuco, ginepro, ribes nero e scorze di limone), drenante (melissa, menta, ortica, sambuco, tè verde, finocchio) e antiossidante (rosa canina, ibisco, tè verde, aronia e timo). Non faranno miracoli, ma insieme a una dieta equilibrata e a uno stile di vita fatto di movimento e sane abitudini aiutano a sentirsi meglio.