Coltivare, sia in giardino a solo scopo ornamentale sia in un orto, implica una serie di conoscenze specifiche per ottenere risultati che ripagano il nostro impegno. Se l’esperienza pratica è la migliore maestra, in certi casi un po’ di sana teoria non guasta. Nutrire le piante con i giusti concimi è operazione fondamentale per mantenerle in buona salute e favorirne un armonioso sviluppo.
Orientarsi nella vastissima proposta commerciale può essere complicato, ma la prima scelta che ci si pone davanti è fra concimi organici o inorganici e minerali. I primi sono ammessi in agricoltura biologica, i secondi no.
L’elenco delle sostanze naturali adatte a concimare è lungo e curioso. L’intramontabile stallatico noto a chiunque è da tempi remoti la base per coltivazioni rigogliose e sane, ma si utilizzano pure la pollina, la cornunghia, il sangue di bue, i lupini, la farina d’ossa. Anche la cenere di legna, addirittura la fuliggine, così come le piume, il cuoio e gli scarti di produzione della lana sono validi alleati per nutrire le piante.
Concimi chimici
I concimi chimici nulla di più fanno che riprodurre sinteticamente le sostanze presenti nei prodotti naturali come azoto, potassio e fosforo. Questi si definiscono come macroelementi e sono presenti in tutti i tipi di concimi, invece i microelementi sono ferro, manganese, zinco, rame, e anch’essi sono presenti nelle diverse sostanze nutritive ma soltanto in tracce.
I macroelementi svolgono funzioni diverse sulle piante: l’azoto agisce sulla parte apicale e favorisce la crescita in altezza; il potassio invece sulla parte basale aiutando le piante a superare stress idrici e rinforzando le parti legnose, che divengono più flessibili e quindi resistenti; il fosforo, infine, funge da correttivo del terreno e sostiene la pianta dal punto di vista ornamentale aiutandola a produrre fioriture abbondanti e dai colori più intensi.
Lenti o pronti
Un’altra caratteristica dei diversi concimi è la loro velocità di azione; ci sono quelli denominati a lenta cessione e quelli ad azione pronta. I primi, come ci dice il nome, agiscono in modo lento e graduale, rilasciando con calma gli elementi nutritivi nel terreno, e di solito si usano dalle due alle quattro-cinque volte l’anno, gli altri agiscono velocemente e si somministrano più spesso.
Tutti i concimi organici sono considerati a lenta cessione e si trovano spesso nella loro forma originaria, ma è possibile reperirli anche in forma di pellet o crusca e, come i concimi minerali, hanno ormai svariate forme: dai granuli di molti colori e dimensioni diverse, alle compresse da inserire nel terreno, alle polveri, fino alle soluzioni liquide da diluire con l’acqua dell’annaffiatura. Inoltre si deve sapere che spesso troviamo concimi specifici per piante di tipologie diverse: così per le bulbose useremo una formulazione diversa da quella per acidofile o piante verdi.
Universale naturale
I cosiddetti concimi universali sono molto versatili e se di buona qualità svolgono egregiamente la loro funzione semplificando il lavoro e la manutenzione del giardino. Su tutti gli “universali” citiamo l’humus di lombrico, super efficace per ogni coltura sia ornamentale sia orticola. Questo particolare tipo di humus – che in realtà è una specie di terriccio – è opera del lavoro di migliaia di lombrichi di una specie particolare che si nutrono di qualsiasi sostanza organica di scarto: dagli sfalci di potature agli avanzi della verdura e frutta, dalle foglie secche, al letame fresco. Il loro processo digestivo, della durata di quattro-cinque mesi, alla fine produce questo vermicompost che apporta una grande carica vitale al terreno e alla radice della pianta, con effetto evidente su tutta la pianta.