Rapporto Irpet: l’economia in Toscana

La Toscana regge i colpi conseguenti agli eventi internazionali e prova a sfruttare la grande occasione che arriva dal Pnrr

La Toscana si dimostra in grado di reggere i colpi conseguenti agli eventi internazionali e prova a sfruttare la grande occasione che arriva dal Pnrr: è quanto emerge dal Rapporto Irpet (Istituto regionale per la programmazione economica) presentato lo scorso mese.

Nel 2022, sulla scia del rallentamento dell’economia internazionale, anche quella toscana ha frenato, soprattutto dopo l’estate, ma ha comunque un andamento positivo riguardo a produzione industriale (+3,4% nei primi 9 mesi), esportazioni (+7,3%) e mercato del lavoro (+4,6% rispetto al 2021 e +6,5% rispetto a prima della pandemia, con 45mila trasformazioni da lavoro a termine a lavoro stabile, il valore pi alto dal 2019).

Le stime Irpet 2022 sul Pil indicano un +3,9%, meglio del +3,5% nazionale, un dato più basso rispetto alle attese prima dello scoppio della guerra in Ucraina, ma comunque migliore delle previsioni di metà anno.

Male l’inflazione, che ha toccato il 12,2%, con un 7,8% di media annua: l’energia rispetto al 2021 costa ai toscani circa 350 milioni di euro in più al mese, per un totale di 4,2 miliardi l’anno. Più colpiti i settori produttivi energivori: carta, chimica, trasporti, gomma e plastica, siderurgia.

La svolta può arrivare dal Pnrr. A dicembre 2022 si contavano 4326 progetti per 4,95 miliardi di euro complessivi, con il 71% delle risorse destinato a spese in conto capitale per opere pubbliche. Gli incentivi a imprese e contributi sono il 16%.

Le stime dei cosiddetti effetti di cantiere, che si esauriscono nell’arco della programmazione, indicano un aumento medio annuo di 0,5 punti percentuali del Pil rispetto a uno scenario senza Pnrr. In termini assoluti alla ne del periodo (2022-26) saranno generate risorse aggiuntive, in termini di Pil, pari a 2,9 miliardi di euro e 10mila nuovi posti di lavoro. Con una previsione, a conclusione del quinquennio, di risorse in aumento nell’ordine degli 8 miliardi e un effetto ulteriore nel lungo periodo.

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