Arriva in tutti i Coop.Fi la passata di pomodoro certificata senza nichel. É la passata Prima-Bio della linea Terrae, un prodotto nuovo su cui l’azienda che opera nel Gargano ha iniziato a lavorare recentemente. Inizialmente l’idea è partita come una sfida: terza generazione di cooperativa, originariamente dedicata alla vendita di ortaggi freschi biologici nella grande distribuzione, l’azienda quattro anni fa ha iniziato a fare le prime salse pronte, con i prodotti locali, come ad esempio i pomodorini pugliesi.
“Nel 2019, su richiesta di alcuni clienti affezionati, è partito il lavoro del gruppo di ricerca e sviluppo per mettere in commercio la passata nichel free, oltre che sostenibile e biologica – racconta da Prima-Bio Maria Luisa Terrenzio -. I pomodori bio che finiscono nella nostra passata, infatti, sono tutti coltivati e maturati al sole, esclusivamente secondo i ritmi della natura, tutelando le biodiversità e senza utilizzo di additivi o conservanti. L’acqua proviene direttamente delle nostre sorgenti, con metodo di irrigazione a goccia, per non disperderla e sprecarla. In questo modo abbiamo la certezza che sugli scafali, dietro le nostre etichette, ci sono soltanto prodotti sicuri. Siamo particolarmente soddisfatti della passata nichel free che può dare un aiuto concreto e vero all’alimentazione di chi soffre di un problema complesso come quello dell’allergia al nichel”. L’allergia al nichel infatti è una problematica che riguarda circa il 15-20% della popolazione, secondo gli ultimi studi disponibili.
Ma come funziona esattamente la produzione della passata nichel free?
“Concluse tutte le fasi di crescita, giunti a giusta maturazione i nostri pomodori vengono raccolti e analizzati, lotto per lotto, per assicurarci che si tratti davvero di prodotti nichel Free – continua Terrenzio – in pratica si tratta di far analizzare in laboratorio i campioni di ogni lotto per verificare che non ci siano trace di nichel. A quel punto il prodotto è certificato e può essere messo in vendita”.
E quali sono gli accorgimenti da prendere per arrivare ad un prodotto nichel free?
“Sono diversi i fattori da considerare: servono terreni incontaminati, lontani da fonti di inquinamento. Le coltivazioni devono essere organiche: è necessario utilizzare humus e altri concimi che non vadano ad intaccare i valori del prodotto. Anche le fonti di acqua devono essere particolari e “selezionate”, noi ad esempio attingiamo a una fonte interna”.
Una volta rispettati questi requisiti, anche tutti i momenti della produzione seguono la tradizione locale, ad esempio la lavorazione viene fatta senza utilizzo di additivi o conservanti.
Oltre al rispetto della natura, Prima-Bio si impegna anche sul tema dei diritti dei lavoratori: “Gli obiettivi che ci siamo posti sono stati quelli di offrire in primis un lavoro dignitoso ed etico in agricoltura, rispettando e ponendo al centro del nostro operare l’essere umano – continua Terrenzio – Dal 2018 abbiamo aderito all’associazione NO CAP, per la filiera anti-caporalato, progettando tutte le fasi di raccolta, stoccaggio e lavorazione in rete d’imprese, sostenendoci e scrivendo in questo modo una nuova storia. Aderendo a questo nuovo progetto abbiamo dato il giusto valore a tutte le parti prese in causa ponendo al centro la vera ricchezza, l’essere umano, proponendo un prodotto giusto al giusto prezzo.”
Contenti di arrivare sugli scaffali dei supermercati Coopf.fi?
“Per noi è una grande soddisfazione ed un bellissimo risultato – dicono da Prima- Bio – anche perché Unicoop Firenze è molto attenta alla sostenibilità ed ai prodotti locali, oltre che a dare risposte alle esigenze alimentari, come le intolleranze, particolarmente presenti in questo momento”.