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Occhi sulla Toscana

Nicola Sciclone, nuovo direttore dell’Irpet, fa il punto sulle condizioni economiche di cittadini e imprese

«Due eventi avversi e incontrollabili, che ci hanno colto di sorpresa e indotto a giocare di rimessa». Così Nicola Sciclone, direttore Irpet (Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana), introduce gli effetti della pandemia e della guerra sull’economia toscana.

«Nel 2020 l’emergenza sanitaria ha significato 10 punti in meno di Pil. Una recessione profonda, quindi, che non si è tradotta in un corrispondente calo dei redditi solo grazie all’azione di tamponamento delle misure di sostegno alle famiglie e imprese. Oggi la guerra, invece, soffiando sul fuoco dei rincari di molti prodotti e alimentando il rischio di una interruzione delle forniture di gas, ferma la ripresa. E sposta più avanti nel tempo il ritorno alla normalità. Perché domina l’incertezza: tutto si gioca sui tempi di esposizione agli eventi avversi. Sicuramente possiamo dimenticarci la crescita del Pil toscano di 4 punti nel 2022» dice il direttore dell’Irpet.

Famiglie in difficoltà

A proposito di inflazione, nei primi due mesi del 2022 i prezzi al consumo – a parte alcuni casi e campagne, come quelle di Coop e Unicoop Firenze – sono aumentati del 5% «e ancora non ci sono state vere e proprie interruzioni nelle forniture di gas russo – spiega Sciclone -; parliamo quindi di una spinta inflazionistica, che fa i conti anche con un effetto psicologico pesante: dopo la pandemia, la guerra ha rappresentato una vera doccia fredda, che intacca la propensione al consumo e le aspettative favorevoli degli operatori economici».

Nelle famiglie toscane, quindi, pesano i rincari e le spese fisse diventano sempre più importanti: quelle per luce, gas e combustibile sono passate in media dall’8 al 13% della spesa complessiva. L’incidenza è ancora più alta per le famiglie con redditi bassi: «Se pensiamo che fra prima e dopo la pandemia c’era già stato un aumento delle famiglie in difficoltà economica, oggi rileviamo che 27 famiglie su 100 hanno difficoltà a fronteggiare spese impreviste per 800 euro».

La salute delle imprese toscane

L’aumento dei costi energetici condiziona anche le imprese, con un’incidenza media raddoppiata dal 4 all’8%, più importante per le imprese energivore come chimica, logistica, produzioni di carta, vetro e ceramica. In generale, proprio perché richiede un maggior consumo di energia, il peso dei rincari è ricaduto più sul manifatturiero rispetto ai servizi.

Sempre a proposito di imprese, la piccola dimensione, predominante nella nostra regione, non aiuta: «Posto che i problemi sono diversi rispetto alla tipologia di produzione, in generale la piccola e media impresa ha avuto nei mesi scorsi maggiori problemi di accesso al credito e una minore capacità di contrattazione sul mercato. Oggi i rincari energetici sono sale ulteriore su ferite ancora non adeguatamente rimarginate».

Quali soluzioni?

Se questa è la situazione, come si può – almeno parzialmente – rimediare? «Sicuramente ci sono delle produzioni da riportare “a casa” e dei settori in cui sarà opportuno recuperare dei margini di sovranità: parliamo del campo energetico, ma anche della capacità di soddisfare i bisogni alimentari. Più della metà del cibo consumato in Toscana arriva da fuori: il 44% da altre regioni e il 12% da imprese straniere. Altra questione riguarda l’energia, e qui serve una politica nazionale improntata sulle rinnovabili, ad esempio orientata al potenziamento della geotermia e di eolico-fotovoltaico».  

Una funzione importante rispetto ai prezzi finali è quella svolta dai distributori, in particolare quando parliamo di cooperative di consumo, come Unicoop Firenze: «La cooperazione ha la possibilità di tenere sotto controllo i prezzi, oltre alla capacità fondamentale di costruire filiere, in grado di dare una spinta produttiva a tutta la regione – aggiunge Sciclone -. Anche i progetti sociali diventano indispensabili per la coesione e la tenuta del territorio». Progetti sociali come la Raccolta alimentare che il 14 maggio torna nei Coop.fi della Toscana: i prodotti donati da soci e clienti saranno distribuiti direttamente a chi ha bisogno dalle associazioni di volontariato già attive sul territorio.  

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