Raccontaci la tua giornata oggi, in tempi di Coronavirus…
È come tornare al passato, quello vero, letto nei libri di storia: primo pensiero procacciarsi il cibo, anche perché il cibo è la soglia minima del benessere, fa sentire protetto in casa tua. Poi cerco di avere una giornata normale, lavoro da casa, preparo le puntate di “miracolo italiano” che continua a andare in onda su Radiorai2. E poi leggo, mai letto tanto in vita mia. In questi giorni è la miglior cura a quest’ansia diffusa.
Svelaci cosa cucini: la ricetta preferita o quella che ti riesce meglio?
In questo momento la cosa che mi piace fare sono cibi che restano, che si possono riutilizzare. Cucinare mi piace tanto, da sempre: mi sto specializzando nel ragù alla bolognese. Ci vuole tempo ma serve a dare un senso di impegno: lui cuoce e tu te ne devi occupare e così, pregustando, passa il pomeriggio.
La ricetta
Semplicissimo! Un soffritto di cipolla, carota, sedano: quando è bello colorito, aggiungere carne macinata, farla colorire, poi sfumare con vino rosso e pomodori pelati. Lasciare cuocere a fuoco lento, lento, lento… più si lascia cuocere meglio è, due tre ore e via. Lo uso per tante cose: tagliatelle, lasagne, gnocchi. Le preferite: lasagne al ragù, non si discute! Danno proprio l’idea del piatto della festa.
E la dieta come va?
È un dramma! Prima di questo stop per il virus avevo cominciato la dieta e volevo essere in forma per la giuria di “Ballando con le stelle”. Poi è successo tutto… e allora addio dieta: ho pensato che era meglio coccolarsi, anche un po’ di cibo buono.
Quale libro o libri che ti fanno compagnia?
Ho libri sparsi ovunque. Il libro che consiglio, ora che la notte si fa anche fatica a dormire è “Il giorno mangia la notte” di Silvia Bottani.
Firenze, senza persone, senza sport, senza turisti, come appare?
Non c’è più una distinzione: Firenze, Roma, tutte le città sono senza persone, senza anima. Lo sport rappresenta il tempo libero, la mente libera, il senso di comunità. Senza quello, e senza il calcio, manca un collante che aggrega l’Italia.
Citando il titolo del tuo libro sul calcio, “Le parole che mancano al cuore”, cosa ti manca di più ora?
Mi mancano gli sguardi delle persone, perché quelle che incontri hanno la mascherine, si legge solo la paura, lo sconforto, il disagio. Mi mancano gli sguardi belli delle persone, quelle che conosci bene e ti capiscono con uno sguardo. Poi mi manca molto abbracciare le persone. Per quella mancanza, smartphone e social non bastano.
Quel libro ha rotto i tabù con coraggio. Oggi cosa è per te il coraggio?
Il coraggio in questo caso non è una scelta: è l’unica via possibile. Qui siamo tutti coraggiosi, qui non si può scegliere. Lo siamo perché siamo parte di una cosa più grande di noi da cui non si può scappare. Quando ci dicono di restare a casa, ci fanno un piacere: è l’unico luogo dove siamo davvero protetti. Stare a casa… è coraggioso.
Cosa pensi al mattino?
È il momento peggiore. Accendo il cellulare e non so mai che notizie aspettarmi. Mi alzo, mi vesto, lavoro, mangio, leggo, telefono… cerco di costruire una normalità.
La parola chiave per sopravvivere, vincere e ripartire…
Solidarietà, la prima parola che mi viene in mente è solidarietà. Poi affetto.
Come immagini il domani?
Nei film catastrofici nella scena finale ci sono due protagonisti che si abbracciano e guardano il panorama infinito. Mi auguro che sia un domani con meno danni possibili, che la cicatrice si rimargini, che non faccia troppo male.
Cosa invece ti preoccupa più dell’oggi?
Sono pragmatico, mi rendo conto che la cosa è molto seria e grave ma so che in qualche modo avrà una fine. Speriamo che da tutto questo nasca qualcosa di buono. Per ora, ad esempio, la buona notizia è che non c’è smog. Se penso al dopo, mi dico che dovremo fare una top ten delle priorità e ricominciare da quelle.
Citando un altro tuo libro, “Mai più senza”, parlava di cosa portare nel nuovo millennio. Dopo il coronavirus, mai più senza cosa?
Mai più senza cercare di capire se la persona con cui stavi era quella giusta. Mai più senza un fidanzato. Mai più senza la compagnia. Senza altri, vicino al cuore. Questo momento mi ha fatto capire cosa è vero e cosa è importante davvero. Ho ripensato alle persone che per fretta ho cancellato dalla mia vita: rivedendo il film al contrario, mi sono detto che forse dovevo essere più paziente e anche più buono.
Prossimi programmi, se e quando tutto tornerà alla “normalità”?
“Ballando con le stelle” tornerà, maggio o settembre, ma tornerà. Intanto continuo “Miracolo italiano” su Radiodue. Ho ripreso anche il programma “Voci” che facevo tanti anni fa: dare voce alla gente, che si prenota per raccontare storie e ogni lunedì alle 22 andiamo in onda sul mio profilo Instagram con le persone che, al telefono, ci raccontano la vita di questi giorni. Coppie che scoppiano, single impazziti, fidanzati distanti… insomma, i sentimenti. Quelli restano sempre al centro.