Al cancello della Casa Museo di Sauro Cavallini alle pendici di Fiesole, oltre al figlio Teo che insieme alla sorella ne ha raccolto l’eredità artistica, c’è un bel gatto nero ad accogliermi, il pelo lucido come le enormi sculture in bronzo che riempiono il giardino di quella che fu la casa, ma anche lo studio e perfino il laboratorio, almeno per le opere di minori dimensioni, dell’artista. Subito il pensiero va alle curiose figure che emergono dalle aiuole di piazza Ferrucci (la Fontana della maternità) o al grande abbraccio (il Monumento alla pace) davanti al Palazzo dei Congressi, a Firenze, opere che riempiono ormai il nostro paesaggio mentale.
Visitare la Casa Museo di Cavallini è come un tuffo all’indietro nel cuore del Novecento, nel mondo di un artista che solo negli anni della maturità fece pace con il passato di deportato. «Per aver subito un destino simile, fra i suoi amici ci furono Sandro Pertini e Alessandro Natta, anche se Cavallini – a parlare è Teo, che non lo chiama mai babbo, perché l’artista stesso aveva tenuto i figli distanti dalla sua sofferta dimensione artistica – non era facilmente collocabile nelle tradizionali classificazioni politiche e di partito: sicuramente era di sinistra e non gradito al fascismo, per questo giovanissimo fu portato nel campo di concentramento e transito di Fossoli, vicino a Carpi, dove restò per un anno circa. Un’esperienza che lo segnò profondamente e lo ha accompagnato in tutta la sua produzione artistica».
Abbraccio di bronzo
Le prime opere in particolare, in ferro, “ruvide e quasi taglienti”, parlano di guerra e del male che essa produce, un tema quanto mai attuale oggi, alla luce del conflitto in Ucraina che ha risvegliato dimenticati venti di guerra in Europa. «Queste sue creazioni degli anni Sessanta nel prossimo inverno saranno protagoniste di una mostra nel Palazzo della Regione a Firenze, proprio per il loro richiamo alla crudeltà degli eventi bellici» aggiunge Cavallini figlio, che solo da grande ha potuto abbracciare il mondo artistico di Sauro: «Ripeteva sempre che bastava uno in famiglia a impazzire con l’arte e infatti ha orientato me e mia sorella verso altri ambienti e professioni».
Per risparmiarli dalle difficoltà anche economiche e dalla sofferenza insita nel processo creativo: quella di Cavallini si attenua con il passare degli anni, quando le forme delle sculture si arrotondano nel loro slancio verso il cielo e verso l’altro “umano”, e il bronzo è lavorato in modo da invogliarti a toccarlo per la sua morbida lucentezza. La guerra lascia il posto alla pace, la sofferenza all’abbraccio, i deportati agli atleti, immortalati nell’essenza del gesto atletico, e alle ballerine, preferite nell’incrocio del passo a due, dove le anime si fondono.
Alla pace fra i popoli sono dedicate le sue opere più famose. Anche l’Inno alla vita, che a Strasburgo campeggia davanti al Consiglio d’Europa (dono del Parlamento Italiano) e la Fraternità, che accoglie a Montecarlo i visitatori del Giardino delle rose dedicato alla principessa Grace Kelly dal Principe Ranieri di Monaco.
Visite per i soci
Nato a La Spezia nel 1927, Cavallini arrivò sulle colline di Fiesole negli anni ‘60 e vi rimase fino alla morte nel 2016. La casa in via XXV aprile, tra Fiesole e Pian di Mugnone, oltre alle monumentali sculture in bronzo come le sezioni dell’Ultima cena, e ai calchi in gesso che servivano per comporle, ne ospita molte di dimensioni più ridotte, insiema alla produzione grafica e pittorica, caratterizzata dal contrasto fra colori decisi, dove ritroviamo le figure di uomini, donne e animali che poi hanno preso vita plasmate nel bronzo.
Fra la mobilia in gran parte originale, si muove agile il gatto nero che, discreto padrone di casa, si mimetizza fra un Cavallo morente e la raffigurazione dell’amore di coppia con i corpi che si fondono per non separarsi mai più.
Per i soci di Unicoop Firenze c’è l’opportunità di visitare (gratuitamente e con una guida) la Casa-Museo di Sauro Cavallini domenica 12 e 26 giugno, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.
Info
saurocavallini.com; prenotazione obbligatoria visitecentrostudicavallini@gmail.com